Crepuscolo dell'umanità

Si chiude a Mannheim il ciclo wagneriano firmato da Freyer

foto Hans-Jörg Michel
foto Hans-Jörg Michel
Recensione
classica
Nationaltheater Mannheim Mannheim
Richard Wagner
22 Marzo 2013
È ancora la stessa scatola dalle pareti altissime e dal pavimento rotante che Achim Freyer impiega per l’ultimo atto della sua Tetralogia per Mannheim. Per l’epilogo, però, la ricopre di specchi creando uno spazio illusionistico per un varietà tragico che racconta piuttosto il crepuscolo dell’umanità. La lotta titanica per la supremazia decade nella pura brama di possesso del suo simulacro, l’anello. Inganno e tradimento sono le armi di una lotta destinata a concludersi nell’annullamento totale. Lo specchio che nel finale riflette se stesso è la suggestiva immagine scelta per chiudere il lungo ciclo con una nota di cupo pessimismo (né consola l’immagine del pubblico riflesso nella quarta parete, poiché, in fondo, è la stessa che ha agito sulla scena). Sono molte le immagini che richiamano le precedenti giornate del suo “Anello” ma qui si muovono con il passo tetro di una Totentanz, come gli dei nella mesta processione durante il racconto di Waltraute o i Gibicunghi nei languidi movimenti di danza durante le nozze delle due coppie regali nel secondo atto. C’è forse qualche sbavatura (su tutte, le troppo insistite proiezioni pubblicitarie nella reggia “consumistica” dei Gibicunghi), ma Freyer si conferma interprete radicale e originale da amare o rifiutare in toto. Musicalmente i conti tornano solo in parte. Minato da qualche defezione cruciale a ridosso della prima (Brünnhilde) e indisposizioni, il cast vocale zoppica soprattutto nei ruoli principali: Müller, indisposto, cede nel terzo atto, che accenna soltanto; Johansson è interprete legnosa; e Ptassek, pure indisposta, una presenza flebile. Più convincenti Berau e specialmente Stephinger. Li aiuta poco la vigorosa direzione musicale di Dan Ettinger, enfatica e effettistica. Buon successo, qualche fischio a Freyer.

Note: Nuova produzione del Nationaltheater di Mannheim. Altre rappresentazioni: 1 e 6 aprile 2013. Tre cicli del “Ring des Nibelungen” sono in programma dal 22 maggio al 2 giugno, dal 7 al 16 giugno e dal 28 giugno al 7 luglio 2013.

Interpreti: Eva Johansson (Brünnhilde), Edna Prochnik (Waltraute/1. Norn), Katharina Göres (Woglinde), Viola Zimmermann (Wellgunde), Andrea Szántó (Floßhilde/2. Norn), Iris Kupke (3. Norn), Jürgen Müller (Siegfried), Thomas Jesatko (Alberich), Cornelia Ptassek (Gutrune), Thomas Berau (Gunther), Christoph Stephinger (Hagen)

Regia: Achim Freyer (coll. Tilman Hecker)

Scene: Achim Freyer (coll. Petra Weikert)

Costumi: Achim Freyer (coll. Petra Weikert)

Orchestra: Orchester des Nationaltheater Mannheim

Direttore: Dan Ettinger

Coro: Chor des Nationaltheater Mannheim

Maestro Coro: Tilman Michael

Luci: Achim Freyer (design) e Sebastian Alphons

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Bologna: il nuovo allestimento operistico dell’Orchestra Senzaspine ha debuttato al Teatro Duse

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo