Teatro dell’Opera di Roma: grande successo per la ripresa della Tosca “storica”

Teatro dell’Opera di Roma Stagione Lirica 2021/22
“TOSCA”
Melodramma in tre atti. 
Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica tratto dal dramma omonimo di Victorien Sardou.
Musica di Giacomo Puccini
Tosca  SAIOA HERNANDEZ
Mario Cavaradossi  VITTORIO GRIGOLO
Il Barone Scarpia ROBERTO FRONTALI
Angelotti  LUCIANO LEONI
Sagrestano  ROBERTO ABBONDANZA
Spoletta  SAVERIO FIORE
Sciarrone LEO PAUL CHIAROT
Carceriere FABIO TINALLI
Un Pastorello CAROLA FINOTTI
Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera con la partecipazione della Scuola di Canto Corale del Teatro dell’Opera di Roma
Direttore Paolo Arrivabeni
Maestro del Coro Roberto Gabbiani
Regia  Alessandro Talevi ripresa da Arianna Salzano
Scene Adolf Hohenstein ricostruite da Carlo Savi
Costumi Adolf Hohenstein ricostruiti da Anna Biagiotti
Luci Vinicio Cheli
Allestimento del Teatro dell’Opera di Roma ricostruito sui bozzetti originali della prima esecuzione del 1900 in collaborazione con l’Archivio Storico Ricordi
Roma, 4 dicembre 2021
Ennesima ripresa dello spettacolo ideato per la prima assoluta di Tosca avvenuta come è noto al Costanzi nel 1900 con le scene ed i costumi di Adolf Hohenstein resa possibile grazie al prezioso lavoro di recupero svolto da Carlo Savi e Anna Biagiotti ed alla regia di Alessandro Talevi ed andata in scena più volte con diversi cast al partire dal 2015. Le scene dipinte ed i costumi molto belli ben restituiscono la romanità dell’ambientazione del dramma, in modo tale da non divenire protagonisti ma logica e naturale cornice all’interno della quale diviene possibile seguire lo sviluppo di una vicenda tra l’altro abbastanza lineare senza distrazioni sovrapposizioni o interferenze di sorta. Molto ben studiati sono apparsi i movimenti scenici di alcuni personaggi, Tosca con una gestualità, un ritmo ed una mimica tipicamente romane, Scarpia con una immobilità ed una solennità aristocratica da autentico barone un po’ attempato, Spoletta con la rapida, astuta disinvoltura dello scaltro faccendiere, il Sagrestano intriso di furbizia, devozione, codardia e insofferenza, tutti sempre in sintonia con la musica.
Priva di passione ed eccessivamente misurata ma corretta la direzione del maestro Arrivabeni e discreta la prova del coro diretto dal maestro GabbianiNel ruolo eponimo abbiamo ascoltato Saioa Hernàndez, che ha cantato la parte con voce magnifica, rotonda, uguale in tutti i registri, sonora senza mai cedere alla facile tentazione dell’urlo, con acuti sicuri e ben proiettati. La sua Tosca assolutamente notevole sul piano vocale e scenico forse avrebbe brillato ancor di più se sostenuta da un maggior respiro orchestrale ma ha riscosso comunque un ottimo successo. Roberto Frontali ripete con risultati più che positvi la propria interpretazione di Scarpia conferendo al tratto aristocratico e distaccato del personaggio un che di satanico, come di belva che attenda sicura la propria preda. Cavaradossi era impersonato da Vittorio Grigolo. Dopo un inizio in sordina preoccupato forse più di far sentire al pubblico la propria voce che non di calarsi nel personaggio, ha trovato nell’ultimo atto la giusta cifra interpretativa mietendo un vero e proprio trionfo e concedendo il bis di “e lucean le stelle” richiesto insistentemente da una parte pubblico. Straordinari la sapiente disinvoltura scenica, la precisione  musicale  e lo spessore vocale conferiti da Saverio Fiore a Spoletta e simpatico e denso di autentico odore di sagrestia romana è apparso il Sagrestano di Roberto Abbondanza. Molto ben cantata la parte del pastorello da Carola Finotti, mentre francamente sciatte sono sembrate le realizzazioni dei personaggi di Sciarrone e di Angelotti. Alla fine lunghi e calorosi applausi per tutti a dimostrazione del valore degli interpreti e del fatto che anche le riprese di spettacoli belli e riusciti hanno una loro oggettiva ragion d’essere, specialmente in tempi di crisi economica.