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Diamo conto di come sono andate le prime due recite dell'opera verdiana con cantanti alternativi

La Traviata i due cast

servizio di Angela Bosetto

Pubblicato il 20 Luglio 2021

210720_Vr_00_LaTraviata_FrancescoIvanCiampa_phFotoEnneviVERONA -  Dopo Cavalleria rusticana, Pagliacci, Aida e Nabucco, il quinto titolo dell’estate veronese è l’opera più vista al mondo, ossia La Traviata di Giuseppe Verdi, proposta da Fondazione Arena in un nuovo allestimento che si avvale di un’esclusiva collaborazione con le Gallerie degli Uffizi per proporre (insieme al melodramma) un percorso di studio sulla figura femminile. Alcuni fra i dipinti più celebri conservati dalle collezioni private del museo fiorentino scorrono dunque sul ledwall durante i due preludi dell’opera e in questo fluire di soggetti muliebri (Veneri e Madonne, sante e peccatrici, figure bibliche e divinità pagane, nobildonne e cortigiane) emergono i vari volti di Violetta Valéry, donna moderna perché avulsa da ogni epoca eppure consegnata a un mito che si muove in perfetto equilibrio fra l’infimo e il sublime.
Due ampie scalinate (percorse da personaggi e figuranti) incorniciano il cuore della scena, che diviene, in base alle necessità, un festoso salotto parigino (la Ville Lumière viene evocata anche dalle proiezioni, che, al pari dei costumi, spostano la vicenda nella Belle Époque), il buen ritiro di Violetta e Alfredo (fuori dal quale nevica) o la camera da letto in cui la sventurata decede dopo aver invano sognato di lasciare Parigi insieme all’amato, giunto troppo tardi al suo capezzale.
Si tratta insomma del tipico spettacolo che, attingendo alle suggestioni di Franco Zeffirelli e Hugo de Ana, punta a compiacere il pubblico che «viene in Arena a vedere La Traviata tradizionale» e passa senza colpo ferire nel rispetto dei protocolli sanitari.

210720_Vr_01_LaTraviata_IrinaLungu_facebook_phFotoEnnevi

Sul podio il maestro Francesco Ivan Ciampa fa tutto ciò che è in suo potere per garantire all’Orchestra la maggior compattezza raggiungibile (nei limiti della nuova disposizione dettata dalle norme anti-Covid), cercando di mantenere sempre vivo il dialogo con il Coro (distanziato e spostato sulle gradinate, ma sempre ottimamente preparato da Vito Lombardi) e il palco all’insegna di una dinamica ricercatezza. Al netto del difficile momento che si sta vivendo (o forse anche per questo), le prime due date hanno riscosso un caloroso successo con autentiche ovazioni per i tre cantanti protagonisti.

Primo cast – 10 luglio 2021
Chiamata a sostituire a tempo di record sia Ailyn Pérez, sia Lisette Oropesa nei panni di Violetta Valéry, Irina Lungu accetta di salire sul palco praticamente senza prove e, purtroppo, tale “ingresso a freddo” si sente soprattutto nel primo atto, il cui esito si ferma al di sotto delle possibilità di un soprano che ha alle spalle oltre duecento recite della Traviata (edizione areniana 2019 inclusa). Tuttavia, per quanto le ardite colorature iniziali siano da sempre croce e delizia di interpreti e critici, gli atti in cui una Violetta deve saper fare la differenza sono il secondo e il terzo e in quel tipo di dolente scrittura lirica la Lungu ribadisce la propria capacità di emergere senza problemi per vocalità e temperamento, dalla disperazione dello sfogo “Così alla misera, ch’è un dì caduta” all’ultima impetuosa ribellione al fato di “Gran Dio! Morir sì giovane”.
Al suo fianco Francesco Meli conferma quanto Alfredo Germont rimanga uno di quei ruoli tenorili in cui far risplendere al meglio una voce già di suo luminosa e molto bella, facendone un’autentica ambasciatrice del fraseggio, dei chiaroscuri e della cantabilità dell’opera verdiana.
Verdiano doc è anche il baritono Luca Salsi, convocato pure lui all’ultimo momento al posto di Zeljko Lucic, ma capace di entrare in una produzione con pochissimo preavviso e regalare un magistrale Giorgio Germont come se (beato lui) fosse la cosa più semplice del mondo. La sua lettura veemente e carismatica del celebre padre verdiano fa da perfetta controparte al sofisticato eppure impulsivo Alfredo di Meli, ma del resto i due cantanti sono un team scenico-artistico talmente rodato che non c’è da stupirsene.
Nel resto del cast, da un lato si distinguono le brave Victoria Pitts (Flora Bervoix) e Yao Bohui (Annina), dall’altro si confermano solide certezze Carlo Bosi (Gastone di Letorières), Nicolò Ceriani (Barone Douphol), Romano Dal Zovo (Dottor Grenvil).
Bene anche Natale De Carolis (Marchese d’Obigny), funzionali Max René Cosotti (Giuseppe) e Stefano Rinaldi Miliani (nel doppio ruolo del Domestico e del Commissario).
Molto applaudita dal pubblico la Prima ballerina Eleana Andreoudi, che guida il segmento danzante dedicato a Zingarelle e Mattadori.

Secondo cast – 16 luglio 2021
A sei giorni di distanza dalla precedente recita, tocca ancora a Irina Lungu incarnare la “traviata” Violetta Valéry. Stavolta però ha avuto un minimo di tempo per prepararsi allo spettacolo. La differenza si sente sin dall’atto iniziale (affrontato con l’adeguata disinvoltura e decisamente molto più convincente rispetto alla prima), ma si nota anche nei dettagli interpretativi e nelle movenze sceniche del soprano, che può così prodursi in una prova completa, capace di esaltarne appieno le doti vocali e attoriali.
Alfredo Germont è un personaggio indubbiamente azzeccato per il debutto areniano di Celso Albelo. Grazie al suo canto limpido ed elegante, il tenore spagnolo ritrae il celebre innamorato (nato dalla penna di Alexandre Dumas figlio e "reinterpretato" in chiave drammaturgica da Francesco Maria Piave per Verdi) come un ragazzo mite e gentile, ma subito pronto allo slancio (tanto della passione quanto dell’ira) se ricambiato o provocato.
Simone Piazzola indossa i panni di Giorgio Germont con tutta l’autorevole disinvoltura di chi sostiene tale ruolo da tanto tempo e continua a esplorarne i vari risvolti. Ne esce una figura paterna divisa fra il “senso dell’onor” e l’affetto verso la propria prole (sentimento che solo alla fine si estende anche alla “generosa” Violetta), conflitto che Piazzola rende con austera nobiltà e senza mai perdere il borghese contegno del personaggio.

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Completano efficacemente il cast Victoria Pitts (Flora Bervoix), Chiara Tirotta (che debutta in Arena nei panni di Annina), Nicolò Ceriani (Barone Douphol), Romano Dal Zovo (Dottor Grenvil), Marcello Nardis (Gastone di Letorières), Dario Giorgelè (Marchese d’Obigny), Max Renè Cosotti (Giuseppe) e Stefano Rinaldi Miliani (Domestico/Commissario), mentre “le pompose feste” vengono animate dalla Prima ballerina Aigerim Beketayeva.
Repliche 23 luglio, 7 e 19 agosto, 2 settembre 2021.

210720_Vr_6_LaTraviata_panoramica_phFotoEnnevi

Crediti fotografici: Foto Ennevi per la Fondazione Arena di Verona
Nella miniatura in alto: il maestro Francesco Ivan Ciampa sul podio della Traviata
Sotto: Irina Lungu nel ruolo di Violetta Valéry
Al centro in sequenza: Luca Salsi (Giorgio Germont); Francesco Meli (Alfredo) e Irina Lungu
Sotto in sequenza: Simone Piazzola (Giorgio Germont); Celso Albelo (Alfredo) e ancora la Lungu
In fondo: una bella panoramica di Foto Ennevi sulla Traviata areniana 2021






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