Piacenza: il veterano Nucci firma la Bohème dei giovani

Nel centenario della morte del celebre librettista Luigi Illica -originario di Castell’Arquato, antico borgo medievale della provincia piacentina- si è inaugurata la Stagione del Teatro Municipale di Piacenza con uno dei suoi più fortunati capolavori: La Bohème.

La Prima è stata anticipata da una novità:  #aperiopera, un importante progetto didattico che ha visto gli studenti del Liceo Respighi di Piacenza cimentarsi nella presentazione dell’opera di Puccini, raccontando e suonando alcune pagine, coordinati da un effervescente corpo docenti.

Inoltre, l’anteprima è stata aperta alle scuole rinnovando l’entusiasmante successo dello scorso anno.

Lunga vita pertanto a queste fondamentali iniziative, atte a sensibilizzare le future generazioni ad apprezzare con consapevolezza i tesori artistici delle nostre radici culturali.

Nata nel solco del progetto Opera Laboratorio 2019, questa produzione di Bohème ha come protagonisti un giovane cast guidato dal sapiente maestro Leo Nucci che per l’occasione ha curato la mise en scène.

La regia, nel tradizionale rispetto delle didascalie e del tessuto musicale ordito in partitura, si è avvalsa delle poetiche ed evocative scene di Carlo Centolavigna, dei costumi di Artemio Cabassi e delle suggestive luci di Claudio Schmidt.

Bohème non è certo un’opera semplice, i quattro quadri che la compongono sono delle miniature in cui si animano squarci di vita di un gruppo di giovani «che parlano di sogni e di chimere», minati da un’esistenza tragicamente fragile.

Leo Nucci fa emergere questo stato d’animo nell’incontro (s)fortunato fra Mimì e Rodolfo, caricando di pathos la figura poetica della gaia fioraia. Ne scaturisce una lettura drammatica e angosciosa in cui sin dal primo incedere in scena di Mimì si avverte il crudele epilogo.

A incarnare perfettamente il ruolo della protagonista è stata un’intensa Maria Teresa Leva, dotata di voce piena e duttile, che ha saputo esaudire con autentica dedizione le richieste espressive del mèlos pucciniano ricamando un «Donde lieta uscì» di profonda emotività interpretativa.

Meno soubrette ma più umana -come d’altronde si rivela essere- la Musetta di Lucrezia Drei si riveste di nobiltà di accento tramite un’equilibratissima linea di canto che rende elegantissimo il celebre Valzer presso il Caffè Momus e dignitosamente commossa la preghiera dell’ultimo quadro.

Dotato di una bella natura vocale, il tenore Azer Zada ha risolto la parte di Rodolfo con non poche difficoltà, ricorrendo a falsetti imposti da una tecnica ancora acerba e insistendo su un canto spiegato che ha notevolmente limitato le dinamiche della scrittura di Puccini.

Più a suo agio, anche scenicamente, il baritono Carlo Seo esibisce un’ottima dizione e intonazione nonché un bel colore brunito, centrando perfettamente il carattere ponderato del pittore Marcello.

Istrionico come sempre Stefano Marchisio si distingue nel ruolo di Schaunard per proiezione, bellezza timbrica e arte scenica.

Assennato il Colline di Maharram Huseynov che con colore aristocratico eleva una «Vecchia zimarra» di belcantistica purezza.

Bene Gianluca Lentini nel duplice ruolo di Benoît e Alcindoro così come Raffaele Feo nei panni di Parpignol.

Se la vena melodica -tutta italiana- di Puccini potrebbe risultare prevedibile anche nelle brevi (ma intense) frasi del canto di conversazione, lo straordinario tessuto leitmotivico sorretto da una magistrale orchestrazione richiede in realtà una minuziosa elasticità esecutiva, nonché fantasia nel far emergere gli effetti sonori che anticipano sorprendentemente il testo musicale cinematografico.

A fronte di questa necessità intrinseca della poetica pucciniana la concertazione di Aldo Sisillo si è manifestata su un piano estremamente risoluto e geometrico, prediligendo una tenuta ritmica serrata e sonorità corpose di stampo teutonico.

Ottimi il Coro del Teatro Municipale di Piacenza diretto dal sapiente maestro Corrado Casati e il Coro Farnesiano di voci bianche istruito dal maestro Mario Pigazzini.

Ed ora non ci resta che attendere i prossimi appuntamenti della stagione lirica piacentina che si preannunciano assai vari e saporiti.

Gian Francesco Amoroso
(20 dicembre 2019)

La locandina

Direttore Aldo Sisillo
Regia Leo Nucci
Regista collaboratore Salvo Piro
Scene Carlo Centolavigna
Costumi Artemio Cabassi
Luci Claudio Schmid
Personaggi e interpreti:
Mimì Maria Teresa Leva
Musetta Lucrezia Drei
Rodolfo Azer Zada
Marcello Carlo Seo
Schaunard Stefano Marchisio
Colline Maharram Huseynov
Benoît /Alcindoro Gianluca Lentini
Parpignol Raffaele Feo
Orchestra Filarmonica Italiana
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
Maestro del coro Corrado Casati
Voci bianche Coro Farnesiano di Piacenza
Maestro del coro voci bianche Mario Pigazzini

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