Roma, Teatro dell’Opera: “Luisa Miller”

Roma, Opera di Roma, stagione lirica 2021
“LUISA MILLER”
Melodramma tragico in tre atti su libretto di Salvatore Cammarano da “Kabale und Liebe” di Friedrich von Schiller
Musica di Giuseppe Verdi
Il Conte di Walter MICHELE PERTUSI
Rodolfo ANTONIO POLI
Federica DANIELA BARCELLONA
Wurm MARKO MIMICA
Miller ROBERTO FRONTALI
Luisa Miller ROBERTA MANTEGNA
Laura IRENE SAVIGNANO
Un contadino RODRIGO ORTIZ
Orchestra e coro dell’Opera di Roma
Direttore Michele Mariotti
Maestro del coro Roberto Gabbiani
Roma, Teatro Costanzi, 8 maggio 2021 (trasmissione streaming)
L’Opera di Roma continua la sua stagione streaming, in attesa di poter riaprire al pubblico. Dopo gli sfarzi de “La traviata” coprodotta con la RAI tocca a “Luisa Miller” affronta in forma più “modesta” – la trasmissione sul canale youtube del teatro, dell’esecuzione in forma di concerto – con un risultato musicale, nell’insieme, preferibile.
Luisa Miller” è una delle opere più “sfuggenti” del repertorio verdiano, lavoro di passaggio tra la stagione degli “anni di galera” e l’ormai prossima trilogia romantica. In essa si  fondono  inestricabilmente elementi ancorati al passato, a  improvvisi squarci che guardano avanti, delicatezze ancora belcantiste e roventi accensioni verso la maturità. Oggi forse nessuno è in grado di dipanare questa matassa con il rigore di Michele Mariotti. Il  maestro si muove con uguale naturalezza nel repertorio ottocentesco, da Rossini a Verdi, riuscendo a calibrare alla perfezione i contrapposti elementi e a calarli in una visione d’insieme coerente e di grande efficacia teatrale. I colori “acquarello” del primo atto; il carattere patetico, “larmoyant” del secondo, l’esplosione tragica a del terzo, sono affrontati con rigorosa chiarezza e impeccabile senso dello stile da Mariotti. Il direttore accompagna la vicenda con ricchezza di colori e ritmo, cura ammirevole per le sfumature, da un senso preciso ed efficacie dei contrasti ritmici e dinamici. Così guidata l’orchestra suona bene e contribuisce in modo ottimale alla lettura direttoriale.
Valida la compagnia di canto. La parte di Luisa è tra le più ostiche del repertorio verdiano richiedendo caratteristiche contrastanti tra loro dovendo passare dal canto di coloratura del primo atto, all’accesa drammaticità del terzo. Roberta Mantegna è un soprano lirico pieno, dalla voce calda e corposa, ricca di armonici e di bella sonorità. Prudente nel canto d’agilità, a partire dal II atto, quanto il canto si fa più disteso emergono le qualità di una voce più che ragguardevole. Emblematico, in tal senso, il  duetto con Wurm – con la forza impressa nella cabaletta “Ah brani, ah brani….” –  così come tutto il terzo atto è gestito dalla Mantegna con solidità vocale e accento accurato e sempre adeguato. Ricordavamo il mozartiano Antonio Poli. Ora lo troviamo con voce maturata, irrobustita, con gusto, bella linea di canto e  una inalterata facilità e squillantezza del registro acuto.  Vero mattatore di questi mesi in streaming Roberto Frontali che affronta Miller con la sua ben nota professionalità.Michele Pertusi riesce a giganteggiare anche in un ruolo in fondo ordinario come il Conte di Walter. L’imponenza della voce – una cavata ampia, ricchissima di armonici, omogeneità  di linea di canto,  la forza espressiva dell’accento danno primario risalto anche a un ruolo che di suo difficilmente s’imprime. Marko Mimica si conferma non solo una delle voci di basso più interessanti  del panorama attuale,  ma anche un interprete sensibili capace di dare di Wurm un’immagine ambigua e insinuante, particolarmente temibile. Daniela Barcellona affronta con naturale facilità la tessitura contraltile di Federica. Con  la sua bella e sonora vocalità esalta il duetto con Rodolfo in cui, di fatto, si riassume la parte,  una delle pagine più ispirate dell’opera. Completano positivamente il cast: Irene Savignano (Laura), Rodrigo Ortiz (un contadino). Ottimo il coro preparato da Roberto Gabbiani. Foto Fabrizio Sansoni