Ravenna: dal belcanto agli albori del verismo per la Trilogia d’Autunno 2019

Tre donne, tre destini tremendi e ineludibili. Norma, Aida e Carmen, protagoniste della recente edizione della Trilogia d’autunno a Ravenna, muoiono nel fiore degli anni a causa di un uomo, ma soprattutto costrette dalla propria indole; l’una è sopraffatta dal rigore morale e la seconda dall’impossibilità di separarsi dal compagno, mentre la terza si consegna al suo assassino in un’estrema affermazione di libertà. L’amore e la passione sono i perni su cui ruotano le tre vicende, profondamente umane: merito comune dei tre allestimenti che si sono susseguiti sul palcoscenico del Teatro Alighieri di Ravenna, tra il 1° e il 10 novembre, è l’aver messo in evidenza sentimenti ed emozioni, rinunciando a ogni sovraccarico. La narrazione registica e scenica ha eliminato gli orpelli tradizionali (il fasto esagerato di Aida, il folclore spagnoleggiante di Carmen) in favore di uno scavo nell’interiorità delle figure femminili. Il pubblico ha premiato tutt’e tre gli spettacoli con un successo pieno.

Autrice delle prime due regie è stata come di consueto Cristina Mazzavillani Muti, che però per la prima volta dal 2012, anno della prima Trilogia, ha affidato un’opera a un altro artista, Luca Micheletti, giovane uomo di spettacolo dai molti talenti: è infatti attore e regista di prosa, dotato baritono (già presente con successo nella Trilogia 2018, quest’anno è stato un Escamillo di ragguardevoli doti vocali e imperiosa presenza attoriale) e ora anche regista d’opera.

L’impostazione dei tre spettacoli puntava su scarsi elementi scenici e impiego diffuso di proiezioni in Norma e soprattutto nei primi due atti di Aida, dove per esempio la marcia trionfale era risolta con un susseguirsi d’immagini, senza lo sfarzo del corteo; alla staticità ieratica di alcuni quadri di quest’ultima si contrapponeva la fervida vitalità di Carmen, tutta giocata sul nero e sul rosso, colori della morte e della passione. Doveroso citare gli altri artefici degli efficaci allestimenti, dallo scenografo e visual designer Enzo Antonelli al light designer Vincent Longuemare, dal video programmer Davide Broccoli ai costumisti Alessandro Lai (Norma e Carmen) e Anna Biagiotti (Aida).

La musica è stata ben servita, in questa Trilogia, da tre direttori di diversa età ed esperienza come, nell’ordine, Alessandro Benigni, Nicola Paszkowski e Vladimir Ovodok, che hanno fornito soddisfacenti prove, di segno diverso ma accomunate da sapiente padronanza della partitura e buon rapporto tra orchestra e palcoscenico, sul podio di una “Cherubini” sempre pronta, puntuale e partecipe.

Ottima la qualità media delle compagnie di canto, soprattutto nella parte femminile; per citare solo alcuni degli interpreti principali, Vittoria Yeo, che ha saputo onorare le esigenze del belcanto e ha illuminato la parte di Norma con una rara cura del rapporto tra parola e musica; Riccardo Rados, Pollione di voce piena e sicura, che ha sostituito il protagonista Giuseppe Tommaso indisposto cantando su un lato del palcoscenico mentre Tommaso si muoveva in scena; Monika Falcon dal dolce timbro e Ana Victória Pitts, voce brunita e salda, come Aida e Amneris (il ruolo delle quali è stato raddoppiato in scena dalle brave danzatrici Lara Viscuso e Lara Guidetti); Serban Vasile, nobile Amonasro; Clarissa Leonardi, Carmen sensuale e disinvolta anche dal punto di vista vocale nell’ultima recita (le prime due erano state sostenute con successo da Martina Belli). Di Luca Micheletti, Escamillo, e della sua brillante interpretazione abbiamo già detto. Pregevole la prova dell’attore Ivan Merlo nella parte di Lillas Pastia, a lungo presente in scena per osservare, sostenere e guidare la protagonista.

Partecipavano alle rappresentazioni, con risultati convincenti, anche il neonato Coro Cherubini e il Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini“ con il suo Maestro Antonio Greco; in Carmen i bambini, bravi anche come attori, del Coro di voci bianche Ludus Vocalis diretto da Elisabetta Agostini. Per le coreografie di Aida, ideate da Lara Guidetti, la compagnia DanzActori, emanazione della Trilogia d’autunno, e Giovani Energie Creative, ragazzi coinvolti nello spettacolo in modo inedito con movenze di balli moderni; così come inedita, sempre in Aida, è stata l’emozionante esibizione del soprano Simge Büyükedes, in proscenio prima dell’ultimo quadro a interpretare un magnifico canto turco imperniato su amore e morte.

In nove rappresentazioni, le consuete tre terne successive di tre opere, la Trilogia d’autunno 2019 ha fatto registrare la vendita di oltre 8000 biglietti, in buona percentuale richiesti da spettatori stranieri: un ottimo risultato che conferma la validità della formula e l’appetibilità degli spettacoli proposti, mentre già ferve l’ideazione della rassegna 2020.

Patrizia Luppi
(1-10 novembre 2019)

La locandina

Norma
Direttore Alessandro Benigni
Regia Cristina Mazzavillani Muti
Scene Ezio Antonelli
Personaggi e interpreti:
Norma Vittoria Yeo
Pollione Giuseppe Tommaso / Riccardo Rados
Adalgisa Asude Karadayuz
Oroveso Antonio Di Matteo
DanzActori Trilogia d’autunno
Aida
Direttore Nicola Paszkowski
Regia Cristina Mazzavillani Muti
Scene Ezio Antonelli
Personaggi e interpreti:
Aida Monika Falcon
Aida danzatrice Lara Viscuso
Amneris Ana Victória Pitts
Amneris danzatrice Lara Guidetti
Radames Azer Zada
Carmen
Direttore Vladimir Ovodok
Regia Luca Micheletti
Scene Ezio Antonelli
Personaggi e interpreti:
Carmen Martina Belli / Clarissa Leonardi
Don José Antonio Corianò
Escamillo Luca Micheletti
Micaëla Elisa Balbo
Zuniga Adriano Gramigni
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Coro Luigi Cherubini e Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”
Maestro del Coro Antonio Greco
Coro di voci bianche Ludus Vocalis
Maestro del Coro Elisabetta Agostini

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