Roma: nuvole minacciose sul grigio Don Giovanni secondo Vick

Mozart si mise in viaggio per Praga a settembre del 1787, lo accompagnava Konstanze; partirono in carrozza “La vettura arancione reca dipinti sopra e intorno agli sportelli mazzetti di fiori a colori naturali, ha i bordi filettati d’oro ma non è verniciata con la lucida lacca cara all’attuale carrozzeria viennese, né ha la cassa tanto panciuta bensì rientrante… “ così Eduard Morike, nella sua novella “Mozart in viaggio verso Praga” del 1856, descriveva la vettura che portava il musicista nella città che aveva accolto con entusiasmo Le Nozze di Figaro; a Vienna il successo era stato di breve durata. A Praga Mozart si era recato a gennaio dello stesso anno e, in quell’occasione, gli fu commissionata una nuova opera Don Giovanni sempre su libretto di Da Ponte così come Le Nozze. Il secondo viaggio, con la amata moglie, era per seguire la messinscena della nuova opera e per dirigerne quattro rappresentazioni. Il 29 ottobre 1787 Don Giovanni andò in scena al Teatro Nazionale con protagonista il baritono pesarese Luigi Bassi. L’anno seguente il 7 maggio 1788 l’opera arrivò a Vienna al Burgtheater. Da allora in poi il mito del seduttore di Siviglia divenne leggendario.

Lo spettacolo del teatro Costanzi con la direzione d’orchestra del Francese Jerémie Rohrer ha concluso la trilogia mozartiana realizzata a Roma da Graham Vick. E’stata scelta la versione di Praga per questa riproposta dell’opera di Mozart al teatro della capitale, dopo tredici anni dall’ultima messa in scena nel 2006 con scene e costumi di Franco Zeffirelli e la direzione di Hubert Soudant; in realtà Don Giovanni non è un titolo molto consueto a Roma. La prima assoluta fu il 9 giugno 1886, direttore Franco Faccio, poi si è vista sulle scene del Costanzi per sole otto volte – nel 1953 Herbert von Karajan diresse un cast da capogiro: Mario Petri Elizabeth Schwarzkopf Nicolai Gedda Sesto Bruscantini, Alda Noni… La prima edizione del 1787 di Praga è quella che non prevede l’aria di don Ottavio Dalla sua pace né quella di Donna Elvira Mi tradì quell’alma ingrata; Mozart le scrisse per la prima di Vienna l’anno successivo.

Come desiderava Vick è stato rispettato un ordine di allestimento non cronologico delle tre opere infatti a gennaio 2017 fu in scena Così fan tutte sul podio, per la prima volta a Roma, Speranza Scappucci; poi Le Nozze di Figaro con la direzione di Stefano Montanari a novembre 2018 chiuse la stagione passata, ad ottobre 2019 infine Don Giovanni.

… “sul palco prende vita un mondo mitico, che ricorda il teatro dell’assurdo di Beckett e sa parlare ai giovani. I ventenni oggi sono tutti un po’ Don Giovanni: sono liberi, non si pongono questioni di rispetto o morale e spesso sono sociopatici”. Poche parole del regista alla presentazione in sala stampa “è uno spettacolo che va visto, non spiegato. Diverso dai lavori precedenti”.

La scena di Samal Blak a sipario aperto ci mostra due grandi nuvole minacciose che preludono al grigiore disseminato dappertutto. I costumi contemporanei sono di Anna Bonomelli.

Don Giovanni e Leporello compaiono vestiti con abiti grigi da manager, assolutamente uguali – un po’confuso lo scambio di abiti per poter sedurre la cameriera – Donna Elvira è abbigliata da suora con la veste e il velo grigi mentre Donn’Anna indossa abiti trovati a caso.

Nel primo cast Alessio Arduini è un seduttore corretto, una bella voce da baritono chiara, puntuale nell’interpretazione anche per la notevole presenza fisica. Manca un po’ il demoniaco del burlador e l’arroganza del nobile di alto lignaggio; ma probabilmente è una scelta registica. Leporello è Vito Priante che nella sua carriera canta entrambi i personaggi di Don Giovanni e del suo servo. Grande disinvoltura e presenza scenica, voce più scura del suo padrone con l’accento giusto per Leporello. Maria Grazia Schiavo ha cantato con grande partecipazione la parte della nobile Donn’Anna, sensibile e ispirata nell’interpretazione pur sacrificata dai costumi che ne mortificano la figura. Donna Elvira non fa un’entrata di effetto abbigliata da suora, attacca ai muri e all’albero spoglio che occupa la scena volantini con la scritta Wanted e la fotografia di Don Giovanni; Salome Jicia canta con precisione manca però di carisma e non esprime la forza della disperazione e del dolore per l’abbandono da parte dell’amato. Don Ottavio era Juan Francisco Gatell, ormai di casa all’Opera di Roma era il nobile amante anche nell’edizione del 2006, voce seducente e interpretazione coinvolgente. Il Commendatore Antonio Di Matteo ha una bella voce di basso più profondo, bene i due giovani contadini Masetto Emanuele Cordaro e Zerlina Marianne Croux.

Direzione del maestro Rohrer puntuale, grande attenzione per l’orchestra e per gli interpreti. Da ammirare la sua precisione alla fine del primo atto quando Vick trasforma la scena del ballo in una orgia, il maestro è riuscito a tenere a bada il palcoscenico con cantanti coro e figuranti scatenati in gesti e movenze scomposti. Un’orgia triste e dolorosa, senza sensualità, ma questa manca totalmente nella regia di Graham Vick. Il pubblico non ha gradito il finale del primo atto ed ha fischiato e contestato rumorosamente la messa in scena a chiusura di sipario.

Nell’ultima scena dell’opera compare un braccio gigantesco con il dito indice puntato: è quello di Dio dall’affresco di Michelangelo Buonarroti nella Cappella Sistina. Don Giovanni spezza il dito indice, quasi una sfida alla religione e al sacro. Non si vede invece il cimitero né la statua del Commendatore. Dopo essere precipitato nell’Inferno il burlador rientra in scena e, appollaiato sull’albero spoglio, osserva i sei malcapitati che sono sopravvissuti a lui, malgrado tutto.

In chiusura molti applausi e riconoscimenti per il direttore e i cantanti, lungamente acclamati.

Annarita Caroli
(5 ottobre 2019)

La locandina

Direttore Jérémie Rhorer
Regia Graham Vick
Scene Samal Blak
Costumi Anna Bonomelli
Movimenti coreografici Ron Howell
Luci Giuseppe Di Iorio
Personaggi e interpreti:
Don Giovanni Alessio Arduini
Leporello Vito Priante
Masetto Emanuele Cordaro
Il Commendatore Antonio Di Matteo
Don Ottavio Juan Francisco Gatell
Donna Anna Maria Grazia Schiavo
Donna Elvira Salome Jicia
Zerlina Marianne Croux
Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma
Maestro Del Coro Roberto Gabbiani

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