Staatsoper Stuttgart: “Le nozze di Figaro”

Staatsoper Stuttgart – Stagione 2019-20
“LE NOZZE DI FIGARO
Commedia per musica in quattro atti. Libretto di Lorenzo Da Ponte dalla commedia “La folle journée ou Le mariage de Figaro” di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Conte di Almaviva JOHANNES KAMMLER

Contessa SARAH-JANE BRANDON
Susanna ESTHER DIERKES
Figaro MICHAEL NAGL
Cherubino DIANA HALLER
Marcellina HELENE SCHNEIDERMAN
Bartolo FRIEDEMANN RÖHLING
Basilio HEINZ GÖHRIG
Don Curzio CHRISTOPHER SOKOLOWSKI
Barbarina CLAUDIA MUSCHIO
Antonio MATTHEW ANCHEL
Due contadine ELISABETH VON STRITZKY, TERESA SMOLNIK
Orchestra e Coro della Staatsoper Stuttgart
Direttore Roland Kluttig
Maestro del Coro Bernhard Moncado
Regia Christiane Pohle
Scene Natascha von Steiger
Costumi Sara Kittelmann
Luci Reinhard Traub
Drammaturgia Ingo Gerlach
Stuttgart, 1 dicembre 2019
Un’ esecuzione musicale di ottimo livello abbinata a una messinscena nell’ insieme apparsa di qualità molto scadente. Questo è stato, riassunto in poche parole, l’ esito artistico della nuova produzione de Le Nozze di Figaro alla Staatsoper Stuttgart. Dopo il pigiama party inscenato da Lotte de Beer nel Don Carlo della serata inaugurale, la regista amburghese Christiane Pohle ci ha presentato una versione scenica del capolavoro mozartiano che era ambientata nel reparto vendita delle camere da letto di un centro commerciale Ikea. Questo, in sintesi, era ciò che abbiamo visto in una messinscena che è sembrata noiosa, impacciata nel racconto scenico e in certi momenti addirittura irritante per la completa mancanza di sintonia fra le immagini e la parte musicale. Più di tre ore passate a guardare una serie di camere da letto che ruotavano lungo il palcoscenico, con i personaggi della commedia che salivano e scendevano continuamente dai letti. A questo si deve aggiungere il vero e proprio abuso nei confronti della partitura che è stato compiuto nella prima scena del quarto atto, con l’ aria di Barbarina ripetuta due volte e tutto il recitativo trasformato in dialogo parlato. Il pubblico della Staatsoper  ha tollerato con ammirabile pazienza questa collezione di sciocchezze sceniche per tutta la durata della rappresentazione. Alla fine però i componenti del team registico sono stati accolti, come era giusto e sacrosanto dopo una cosa del genere, da una copiosa salva di fischi. Quale fosse il vero significato di questa messinscena e che rapporto avesse un flash mob in un centro commerciale Ikea con i contenuti di conflitto sociale ed emancipazione che stanno alla base della trama creata da Beaumarchais e adattata da Lorenzo da Ponte come libretto d’ opera per Mozart, questa è una cosa molto difficile da spiegare se non addirittura impossibile.
Nonostante il vero e proprio senso di fastidio procurato dalla regia, la serata presentava ugualmente diversi motivi di interesse grazie a un’ esecuzione musicale davvero di eccellente livello. Merito in primo luogo di una eccellente direzione, gestita in maniera impeccabile da Roland Kluttig, cinquantunenne musicista originario di Radeberg che dal 2010 è Generalmusikdirektor del Landestheater Coburg e alla Staatsoper Stuttgart aveva già diretto con grande successo l’ allestimento di Salome ideato da Kirill Serebrennikov. Una lettura orchestrale elegante, raffinata, ricca di senso dello stile e carica teatrale, impostata su tempi stretti e sonorità molto trasparenti, realizzata perfettamente da una Staatsorchester Stuttgart in ottimo stato di forma. Il tono spiritoso e frizzante dell’ Ouverture, il sostegno impeccabile ai cantanti e la riuscitissima gestione dei brani d’ insieme erano le caratteristiche migliori di una direzione che è apparsa guidata con sicurezza da un autentico interprete mozartiano di gran classe. Roland Kluttig, che io conosco a apprezzo da diversi anni, è un Kapellmeister nel senso migliore di questa parola, che non indica il routinier preoccupato solo della correttezza formale ma l’ autentico uomo di teatro, che si preoccupa di servire con umiltà la musica e il palcoscenico. Musicisti di questo tipo sono da ammirare e da seguire con attenzione. Grazie al sostegno di un direttore così preparato e scrupoloso, i giovani cantanti della compagnia hanno trovato le condizioni ideali per esprimersi al meglio delle loro possibilità. Per questa nuova produzione la Staatsoper ha messo insieme un cast formato da alcuni tra i migliori fra gli elementi più giovani dell’ ensemble e la loro prestazione è stata sotto tutti gli aspetti molto positiva. Eccellente è sembrata Esther Dierkes nella parte di Susanna. il ventinovenne soprano di Münster, entrata nell’ ensemble della Staatsoper direttamente dall’ Opernstudio, ha messo in mostra tutti i pregi di una voce dal bel timbro argentato, omogenea in tutta la gamma e gestita molto bene dal punto di vista del controllo dell’ emissione. Dal punto di vista interpretativo la caratterizzazione vivace, maliziosa e ricca di sottigliezze tratteggiata dalla giovane cantante è apparsa davvero interessante e teatralmente molto ben riuscita. Pregevole anche la Contessa raffigurata dal soprano sudafricano Sarah-Jane Brandon, cantante dotata di una voce timbricamente ricca e morbida, che ha trovato belle sfumature di fraseggio in un’ interpretazione languida e sensuale. Magnifica anche la prestazione di Diana Haller come Cherubino. La cantante fiumana ha tratteggiato un ritratto vocalmente splendido e teatralmente incisivo di un adolescente agitato dalle prime sensazioni dell’ amore sensuale, recitato con grazia e grande senso dell’ umorismo. Le due arie cantate dal personaggio, con il raffinato sostegno strumentale curato da Kluttig, erano fra i momenti migliori di questa esecuzione. Vivace e spiritosa la Marcellina impersonata da Helene Scheiderman, una delle voci storiche dell’ ensemble della Staatsoper. Per quanto riguarda gli interpreti dei ruoli maschili, molto buono è sembrato il Conte di Johannes Kammler, trentunenne baritono nativo di Augsburg proveniente dalla Bayerische Staatsoper dove per tre anni ha fatto parte dell’ Opernstudio e poi dell’ ensemble per una stagione prima di essere assunto alla Staatsoper Stuttgart lo scorso anno. La voce è timbricamente interessante oltre che complessivamente ben educata dal punto di vista tecnico e il giovane cantante ha messo in mostra una bella sensibilità di fraseggio insieme a ottime doti di presenza scenica. Il basso-baritono viennese Micheal Nagl è stato un Figaro ben trattegiato dal punto di vista interpretativo anche se la voce suona leggermente sorda nelle note alte, dove il suono tende a stimbrarsi e a perdere di colore. Più che buoni anche gli altri interpreti delle parti minori, a partire dal Bartolo raffigurato in maniera molto efficace da Friedemann Röhling e dal Don Basilio di cui Heinz Göhrig, da molti anni brillante interprete dei ruoli di carattere qui alla Staatsoper, ha tratteggiato un ritratto incisivo e ricco di humour sarcastico. Merita una citazione anche la Barbarina del ventiseienne soprano italiano Claudia Muschio, originaria di Brescia e da pochi mesi allieva dell’ Operstudio, che nella sua aria ha messo in mostra una voce fresca e dal colore timbrico molto gradevole. Successo pieno e ben meritato per Roland Kluttig e per tutti i cantanti del cast, in una recita che dal punto di vista musicale è apparsa davvero molto pregevole. Foto Martin Sigmund