Spettacoli

'La Traviata' all'Arena di Verona, l'ultimo sogno di Zeffirelli in mondovisione

Conclusa con una interminabile standing ovation l'opera verdiana trasmessa in diretta su Rai 1 con la regia e le scene del maestro scomparso il 15 giugno, una serata presentata da Antonella Clerici e Vittorio Grigolo. Sul podio Daniel Oren, Aleksandra Kurzak è Violetta, Pavel Petrov è Alfredo e Leo Nucci è Germont

3 minuti di lettura
Una bandiera tricolore sul palco con l'inno di Mameli eseguito dal coro e diretto da Daniel Oren ha aperto la diretta in mondovisione su Rai 1 della Traviata all'Arena di Verona. Un omaggio a Franco Zeffirelli e al suo ultimo lavoro. "Un sogno che diventa realtà" lo ha definito Vittorio Grigolo, giovane tenore di fama mondiale che presenta la serata televisiva con Antonella Clerici.

Poco dopo mezzanotte, la conclusione dell'opera verdiana (trasmessa in diretta su Rai 1) si è conclusa con una interminabile standing ovation, gli applausi più calorosi per Violetta e per il direttore Oren.  E poi l’ultimo per Zeffirelli con la sua immagine sullo schermo. E poi i bis con Oren che dirige dal palco.

A pochi giorni dalla scomparsa del regista, morto a Roma il 15 giugno scorso, l'Arena Opera Festival 2019 inaugura la stagione con la prima dell'opera verdiana firmata Zeffirelli, che ha curato regia e scene dello spettacolo in cui ha introdotto un sipario e che si apre con un funerale. "Il maestro ha amato l'Arena e quest'opera in particolare" ha aggiunto il tenore, "aggiungendo l'emozione del sipario che non è previsto in uno spazio come questo, dove Zeffirelli ha creato una Traviata cinematografica". Per l'occasione la Rai ha reso disponibile il segnale free a tutte le emittenti del mondo.



Lo spettacolo è stato preceduto da un videotributo a Zeffirelli sull'aria di Amami Alfredo che ha ripercorso la sua lunga carriera e i suoi successi all'Arena di Verona. In platea il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura e accolto con un caloroso applauso, la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il ministro per i Beni e le attività culturali, Alberto Bonisoli, il ministro dell'Economia Giovanni Tria e il ministro del Turismo Gian Marco Centinaio.

Negli intervalli tra un atto e l'altro Antonella Clerici e Vittorio Grigolo sono stati raggiunti da altri ospiti che hanno ricordato Zeffirelli, Cecilia Gasdia, Pippo Baudo e Gabriel Garko che era stato diretto dal regista nel film Callas forever accanto a Fanny Ardant. "Era un teatrante, un uomo di teatro, all'estero era il nome più grande in cartellone" ha ricordato Baudo. Clerici e Grigolo intervengono anche durante gli spettacolari cambi scena mentre la "platea si scatena", riferisce il tenore, "urlando Viva Zeffirelli". Tra il secondo e il terzo atto il ricordo è affidato a Vittorio Sgarbi e Katia Ricciarelli. "Ho sempre avuto un'ammirazione per l'incontinenza di Zeffirelli, una scenografia sonora" ha detto Sgarbi. "Era feroce ma un suo complimento era una grade gioia per noi" ha aggiunto Ricciarelli.


L'allestimento kolossal è tra i più ambiziosi mai realizzati dai lavoratori veronesi negli ultimi 40 anni e corona il sogno di Zeffirelli dopo sessant'anni di lavoro sull'opera verdiana. Daniel Oren, direttore musicale del Festival 2019, sale sul podio alla guida di orchestra e coro dell'Arena e di un cast di stelle internazionali per unidici serate. La nuova produzione, ultimo impegno artistico di Zeffirelli, è firmata anche da Maurizio Millenotti per i costumi, dall'étoile Giuseppe Picone per le coreografie, Paolo Mazzon per le luci. Alla prima il ruolo di Violetta è affidato al soprano polacco Aleksandra Kurzak, nei panni di Alfredo il tenore Pavel Petrov. Come Germont eccezionalmente torna per le prime recite il grande baritono Leo Nucci. Per la sola recita del primo agosto, accanto al soprano Lisette Oropesa, torna Vittorio Grigolo e per la prima volta come Giorgio Germont Plácido Domingo, nella settimana in cui festeggia i 50 anni dal debutto in Arena e in Italia, nonché il primo storico incontro proprio con Franco Zeffirelli, avvenuto alla Scala nel 1969.

Franco Zeffirelli era molto legato alla Traviata, l'ha vista per la prima volta nel 1958 a Dallas con Maria Callas nei panni di Violetta. Zeffirelli ha sviluppato la propria idea dell’opera in altre occasioni con i più importanti interpreti del Novecento ma mai a Verona, dove ora va in scena la sua lettura definitiva a coronamento di un progetto lungamente ponderato e desiderato sin dal 2008, frutto di oltre un anno di lavoro condotto coi più fidati collaboratori e assistenti per l’Arena. Una scenografia ambiziosa su più livelli mostrata al pubblico dai movimenti di un colossale sipario, inedita soluzione per gli spazi dell’anfiteatro, che mette alla prova le abilità dei tecnici dell’Arena di Verona.

A interpretare Violetta Valéry si alterna un quartetto di grandi voci e presenze sceniche: il soprano polacco Aleksandra Kurzak, l’americana Lisette Oropesa, la croata Lana Kos e la russa Irina Lungu. Come Alfredo fanno il loro esordio all’Arena di Verona Pavel Petrov, quindi Raffaele Abete e infine Stephen Costello. Come Germont padre eccezionalmente torna per le prime recite Leo Nucci, cui si avvicendano altre tre giovani e autorevolissime voci verdiane: Simone Piazzola, Amartuvshin Enkhbat e Badral Chuluunbaatar. Daniel Oren, direttore musicale del festival 2019, guida l’Orchestra dell’Arena di Verona e il coro istruito da Vito Lombardi. Con lui si alternano sul podio il maestro veronese Andrea Battistoni per due recite (11 e 19 luglio) e Marco Armiliato per la serata speciale del 1 agosto.