L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Angelina al Liotro

di Giuseppe Guggino

È un nuovo allestimento della Cenerentola rossinana all’insegna delle proiezioni con poco o nulla in scena che chiude la poco felice stagione d’opera del Teatro Bellini di Catania. Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi calano la vicenda larmoyant nella cornice etnea, operazione che aiuta a conquistare il favore del pubblico su un cast non indimenticabile.

Catania, 18 dicembre 2019 - Angelina al Liotro etneo, ossia l’elefante in pietra lavica con zanne bianche simbolo della Città di Catania è l’espediente con cui i navigati Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi portano a casa la serata di una nuova produzione di una Cenerentola tutta costruita sul buon retroproiettore del Massimo di Catania. Ecco che allora si evitano alla radice le scene, e qual migliore cornice degli interni di Palazzo Biscari per il palazzo del Principe o dello storico mercato del pesce di Catania, per lasciare dipanare la vicenda strizzando l’occhio al pubblico locale? Peccato che poi la regia vera e propria incappi in qualche svarione di troppo, come ad esempio far cantare ad Alidoro “Ehi ragazza”, quando Angelina è uscita di scena, ma sono inconvenienti teatrali a cui in fondo ormai non si presta più attenzione. Così come probabilmente non si presta attenzione a molto altro.

Ecco che allora le sorellastre Manuela Cucuccio e Sonia Fortunato si agitano pur soffrendo lo scarso volume dei rispettivi mezzi, l’Angelina di Laura Polverelli reca troppo evidentemente i segni del tempo, tanto nel canto d’agilità quanto in quello legato, del Ramiro di David Alegret ci si bea di poco più oltre il timbro, dato che lo squillo, la proiezione e le agilità appaiono deficitari, e Marco Bussi è fin troppo poco autorevole come Alidoro. Non rimangono allora che Luca Dall’Amico che è Don Magnifico dai sillabati plausibili e Vincenzo Taormina che, alle prese con il non facile ruolo di Dandini, ne viene a capo con discreto onore.

Una cosa rende questa Cenerentola degna delle migliori serate ed è la prova di grande virtuosismo dell’Orchestra allorquando dal podio a Julio César Picos Sol (succeduto alle ultime recite a José Miguel Pérez-Sierra) non rimane che spingere sull’acceleratore in qualsiasi stretta per sorvolare sulle troppe mende del cast. Parimenti agguerrito il Coro maschile istruito da Luigi Petrozziello, ma per veder trionfare veramente la bontà all’ombra del Liotro dovrà darsi appuntamento alla prossima occasione.


 

 

 
 
 

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