Firenze: Cherubini torna a casa

Luigi Cherubini una volta ogni tanto torna a casa, nella sua Firenze che gli ha intitolato il conservatorio, anche se la sua fortuna coincide con il periodo di attività in Francia. Soprattutto a Firenze è arrivata per la prima volta Lo sposo di tre, e marito di nessuna recuperata in tempi moderni solo nel 2005 al festival di Martina Franca, Un lavoro scritto nel 1783, unico approccio dell’autore con l’opera buffa rappresentato al Teatro San Samuele di Venezia. La tipologia del titolo e il fatto che Cherubini avesse 23 anni non devono trarre in inganno. Si tratta di una partitura ben costruita con sette voci chiamate a un impegno importante tra arie e scene d’insieme e con alcune caratteristiche che troveremo in importanti opere buffe successive. A partire dai concertati “Che imbroglio maledetto” e “Che gran bisbiglio orribile” progenitori di quelli rossiniani per arrivare all’aria di Don Pistacchio “Facciamo un po’ silenzio” la cui metrica fa venire in mente quella dell’aria di Dulcamara quando spiega le virtù dell’Elisir d’amore dell’omonima opera di Donizetti. Un recupero importante da un punto di vista storico musicale, ma anche gradevole nella proposta odierna anche se con almeno 20 minuti in meno di durata sarebbe risultata più efficace. 

L’azione è costruita sulla consueta girandola di inganni, equivoci, burle e mascheramenti a uso e consumo di personaggi che sembrano usciti da un canovaccio della commedia dell’arte: le baronesse Donna Lisetta e Donna Rosa, il capitano Don Martino, Don Pistacchio barone di Lago Secco, Don Simone suo zio, i popolani Bettina e Folletto. Tutto ruota attorno al matrimonio non riuscito di Don Pistacchio, promesso sposo di Donna Rosa che, tratto in inganno da Don Martino fratello di Lisetta, corteggia sia Donna Lisetta che la popolana Bettina, salvo poi tornare pentito sui propri passi. E alla fine non riuscirà a sposarsi. Se avessimo assistito a una regia con ambientazioni tardo settecentesche forse lo spettacolo sarebbe risultato poco riuscito. Invece Cesare Lievi ha riempito l’allestimento di elementi novecenteschi e di colori grazie alle scene e ai costumi di Luigi Perego, tenendo alta l’attenzione sulla vicenda con il ritmo imposto ai cantanti, senza cadere nella farsa. Anzi studiando trovate, come quella della Sibilla cumana, contenuta in una porta con tanto di insegna al neon.

Per quanto riguarda il cast, i sette interpreti hanno fatto tutti pienamente il loro dovere. Citiamo innanzitutto la voce autorevole di Sara Blanch come Lisetta (soprano), chiamata a prove ardue di virtuosismo, poi il Don Pistacchio del baritono Fabio Capitanucci che riesce a mantenere la dignità del nobile di provincia grazie anche ad arie di grande bellezza in partitura, mentre Ruzil Gatin (Don Martino) è un tenore di agilità raffinata ma anche di sostanza drammaturgica. Arianna Vendittelli è perfettamente a suo agio nella baronessa Donna Rosa (soprano) sia vocalmente sia scenicamente. così come Alessio Arduini in quello di Don Simone (basso) e  Giulio Mastrototaro in quello di Folletto (baritono), Infine il soprano Benedetta Torre in Bettina (soprano) sta diventando una piacevole consuetudine sul palco del Maggio.

Diego Fasolis sul podio  ha dato brillantezza al lavoro dell’orchestra lasciando alle voci il loro ruolo predominante, ma le ha inglobate nel lavoro d’insieme con rigore coordinandosi con l’azione drammaturgica. Non va dimenticato che il titolo è il primo rappresentato nella nuova Sala Zubin Mehta, grazie alla recente realizzazione della buca d’orchestra, destinata a un ruolo fondamentale nei prossimi mesi. Uno spazio che ha visto molti spettatori riempire i suoi posti e tributare il giusto successo a fine recita.

Michele Manzotti
(6 febbraio 2022)

La locandina

Direttore Diego Fasolis
Regia Cesare Lievi
Scene e costumi Luigi Perego
Luci Luca Saccomandi
Personaggi e interpreti:
Donna Lisetta Sara Blanch
Donna Rosa rianna Vendittelli
Bettina Benedetta Torre
Don Martino Ruzil Gatin
Don Pistacchio Fabio Capitanucci
Folletto Giulio Mastrototaro
Don Simone Alessio Arduini
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

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