L’opera romana degli esordi trionfa a Vienna, tutto esaurito per “La Rappresentatione di anima et di corpo”

L’opera romana degli esordi trionfa a Vienna, tutti esauriti i 1.300 posti
di Luca Della Libera
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Domenica 3 Ottobre 2021, 17:09

L’opera romana degli esordi trionfa a Vienna. “La Rappresentatione di anima et di corpo” di Emilio de’ Cavalieri, scritta nell’anno santo 1600 per l’oratorio della Chiesa Nuova, è andata in scena domenica scorsa con grande successo come spettacolo inaugurale della stagione del Theater an der Wien di Vienna. Tutti esauriti i milletrecento posti, senza distanziamento ma con controlli rigidissimi all’ingresso, di questa sala inaugurata nel 1801 che ha ospitato la “prima” di “Fidelio” di Beethoven nel 1803. Negli ultimi decenni è diventata il punto di riferimento viennese per originalità e innovazione nelle scelte del repertorio e degli allestimenti. Robert Carsen, ha firmato la regia e le scene, rendendo evidente come questa “Rappresentatione per recitar cantando” con molti personaggi allegorici possieda grande attualità drammaturgica.

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Il Prologo, nel quale due giovinetti discutono sul senso della vita, è stato completamente riscritto da Carsen e Ian Burton in una vera e propria babele linguistica: in scena tutta la compagnia in moderni abiti da viaggio.

Il Tempo, vestito come un clochard con la bottiglia in mano, li ammonisce sulla caducità della vita. Anima e Corpo sono una giovane coppia in jeans e trolley in mano che discutono sui massimi sistemi. Ammoniti dal Tempo, guidati dall’Intelletto, tentati dal Piacere e dal Mondo, grazie ad un Angelo custode e al Consiglio arriveranno in Paradiso attraverso un percorso iniziatico.

L’impianto scenico è essenziale ed è risolto con un uso magistrale dei colori e delle luci. Le tentazioni del Piacere sono affidate ad un nugolo di scatenati figuranti rossi assetati di sesso. Il nero è il colore dell’Intelletto e del Consiglio, il giallo oro domina il Mondo e la Vita Mondana, l’Angelo Custode e le anime beate sono bianchi.

In scena c’è una pedana girevole al centro e nel fondale una porta. Il terzo atto è un capolavoro: le anime beate e dannate salgono e scendono occupando il palcoscenico in tutta la sua altezza, ora felici e luminose, ora disperate e tremanti, una chiara citazione del Giudizio universale di Michelangelo, che il compositore conosceva molto bene: a suo padre, il nobile Tommaso de’ Cavalieri, il grande pittore dedicò sonetti e disegni. Merito del direttore Giovanni Antonini, alla guida del suo complesso di specialisti del “Giardino armonico” è stato di assecondare il dettato musicale alla recitazione, imprimendo fluidità e respiro a ogni nota. Ottimo l’Arnold Schönberg Choir diretto da Edwin Ortner e impeccabili i musicisti de “Il giardino armonico” per qualità di suono e precisione anche negli intermezzi strumentali. Molto buono il cast, in particolare i due giovani e affermati cantanti italiani: il controtenore Carlo Vistoli nel ruolo dell’Angelo e il mezzosoprano Giuseppina Bridelli in quello di Vita Mondana e Anima Beata. 
 

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