Vienna, Wiener Staatsoper: “Die Fledermaus”

Vienna, Wiener Staatsoper, stagione lirica 2020/21
“DAS FLEDERMAUS”
Operetta in tre atti su libretto di  Carl Haffner e Richard Genée da “Le Réveillon” di Henri Meilhac e Ludovic Halévy.
Musica di Johann II Strauss
Gabriel von Eisenstein GEORG NIGL
Rosalinde CAMILLA NYLUND
Franck JOCHEN SCHMECKENBECHER
Principe Orlofsky OKKA VON DER DAMERAU
Alfred MICHAEL LAURENTZ
Dott. Falke MICHAEL HÄßLER
Adele REGULA MÜHLEMANN
Frosch PETER SIMONISCHEK
Dott. Blind ROBERT BARTNECK
Ida ILEANA TONCA
Iwan JAROSLAV PEHAL
Wiener Philarmoniker
Wiener Staatsoper Chor
Direttore Cornelius Meister
Maestro del coro Thomas Lang
Regia Otto Schenck
Scene Günther Schneider-Siemssen
Costumi Milena Canonero
Vienna, 31 dicembre 2020 (diretta streaming)
Miglior chiusura non potrebbe aver avuto il 2020 viennese di questa ottima ripresa dello storico “Die Fledermaus” con cui ogni anno la Wiener Staatsoper saluta il proprio pubblico. Quest’anno ovviamente la produzione è andata in scena solo per la trasmissione in streaming ma nulla a perso di freschezza e vivacità teatrale regalando non solo ai viennesi una serata di autentica gioia musicale, tanto più preziosa in questi grami tempi.
La regia di Otto Schenck – con scene di Günther Schneider-Siemssen e costumi di Milena Canonero – è la quintessenza della più pura tradizione viennese ma non è solo la splendida testimonianza di un tempo perduto tra storia e sogno. Quello di Schenck è ancora uno spettacolo vitale, su cui se un po’ di polvere si è depositata questa l’ha reso solo più affascinante. Uno spettacolo che si guarda con gioia, che diverte veramente nella sua inesausta freschezza. Le scene di sapore quasi cinematrografico e gli impeccabili costumi contribuiscono a creare quella magia che reso questo Fledermaus un caposaldo insostituibile.
Cornelius Meister dirige splendidamente. Leggero, brillante, spumeggiante, una lettura autenticamente festosa, non banale, capace di cogliere tutte le sfumature della partitura dall’attesa spasmodica al trionfo della festa fino all’atto della prigione, del mattino seguente, che vede tutti un po’storditi da troppi valzer e  champagne. Meister non solo avvolge la vicenda in una radiosa cornice sonora, ma accompagna splendidamente in cantanti mostrando sempre una grande attenzione.  Purtroppo mantiene la scelta di tradizione di eseguire come balletto “Under Donner und Blitz” invece delle danze appositamente composte da Johann Strauss. La compagnia di canto si mostra pienamente all’altezza. Camilla Nylund uno dei più importarti soprani lirico-drammatici wagneriani e straussiani dei nostri tempi affronta Rosalinde sfoggiando non solo una pienezza e una robustezza vocale veramente ammirevoli – le note gravi della czardas del II atto sono apparse ricche di suono, troppo spesso carenti quando la parte è affrontata a cantanti più “leggere” – la Nylund sorprende anche per la brillantezza espressiva e per le brillanti capacità attoriali abituati a sentirla in ruoli eroici o drammatici.Il fedifrago marito Gabriel von Eisenstein è affidato a Georg Nigl. Il baritono viennese che negli ultimi anni si è affermato come interprete raffinato e sensibile in un repertorio assai vasto – da Papageno a Wozzeck – si cala agevolmente nello spirito dell’operetta, con facilità di canto ragguardevole – la parte di von Eisenstein è particolarmente acuta per un baritono, presentando caratteristiche tenorili, che Nigl supera agevolmente –  unita a una vivacità  scenica perfetta per la natura del personaggio e lo stile operettistico.
Okka von der Damerau non mostra  il timbro scuro e l’affascinante presenza scenica ideale per il principe Orlosfky, canta però  con gusto e proprietà, reggendo onorevolmente la parte. Deliziosa l’Adele di Regula Mühlemann, luminosa nel canto e di irresistibile brillantezza sul piano scenico. Il  contrasto timbrico con la Nylund funziona alla perfezione.Martin Häßler è un Dottor Falke di forte spicco vocale e scenico: voce di bel timbro, basso-baritonale, accento ironico e brillante. Più debole l’Alfred di Michael Laurenz:  voce anonima e poco seducente; una prestazione in tono minore, unico anello debole della produzione, nonostante un buona presenza attoriale. Jochen Schmeckenbecher basso baritono wagneriano – in Italia lo ricordiamo Amfortas nel “Parsifal” torinese – è un direttore delle carceri Frank di importante presenza vocale e scenica. Ileana Tonca  è “sprecata” come Ida, un po’ troppo sopra le righe e non così simpatico come si gradirebbe il carceriere Frosch interpretato dall’attore Peter Simonischek. Completano il cast Robert Bartneck (Dott. Blind) e Jaroslav Pehal (Iwan).
Inutile ribadire la prova sontuosa dei Wiener Philarmoniker che in questo repertorio mostrano una partecipazione stilistica ed una sintonia espressiva ineguagliabili. Incredibili certi ritmi  “barcollanti” in cui lo champagne sembra stordire lo stesso andamento musicale,  nessuno è in grado di renderli con la precisione e l’eleganza dell’orchestra viennese. Ottimo il Wiener Staatsoper Chor nei ritmi turbinanti della festa del secondo atto e nel tripudio finale.