Spettacoli 2021

Le convenienze ed inconvenienze teatrali

Un nuovo grande successo per il Municipale di Piacenza: Le convenienze ed inconvenienze teatrali di Gaetano Donizetti. 

“Il teatro per la sua intrinseca sostanza è fra le arti la più idonea a parlare direttamente al cuore e alla sensibilità della collettività. Noi vorremmo che autorità e giunte comunali si formassero questa precisa coscienza del teatro considerandolo come una necessità collettiva, come un bisogno dei cittadini, come un pubblico servizio alla stregua della metropolitana e dei vigili del fuoco.” Così scriveva un grande impresario teatrale come Paolo Grassi e il teatro Municipale di Piacenza ha proprio seguito questa strada, dare alla comunità una serata di allegria e spensieratezza pur nel segno della cultura e della grande musica. In scena Le convenienze ed inconvenienze teatrali di Gaetano Donizetti, opera andata in scena la prima volta nel 1827 a Napoli e successivamente nella versione in due atti a Milano nel 1831. In questo lavoro metateatrale, si racconta del tentativo di mettere in scena un’opera, e lo si fa in modo attualissimo: le liti i malintesi i tentativi di primeggiare, tutti i “topoi” del mondo dello spettacolo, attuali oggi così come nell’Ottocento. L’attualizzazione del testo in questa edizione è di Alberto Mattioli, prestigiosa firma del giornalismo teatrale che non necessita certo di presentazione.

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Giuliana Gianfaldoni

Il regista Renato Bonajuto e lo scenografo Danilo Coppola ambientano il primo atto in un teatro scalcinato, al centro della scena una grande tela che evoca i Décollage di Mimmo Rotella: manifesti strappati che racconto la vita del teatro. Ai lati due grandi colonne che ricordano l’arcoscenico della Scala. Nel secondo atto, quello dedicato alla messa in scena dell’opera, compaiono elementi che rimandano, sempre con un sorriso, alla scenografia barocca. Una regia ispiratissima, che funziona perfettamente pur nella semplicità, tante le trovate divertenti come la grande conchiglia botticelliana da cui spunta la Venere mamma Agata e la sua scoppiettante entrata dal fondo del teatro. Bellissimi i costumi volutamente sopra le righe di Artemio Cabassi che inventa, soprattutto per la straripante mamma Agata, dei completi luccicanti da avanspettacolo. Bravi anche i ballerini dell‘Ensemble Capital Ballet nei loro interventi coreoagrafati da Riccardo Buscarini che assecondano con ironia le velleità artistiche della ballerina Agata. Sempre adeguate le luci di Michele Cremona

Riuscitissima anche la parte musicale, una vera delizia per le orecchie (e per gli occhi) senza riserva alcuna.

Marco Filippo Romano interpreta il ruolo di Mamma Agata, un personaggio che può essere considerato uno dei punti di arrivo nella carriera di un baritono buffo. Romano è semplicemente perfetto: istrione, disinvolto, divertente e divertito, interprete di rango, di quelli che assicurano allo spettacolo la “zampata” del fuoriclasse. La scrittura vocale del personaggio è tutt’altro che semplice e richiede all’interprete una grande preparazione tecnica, oltre ad una eccezionale proprietà di fraseggio. Il baritono mette in evidenza ancora una volta la bellezza di un mezzo dal bel colore brunito, pastoso e potente nella salita al registro acuto, sempre ben controllato ed appoggiato. L’esecuzione dell’aria “Assisa a’ piè d’un sacco”, con la sua irresistibile parodia della melodia rossiniana, repertorio nel quale Romano conosce ben pochi rivali, resta uno dei vertici indiscussi della sua interpretazione. Graffiante e penetrante il declamato, sempre composto e raffinato, mirabile la capacità dell’artista di imprimere al personaggio una lettura moderna e scevra da ogni possibile macchietta. Spassossimo nei suoi numerosi cambi d’abito, potremmo quasi dire che in questa occasione, al Teatro Municipale di Piacenza, è nata “una vera Diva”.

L’altra vera primadonna della serata, è il caso di dirlo, è Giuliana Gianfaldoni nel ruolo di Corilla. Voce immacolata, la sua, pulitissima ed educata, che, grazie ad un controllo tecnico ineccepibile, riesce a realizzare arabeschi sonori di mirabile precisione. Nella prima aria domina la scrittura donizettiana con invidiabile facilità snocciolando le agilità previste con puntualità. Giunta all’appuntamento dell’aria di baule di secondo atto, “Arpa gentil” da “Il viaggio a Reims” di Gioachino Rossini, regala un’esecuzione ispirata e commossa con un fraseggio delicatissimo e vaporoso. Si segnala l’eccezionale ripresa dell’aria con un bellissimo ventaglio di sfumature realizzate con filati ben appoggiati e melodiosi sopracuti in pianissimo. Irresistibile poi è la sua bravura scenica, crea un personaggio capriccioso e volubile, icona dei social, come una vera primadonna di oggi.

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Marco Filippo Romano

Silvia Beltrami, entra in scena in primo atto in abiti maschili, la sua Dorotea, infatti, è un mezzosoprano che si finge un contro tenore pur di avere una parte nella commedia. Riesce quindi a stupire il pubblico in sala lanciandosi nella mirabolante esecuzione dell’aria “Con tromba guerriera” da Lucio Silla di Georg Friedrich Händel, un magistrale duetto/duello vocale con la tromba in orchestra che l’artista affronta con sicurezza e facilità. Il personaggio torna quindi in secondo atto, questa volta in abiti femminili, per dare vita ad un gustosissimo duetto con Mamma Agata, il brano “Vieni pure, a me t’accosta” da L’equivoco stravagante di Gioachino Rossini. La Beltrami mostra qui un seducente timbro brunito, una linea vocale omogenea e un ottimo dominio del canto di agilità. Del pari riuscitissima l’interpretazione, grazie ad una gestualità e un’intensità di sguardi che tradivano la simpatica intesa con la straripante Mamma Agata di Marco Filippo Romano

Bravissimo Matteo Desole nel ruolo di Guglielmo, spassosissimo nel mettere in evidenza pregi e difetti di un tenore di nazionalità francofona. Nella prima aria risulta esilarante nel fingere stecche e afonie improvvise, sfoggiando subito dopo il vigore e lo squillo della voce ritrovata. In secondo atto propone nuovamente questo brano, in abiti di scena settecenteschi, esibendo una notevole musicalità e un ragguardevole controllo del registro superiore. Il colore solare del timbro, unitamente alla verve scenica, concorrono a siglare una prestazione di sicuro interesse.

Ottima la prova anche di Nicolò Donini cui spetta il compito di interpretare il personaggio di Procolo, marito di Corilla. Scenicamente impeccabile, disinvolto, ironico e nevrotico quanto deve essere il compagno di una primadonna. Degna di nota l’esecuzione vocale, soprattutto nella seconda parte nella scena “Son guerriero e sono amante” dove l’artista mette in evidenza una linea vocale spavalda e fluida.

Bravissima Paola Leoci, nella parte di Luigia, viperina quanto basta nei confronti della primadonna e vittima delle aspettative di Mamma Agata. Vocalmente spigliata, convince anche sotto il profilo scenico risultando ironica e aggraziata. 

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Marco Filippo Romano, Silvia Beltrami, Giuliana Gianfaldoni, Matteo Desole, Paola Leoci e Stefano Marchisio

Andrea Vincenzo Bonsignore interpreta il personaggio di Biscroma Strappaviscere con ottimi risultati sia vocali, grazie ad una voce dal bel colore vellutato ed una linea caratterizzata da freschezza e morbidezza, sia scenici, grazie alle ottime capacità attoriali e ad una sapiente vis comica. Godibilissimi gli scambi di battute e di sguardi con i diversi interpreti, specchio fedele di quelle dinamiche teatrali che si riscontrano in ogni produzione teatrale. 

Ben tratteggiato il Prospero Salsapariglia di Stefano Marchisio, efficace e giustamente maniacale nel tratteggiare i cliché del regista tipo. 

Maiuscola l’interpretazione di Dario Giorgiolè, il Sovrintendente, che, in questa edizione viene chiamato ad incarnare una parodia fedele del sovrintendente che attualmente è alla guida di un noto teatro milanese. Degna di nota la sua proprietà di linguaggio, con artefatta pronuncia francese.

Completa la locandina l’efficace Juliusz Loranzi nel ruolo dell’Ispettore del Teatro.

Il Maestro Giovanni di Stefano coglie perfettamente lo spirito della partitura donizettiana offrendo una lettura brillante, caratterizzata da ritmo spedito e serrato. Il gesto del direttore appare sempre pertinente e stilisticamente adeguato, mostrando, per altro, una buona complicità con gli artisti sul palcoscenico, elemento essenziale in questo titolo. 

Di buon livello la prova della Orchestra Filarmonica Italiana, in grado di restituire sonorità compatte e divertenti.

Un’ottima conferma, come sempre il Coro del Teatro Municipale di Piacenza, qui impegnato nella sola sezione maschile, diretto dal Maestro Corrado Casati

Un prezioso cameo ha reso la serata ancora più speciale: la famosissima Iva Zanicchi con grande simpatia ha fatto irruzione nel palco durante il secondo atto ricordando a tutti quanto sia magico e meraviglioso il mondo dell’opera.

Grande successo al termine, con i toni del trionfo per tutti gli interpreti e in particolare per Marco Filippo Romano da parte di un pubblico divertito che purtroppo non esauriva la sala.

[Marco Faverzani | Giorgio Panigati]

Senza mezzi termini uno dei più bei spettacoli a cui ho assistito negli ultimi anni. Titolo desueto e scelta coraggiosa da parte della Direttrice Artistica e Sovrintendente del Teatro Municipale di Piacenza Cristina Ferrari, un gioiello gustoso e pieno di fascino, dove la forza briosa del Donizetti comico esplode con energia e fuochi d’artificio musicali e scenici. Il teatro nel teatro è il tema che rende unico e particolare questo piccolo capolavoro del genio bergamasco, e che ha preso vita con fantasmagorica maestria grazie alla regia di Renato Bonajuto, che ha sapientemente condotto i cantanti ad essere attori consumati quasi di commedia dell’arte, con un ritmo trascinante, mai un attimo di pausa o di noia, tantissime risate e momenti di una magia unica, come la suggestiva aria tratta da “Il viaggio a Reims” di Rossini con l’arpa in scena, rendendo lo spettacolo indimenticabile e unico. Impreziosito il tutto dagli straordinari costumi di Artemio Cabassi, maestro di colore e stile, incisivi e spettacolari quelli di mamma Agata e della primadonna Corilla, in una sinfonia morbida ed avvolgente di preziose stoffe e stili armoniosi. La drammaturgia a cura di Alberto Mattioli ha messo una firma scintillante, memorabile ed accattivante allo spettacolo. Le scene di Danilo Coppola quasi cinematografiche ed imponenti, sono state molto in sintonia con il tutto, favolosa la conchigliona del secondo atto! Le luci di Michele Cremona con tagli magici e ben definiti, in armonia con il resto dell’allestimento.

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Marco Filippo Romano e Dario Giorgelè

La parte musicale ha visto un grande mattatore in Marco Filippo Romano, nell’indimenticabile, straordinario ruolo en travesti di Mamma Agata. L’artista è stato insuperabile nel tratteggiare una mamma tipica che sogna una carriera artistica per la figlia, quasi facendo il verso ad Anna Magnani nel film “Bellissima”, per poi rendere in maniera superba la donna matura che vuole ancora fare parti che più non le si addicono. La voce brunita, dal timbro accattivante e luminoso, la dizione perfetta, la musicalità eccelsa hanno fatto il resto. Il cantante non solo ha cantato e recitato con grande arte, ma ha coinvolto il pubblico, ha ballato da performer con un successo personale autentico.

Bravissima nel ruolo di primadonna Giuliana Gianfaldoni, una Corilla dalla voce di madreperla, disinvolta in scena, pepata e capricciosa, che ha incantato e commosso nell’Aria di Corinna dal “Viaggio a Reims” di Rossini, gareggiando in soavità con l’arpa e rendendo la sua voce bellissima uno strumento unico e fascinoso.

Molto simpatico e dalla voce molto interessante il Procolo di Nicolò Donini, bravo nel rendere la nevrosi del marito della primadonna, come Paola Leoci disinvolta e molto sciolta, con una gradevolissima voce di soprano, figlia succube di Agata e seconda donna gelosa del successo della primadonna.

Voce intensa, morbida dal colore bronzeo condito da agilità fluide e magistrale musicalità quella del mezzosoprano Silvia Beltrami che impersonava Dorotea.

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Iva Zanicchi

Di grande bravura e godibilissimo nel tratteggiare il Tenore anche Matteo Desole, con voce dotata di un bel colore, da acuti sicuri e simpatica presa sul pubblico.

Molto simpatici in scena nel caratterizzare i loro personaggi, sicuri e ben incisivi anche vocalmente il Biscroma Strappaviscere di Andrea Vincenzo Bonsignore, Direttore d’orchestra barocchista della strampalata Compagnia, il regista Prospero Salsapariglia di Stefano Marchisio, il Sovrintendente di Dario Giorgelè e l’Ispettore di Juliusz Lorenz.

Decisamente degno di nota anche il Coro del Teatro Municipale di Piacenza, diretto dal Maestro Corrado Casati, qui nella sezione maschile, con un bel suono unico ed incisivo e molto disinvolti in scena. Si sono divertiti nel gioco scenico con grande spontaneità e scioltezza.

Come si sono divertiti ed hanno dato il loro ottimo contributo anche i danzatori dell’Ensemble Capital Ballet con le belle e coinvolgenti coreografie di Riccardo Buscarini.

Il tutto sostenuto e reso ancora più coinvolgente e memorabile dalla direzione del Maestro Giovanni Di Stefano, che ha donato un carattere travolgente, fiammante e pieno di carattere e fuoco alla parte musicale, ben seguito da una Orchestra Filarmonica Italiana in stato di grazia.

Piccolo e pregevole cameo da parte della famosa cantante Iva Zanicchi, molto simpatica e con grande carisma personale.

Uno spettacolo premiato da saluti trionfali alla fine da parte di un pubblico divertito e felice.

[Cristina Miriam Chiaffoni]


LE CONVENIENZE E INCONVENIENZE TEATRALI
Opera buffa in due atti
Libretto di Antonio Sografi
Arrangiamento di Vito Frazzi
Drammaturgia di Alberto Mattioli
Musica di Gaetano Donizetti

Corilla Giuliana Gianfaldoni
Procolo Nicolò Donini
Agata Marco Filippo Romano
Luigia Paola Leoci
Dorotea Silvia Beltrami
Guglielmo Matteo Desole
Biscroma Strappaviscere Andrea Vincenzo Bonsignore
Prospero Salsapariglia Stefano Marchisio
Sovrintendente Dario Giorgelè
Ispettore del Teatro Juliusz Loranzi

Orchestra Filarmonica Italiana
Coro del Teatro Comunale di Piacenza
Ensemble Capital Ballet
Direttore Giovanni Di Stefano
Maestro del coro Corrado Casati
Regia Renato Bonajuto
Scene Danilo Coppola
Costumi Artemio Cabassi
Luci Michele Cremona
Coreografie Riccardo Buscarini
Nuovo allestimento
Coproduzione Teatro Municipale di Piacenza,
Teatro Coccia di Novara, Teatro dell’Opera Giocosa di Savona

FOTO CRAVEDI / VERILE