“Zaide ” al Teatro dell’Opera di Roma

 

Teatro dell’Opera di Roma – Stagione Lirica 2019/2020
“ZAIDE”
Singspiel incompiuto.
Parole di Andreas Schachtner.
Nuovo testo di Italo Calvino
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Zaide CHEN REISS
Gomatz JUAN FRANCISCO GATEL
Allazim   MARKUS WERBA
Soliman PAUL NILON
Osmin DAVIDE GIANGREGORIO
I Schiavo RAFFAELE FEO
II Schiavo LUCA CERVONI
III Schiavo DOMINGO PELLICOLA*
IV Schiavo RODRIGO ORTIZ*
*Dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma
Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma
Direttore Daniele Gatti
Regia Graham Vick
Scene e costumi Italo Grassi
Luci Giuseppe di Iorio
Movimenti mimici Ron Howell
Con la partecipazione di Remo Girone
Nuovo allestimento del Teatro dell’Opera di Roma in collaborazione con il Circuito Lirico Lombardo (Teatro Sociale di Como/ASLICO, Teatro Ponchielli di Cremona, Teatro Fraschini di Pavia e Teatro Grande di Brescia)
Roma, 24 ottobre 2020
Scelta coraggiosa e generosa da parte del teatro dell’Opera di Roma questa Zaide di Mozart che per le sue caratteristiche strutturali è parsa essere compatibile con le misure di distanziamento e profilassi dettate dalla pandemia in corso e la cui messa in scena ha consentito di salvare i contratti di un cast già scritturato per un’altra produzione purtroppo cancellata a causa del Covid. Un gesto di grande sensibilità ed un segnale di grande civiltà dato dal Teatro e forse passato sotto silenzio in un momento di rivendicazioni plateali e risentimenti gridati per i disagi sofferti, alcuni comprensibili e sensati, altri francamente molto meno condivisibili nella sostanza e soprattutto nella forma. Ma torniamo alla musica, importante punto di riferimento per la società in ogni condizione e tanto più in un momento di così profonda inquietudine, preoccupazione e incertezza per il futuro.
Zaide è un singspiel incompiuto di Mozart del quale il libretto è andato perduto e sono giunti a noi solo 15 numeri musicali che si colloca nell’ambito dei lavori su soggetto turco ampiamente esplorato da Mozart e da molti altri compositori e letterati. In occasione di un allestimento dei primi anni ottanta del secolo scorso si pensò di affidare ad Italo Calvino la scrittura non già di un libretto sostitutivo ma di un testo di raccordo dei vari numeri musicali recitato da un personaggio estraneo alla vicenda il quale, teatro nel teatro, non solo narra gli avvenimenti che sono mimati dai personaggi ma come in un’opera aperta quale per l’appunto è un testo incompiuto e frammentario,  ipotizza diverse soluzioni per lo svolgimento della vicenda che in scena vengono simpaticamente mimate con le diverse varianti dai bravissimi interpreti. Il regista Graham Vick colloca l’opera in un buio cantiere in epoca contemporanea in cui si demolisce un palazzo e tra le macerie del quale viene rinvenuto l’incompleto o forse incompiuto manoscritto di Zaide. Tale scartafaccio è in mano ad un ipotetico direttore dei lavori il quale via via che si addentra nella lettura e nelle sue riflessioni fa sì che compaiano in un ironico gioco divertente e divertito i vari personaggi in costume turco. Da queste basi parte lo svolgimento della trama con spunti divertenti e riferimenti alla realtà contemporanea dal quale è escluso in una prospettiva illuminista ogni confronto fra islam e cristianesimo. L’umanità è chiamata ad amare lottare aiutare in un divenire dall’esito incerto sancito dalla vicenda che inizia a sipario aperto e finisce nell’incerto finale dell’opera le cui gemme musicali rifulgeranno ancora negli anni a venire ma in altri spazi spesso imprevisti o addirittura inimmaginabili. Tuttavia brilleranno. Potranno essere incerte le sorti dei singoli individui ma per l’umanità e per il bello dei tesori mozartiani esiste dunque la prospettiva di un futuro. Messaggio consolatorio e rassicurante in tempo di pandemia, affidato al garbo e alla leggerezza della regia e alla apollinea ma viva raffinatezza delle musiche di Mozart.
Splendida la direzione del maestro Daniele Gatti per chiarezza della concertazione, ricerca della qualità del suono ed eleganza del fraseggio. Assolutamente straordinario il gruppo degli interpreti vocali, impegnati in parti imparate in poco tempo e tutti ottimi sia sul versante vocale che scenico per alcuni dei quali particolarmente impegnativo. In particolare Zaide è stata una soave Chen Reiss, Gomatz un atletico e elegante Juan Francisco Gatell, Allazim un autorevole Markus Werba, Soliman un deciso Paul Nilon ed Osmin un bravo e convincente Davide Gangregorio. Bravi anche i quattro schiavi tra i quali ricordiamo che due di loro provengono dalle fila del progetto Fabbrica.
Infine Remo Girone, simpatico, acuto e sottile narratore, perfettamente inserito nel contesto teatrale e musicale con una limpidezza vocale e il suo inconfondibile timbro in perfetta sintonia con le linee della musica di Mozart. Alla fine lunghi ed affettuosi applausi per tutti, come se si salutasse un amico caro che non si sa quando sarà possibile ritrovare. Foto Yasuko Kageyama – Opera di Roma