Venezia: il labirinto scricchiola, ma Don Giovanni è più saldo che mai

Gli anni passano e il grande labirinto rotante di porte e damaschi fisicamente scricchiola sotto il peso del tempo. Le fondamenta restano però solide, e dopo ben nove anni l’allestimento della “triade” formata dal regista Damiano Michieletto, lo scenografo Paolo Fantin e la costumista Carla Teti continua ad emozionare il suo pubblico. Complice anche il perfetto progetto luci di Fabio Barettin che rinforza il lavoro del regista generando suggestive sovrapposizioni di ombre e personaggi.

L’azione sul palco è spasmodica, e i momenti più emotivamente concitati sono resi con la rotazione vorticosa dell’impianto scenico; come nell’aria di Donna Elvira “Mi tradì quell’alma ingrata” o nel finale dell’atto quarto nel “Bisogna aver coraggio”. A colpire in oltre sono le simmetrie degne di Wes Anderson: personaggi divisi da pareti che agiscono, cercano e si disperano come agendo secondo uno schema “superiore” di cui nemmeno loro si capacitano di far parte.

Ma non sono solo artifici nella movimentazione dei protagonisti e delle masse a rendere interessante e introspettivo questo spettacolo. Vi sono trovate registiche disseminate per l’intero spartito che, unite una all’altra, formano uno spesso strato di coerente sotto-trama in grado di fornire una lettura alternativa dell’opera con tanto di “finale lieto” ri-tramutato in “finale tragico”. In particolare mi sento di citare l’aria di Zerlina “Vedrai Carino” in cui nella mente della giovane contadinella il soggetto del suo canto è Don Giovanni stesso e non il suo futuro sposo (con tanto di disappunto finale quando dal sogno torna alla realtà) e quella di Don Ottavio “Il mio tesoro intanto” in cui l’impotenza del personaggio è resa dalle porte che  – a differenza dei suoi compagni –non è in grado di varcare.

Passando al comparto musicale, Il direttore Jonathan Webb non abbraccia a pieno la visione del regista optando per tempi cauti e agogiche che non sempre seguono e supportano le azioni dei cantanti. Si sono delineati quindi, specialmente nella seconda parte del primo atto, attimi di scollamento tra palco e buca finendo per pregiudicare, specialmente negli insiemi, la performance dei protagonisti.

Buona prova per Orchestra e Coro del Teatro La Fenice, quest’ultimo preparato da Claudio Marino Moretti.

Prova in leggera salita per la Donna Anna di Francesca Dotto, che sostituisce ad un iniziale carenza nei centri un’emissione più piena ed omogenea ed una maggiore attenzione nel legato.

Prova encomiabile quella di Carmela Remigio nei panni di Donna Elvira. Voce cristallina che lascia trasparire il pieno controllo tecnico del suo strumento, unita a doti recitative che la consacrano padrona della scena.

Dotato del giusto physique du rôle e supportato da un timbro avvolgente e da una voce ben proiettata e sicura è il Don Giovanni di Alessio Arduini. Si muove sul palco con naturalezza come di fatto noi spettatori fossimo semplici invitati del suo palazzo.

Assolutamente degno di nota il Don Ottavio Juan Francisco Gatell. Maestro nei passaggi di tono regala pianissimi e vocalizzi a singolo fiato emozionanti.

Omar Montanari ormai assoluto maestro del balbuziente Leporello colpisce e entusiasma senza ricorrere mai all’eccesso. Assolutamente a suo agio vocalmente completa il suo personaggio con una mimica travolgente.

Convincente nel complesso la Zerlina di Giulia Semenzato che raggiunge il massimo della sua prova nel “Vedrai carino” del secondo atto.

Troppa enfasi pregiudica la linearità dell’emissione nel Masetto di William Corrò, che conclude comunque una prova più che positiva.

Completa il cast il corretto e tonante commendatore di Attila Jun.

Compagnia di canto di tutto rispetto che confeziona uno spettacolo di alto profilo in questa serata veneziana, che il pubblico ripaga con calorosi e reiterati applausi.

Matteo Pozzato
(25 giugno 2019)

La locandina

Direttore Jonathan Webb
Regia Damiano Michieletto
Scene Paolo Fantin
Costumi Carla Teti
Light designer Fabio Barettin
Personaggi e interpreti:
Don Giovanni Alessio Arduini
Donna Anna Francesca Dotto
Donna Elvira Carmela Remigio
Don Ottavio Juan Francisco Gatell
Leporello Omar Montanari
Zerlina Giulia Semenzato
Masetto William Corrò
Commendatore Attila Jun
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
Maestro del Coro Claudio Marino Moretti

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