Palermo, Teatro Massimo: “Lucia di Lammermoor”

Palermo, Teatro Massimo, stagione lirica 2021
“LUCIA DI LAMMERMOOR”
Melodramma lirico in tre atti di Salvatore Cammarano da “The Bride of Lammermoor” di Walter Scott
Musica di Gaetano Donizetti
Lord Enrico Ashton ERNESTO PETTI
Lucia SARA BLANCH
Edgardo di Ravenswood CELSO ALBELO
Raimondo Bidebent MICHELE PERTUSI
Arturo DAVID ASTORGA
Normanno MATTEO MEZZARO
Alisa NATALIA GAVRILAN
Orchestra e coro del Teatro Massimo di Palermo
Direttore Roberto Abbado
Mise en espace Ludovico Rajata
Costumi William Orlandi
Progetto visivo William Orlandi e Ludovico Rajata
Animazione digitale Fabiola Nicoletti
Luci Fiammetta Baldiserri
Maestro del Coro Ciro Visco
Palermo, Teatro Massimo, 22 maggio 2021
La riapertura al pubblico non ha rappresentato per il Massimo di Palermo la rinuncia alla programmazione streaming che è continuata con questa nuova produzione di “Lucia di Lammermoor”. Lo spettacolo presentato in forma semi scenica si è in realtà poco distinto da un vero allestimento scenico risultando anzi più ricco e curato al riguardo di altre produzioni. L’unico elemento “concertante” è il coro posto in file ordinate con leggio. Per il resto troviamo un autentico impianto scenico seppur realizzato per lo più con l’uso di proiezioni, bei costumi e recitazione curata. La vicenda è trasposta all’800′, in un mondo connotato da suggestioni romantiche e neo-gotiche. Il risultato è  suggestivo, pienamente compiuto anche nella componente visiva. L’ascolto in streaming non permette di valutare la resa vocale dei cantanti normalmente impegnati sul palco e l’orchestra collocata in sala.
I complessi del Massimo sono guidati per l’occasione da Roberto Abbado al quale va il primo merito del rigoroso rispetto della partitura non solo eseguita integralmente ma anche ripristinando la versione originale accompagnata dalla glassarmonica – suonata da Sacha Reckert – con il suo carattere spettrale. La direzione di Abbado risulta pienamente funzionale allo spettacolo e la lunga esperienza si nota nell’accompagnamento delle voci. Le dinamiche risultano teatrali senza eccessi,  il canto  sempre adeguatamente sostenuto. Nei momenti più lirici si apprezza la resa dei colori orchestrali. Qua e là l’orchestra è apparsa  “troppo presente”, forse in ragione della disposizione, dovuta alle ben note imposizioni sanitaria, creando così qualche scompenso evidente con la ripresa sonora. Valido l’apporto dei complessi del Massimo. Si apprezza l’ottimo lavoro di preparazione compiuto dal direttore stabile, Meir Wellber.
La parte della protagonista è stata affidata alla spagnola Sara Blanch, soprano lirico-leggero dal canto sicuro e facilissimo. La voce è di bel colore e volteggia sicura anche nelle tessiture più acute che affronta con ammirevole naturalezza. Le agilità  sono nitide e pulite, la linea di canto elegante e musicale. I limiti si riscontrano nel settore centrale  che risulta  povero di suono. Lucia non è parte autenticamente “leggera” e un maggior corpo sarebbe auspicabile per rendere al meglio tutte le sfaccettature del ruolo. L’accento è attento e curato anche se ancora  poco rifinito.
Celso Albelo (Edgardo) è emerso come uno dei tenori di maggior spicco in campo belcantista,  incantando per la facilità degli acuti e l’eleganza del canto. Purtroppo parte di queste qualità si sono perse strada facendo. La voce, attualmente, mostra un maggior corpo, a scapito però della naturalezza del registro acuto – il che può essere fisiologico – ma anche la linea di  canto ha perso in eleganza.  Resta un cantante dalle innegabili qualità e sicuramente il suo Edgardo  si ascolta con piacere, con pizzico di rammarico, pensando a com’era pochi anni addietro.
Ernesto Petti è un Enrico di corretta professionalità. Il giovane baritono non manca di sicurezza, nell’insieme funzionale anche se non ancora capace di imporsi in modo più personale e compiuto. Suoniamo ripetitivi nell’affermare che il nome di Michele Pertusi come Raimondo è garanzia di dovizia vocale, autorità d’accento, total autorevolezza del ruolo.
David Astorga fa il suo onesto compito nell’ingrato ruolo di Arturo; molto bravi Matteo Mezzaro (Normanno) e Natalia Gavrilan (Alisa). Foto Rosellina Garbo)