Spettacoli

Alfredo il Grande – Donizetti Opera 2023, Bergamo

Alfredo il Grande è il terzo titolo scelto per il Donizetti Opera Festival 2023.

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Gilda Fiume

Ogni anno il Festival bergamasco ripropone un titolo che ha debuttato esattamente duecento anni fa: è la volta di Alfredo il Grande che debuttò nel 1823 al Real Teatro di San Carlo di Napoli. Un titolo particolare, che omaggiava l’analogo soggetto musicato dal maestro di Donizetti, Simone Mayr. L’opera si ispira alla vita e alle vicissitudini di Alfredo il Grande, sovrano del regno anglosassone occidentale del Wessex fra l’871 e l’899, venerato come santo dalla chiesa cattolica e anglicana. L’opera conobbe una sola messa in scena e, come è noto, gettò nello sconforto il compositore che scrisse allo stesso Mayr: “Parlo sincero (sarà quel che sarà), ma io non so far di più”. A duecento anni di distanza, e alla luce del Donizetti maturo, possiamo affermare che, al netto dell’improbabile libretto, l’opera ha momenti di valore, che anticipano la genialità dei capolavori del maestro. La partitura scelta per la prima esecuzione in tempi moderni è la edizione critica curata da Edoardo Cavalli.

Lo spettacolo è allestito in forma semiscenica, sfruttando principalmente lo schermo già predisposto per Il diluvio universale. Il regista Stefano Simone Pintor ha pensato che l’intera azione si svolga sopra un grande libro aperto, di cui il led wall è una pagina. La scena, a cura di Gregorio Zurla, sfrutta pochi elementi, qualche sedia ad esempio, e si affida principalmente alle belle proiezioni di Virginio Levrio che offrono una grande riflessione sul rapporto fra storia e cultura. Si susseguono immagini di codici miniati, di libri preziosi e bellissimi alternate a filmati storici, che propongono momenti in cui la cultura ha rischiato di essere eclissata, come nei Bücherverbrennungen del maggio 1933. Si è deciso di rimediare alle pecche del libretto volgendo il discorso ad una tematica più ampia ed universale e che in fondo rispecchia anche l’oblio culturale in cui questa stessa opera ha rischiato di rimanere intrappolata. I costumi di Giada Masi sono contemporanei ma sempre caratterizzati da qualche elemento peculiare, come i particolari copricapi che rimandano alle vicende del libretto. Buono l’uso delle luci di Fiammetta Baldiserri, mai in contrasto con le importanti e luminose proiezioni sul palco. 

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Alfredo il Grande, Bergamo, 2023

Eccellente il versante musicale dello spettacolo.
Trionfa, nei panni di Amalia, Gilda Fiume. Il soprano presta la propria sontuosa vocalità a questo ruolo dalla scrittura a dir poco impervia dove pagine elegiache si alternano ad altre dove la coloratura (di forza) la fa da padrona. La linea, musicale e ben proiettata, si snoda con la giusta morbidezza tra i registri risultando ottimamente timbrata nei filati, piena e vibrante nei centri. Il registro superiore, poi, riluce per l’esibita sicurezza sino ad espandersi con evidente disinvoltura nella regione sovracuta. La perizia e la varietà del fraseggio, poi, sono testimoni di una preparazione accurata di questo ruolo che calza a pennello alla vocalità attuale del soprano. La mirabolante e trascinante esecuzione del rondò finale, “Che potrei dirti, o caro”, rappresenta l’apice di una prova di altissimo livello, giustamente premiata al termine da un vero e proprio boato di acclamazioni. Brava!

Nel ruolo del titolo, troviamo Antonino Siragusa che sembra giungere a questo appuntamento in grande forma vocale. La pluriennale esperienza maturata nel repertorio belcantista consente al tenore di superare con la giusta souplesse le esigenze del dettato donizettiano che, in questa partitura, mostra non poche affinità con la scrittura rossiniana. La linea, scandita con nobiltà d’accento, appare sorvegliata e precisa, sottolineando la duttilità di un mezzo che brilla per musicalità. Se efficace è l’esecuzione dell’aria di primo atto, quella di secondo risulta magistrale per il legato e il controllo del canto sul fiato. Un momento reso particolarmente suggestivo dalla scelta del regista di illuminare la sala e, in particolare, lo splendido affresco sul soffitto dallo sfondo turchese.

Ottimo, nel ruolo di Eduardo, Lodovico Filippo Ravizza. Il baritono possiede una vocalità poderosa che si apprezza per la preziosità di un impasto timbrico screziato ed avvolgente. Alla precisione dell’esecutore si unisce l’incisività dell’interprete, dotato anche del giusto carisma sulla scena.

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Lodovico Filippo Ravizza

Molto bravo è, poi, Adolfo Corrado che, con un mezzo di buon volume e ben proiettato, incarna alla perfezione la perfidia di Atkins, il Capitano delle Guardie Danesi. Il basso salentino affronta con sicurezza i diversi passaggi previsti dalla partitura e si rivela interprete energico nel fraseggio e coinvolto sulla scena.

Note positive anche per Valeria Girardello che, con il suo mezzo dal piacevole colore scuro, sigla una esecuzione partecipata e tecnicamente ben rifinita dell’aria di Enrichetta in secondo atto.

Squillante ed incisivo il Guglielmo di Antonio Gàres.

Più che positive, infine, le prove di Andrés Agudelo, Rivers, e Floriana Cicìo (dalle fila della Bottega Donizetti), nei panni di Margherita.

Dal podio, il Maestro Corrado Rovaris compie un lavoro magistrale su questa partitura, mettendone in evidenza le sonorità brillanti e i ritmi concitati, che ben si addicono alla ambientazione guerresca di questa vicenda dai contorni epici. Il racconto musicale procede spedito senza dimenticare, tuttavia, di valorizzare al meglio le oasi liriche che appartengono, soprattutto, ai momenti solistici dei personaggi. Percepibile l’intesa con la compagine della Orchestra Donizetti Opera la cui prova brilla per un suono avvolgente ed uniforme. Rileva, infine, la capacità di creare a mantenere un costante equilibrio tra buca e palcoscenico, valorizzando al meglio le peculiarità timbriche dei singoli interpreti.

Il Coro della radio ungherese, diretto con solida professionalità da Zoltan Pad, sigla una prova che brilla per precisione e compattezza.

Il pubblico, accorso numeroso per scoprire questa rarità del catalogo donizettiano, decreta un autentico trionfo a tutta la compagnia, che si tramuta in vere e proprie apoteosi di applausi alle uscite singole di Fiume e Siragusa. Uno spettacolo da non perdere e che, forse, avrebbe meritato almeno una replica in più (come già gli altri titoli del Festival), rispetto all’unica altra data del 24 novembre.

Marco Faverzani | Giorgio Panigati

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Antonino Siragusa

24 novembre 2023. Prima di ridare alla luce e rimettere in scena questo titolo del giovane Donizetti, mai nessuno si sarebbe immaginato una tale partitura grandiosa. Lungi dall’essere un capolavoro, Alfredo il Grande oggi è opera di notevole interesse, poiché dietro alla storia improbabile, poco sensata e piuttosto noiosa, si nascondono pagine di significativo effetto, anche di difficile esecuzione, che lasciano intravedere il grande compositore che Donizetti sarà di lì a poco.

Principale autore di questo successo è indubbiamente Corrado Rovaris che, alla guida dell’Orchestra Donizetti Opera, è maestro d’accento e di stile e sa come dare carattere al dramma con ampie sonorità e ritmi incalzanti. Molto bene anche per il Coro della Radio Ungherese guidato da Zoltán Pad.

Il protagonista è affidato all’indiscussa voce belcantista di Antonino Siragusa, che padroneggia il ruolo con grande agio, pur trovandosi di fronte ad alcune pagine di notevole difficoltà. Lo affianca l’altrettanto brava Amalia di Gilda Fiume, alle prese con una parte che non è certamente più semplice. I due artisti dominano la scena musicalmente e drammaturgicamente, anche attraverso una certa espressività, nonostante le parole del libretto non possano rendere facile l’impresa.

Molto bene anche per l’Eduardo di Lodovico Filippo Ravizza e l’Atkins di Adolfo Corrado.

Lo spettacolo di Stefano Simone Pintor ha delle buone idee sviluppate attorno alla biblioclastia, come a sottolineare il desiderio degli oppressori di eliminare completamente la cultura degli oppressi. Interessanti per il racconto anche le proiezioni che in alcuni momenti ricordano le canzoni di gesta, qui a evidenziare il carattere epico di Alfredo.

William Fratti | Fabienne Winkler

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Antonino Siragusa, Gilda Fiume e Lodovico Filippo Ravizza

Alfredo il Grande
Dramma per musica di Andrea Leone Tottola

Musica di Gaetano Donizetti

Alfredo Antonino Siragusa
Amalia Gilda Fiume
Eduardo Lodovico Filippo Ravizza
Atkins Adolfo Corrado
Enrichetta Valeria Girardello
Margherita Floriana Cicìo*
Guglielmo Antonio Gares
Rivers Andrés Agudelo
*Allieva della Bottega Donizetti

Orchestra Donizetti Opera
Coro della Radio Ungherese

Maestro del Coro Zoltán Pad

Direttore Corrado Rovaris
Regia Stefano Simone Pintor
Scene Gregorio Zurla
Costumi Giada Masi
Light designer Fiammetta Baldiserri
Video designer Virginio Levrio
Assistente regia Veronica Bolognani

FOTO: Gianfranco Rota