Recensioni - Opera

Adriana Lecouvreur a Piacenza

La magia dell'imprevisto

Ma lo sapevate che il Teatro Municipale di Piacenza è un teatro magico? No, non lo sapevate? Bene, il 20 marzo sarà una data da ricordare per la direzione del Teatro Municipale e anche per il pubblico perché in questa data si è visto in azione la..magia, ovvero la capacità di creare da una recita che sembrava destinata a venire cancellata, uno spettacolo degno di nota.

La rappresentazione del 18 marzo aveva già suscitato consensi unanimi sia per la parte musicale, che per la parte registica e scenica. Ma il colpo di teatro c’è stato domenica: al mattino il tenore ha dovuto rinunciare per una indisposizione ed in pochissimo tempo la direzione del teatro, nella persona della signora Cristina Ferrari ha dovuto...inventarsi un sostituto, pena la cancellazione.

Ed ecco che dal cilindro magico che accompagna sempre ogni teatro è uscito un nome, quello del tenore Samulele Simoncini il quale è partito in tutta fretta da Siena, si sarà scaldato la voce in macchina, è arrivato in teatro un quarto d’ora prima della recita ed è stato...catapultato in palco. Ovviamente non ha partecipato all’azione scenica, ha cantato in un angolo con il leggio e lo spartito ma…caspiterina, ha cantato benissimo e salvato la recita!!

Che dire se non un GRAZIE a lui, alla direzione del teatro che ha saputo salvare all’ultimo momento un pomeriggio a tutti quei spettatori, giunti anche da fuori città, per assistere a una recita indimenticabile. Ma non esistevano i cover? Certo, una volta esistevano, ma mi ricordo un episodio accaduto alla Scala di Milano tanti anni fa nel quale sia il protagonista che il cover erano indisposti e fu chiamato un cantante da Lucca. Questi arrivò a opera iniziata , il primo atto fu cantato come potè dal cover e poi lui subentrò letteralmente..in corsa. Cose che capitano ai vivi e che rendono ancora più meraviglioso il vivere il teatro, palestra e specchio della vita.

Ma tornando alla recita del 20 marzo, tutti i cantanti sono stati eccezionali, sia per il sostegno che si sono dati l’uno con l’altro, incoraggiando il tenore appena giunto, dandogli tutto il loro entusiasmo, e questo entusiasmo, questa forza che solo una compagnia di canto unita riesce a trasmettere, è stato percepito dal pubblico.

Iniziamo dalla protagonista interpretata dal soprano Maria Teresa Leva: ricordiamoci che Adriana è un’opera molto difficile, con parti recitate che mettono in risalto la capacità non solo vocale, ma anche attoriale di chi l’interpreta. Ed entrambi questi due aspetti si sono visti e ascoltati. Il finale è stato coinvolgente, non ho parole per sottolineare tanta classe e bravura.

Non da meno la rivale, la Principessa interpretata da Teresa Romano. Gli sguardi che le due donne sui sono scambiate erano due saette, come giustamente il coro ha sottolineato. E vocalmente, che intensità, che rancore, che rabbia, che amore è stata capace di trasmettere con il suo canto sublime. Entrambe sono state regine del palcoscenico, entrambe protagoniste in grado di incantare il pubblico con la loro arte canora e scenica.

Michonnet era il baritono Claudio Sgura, sempre un bravissimo interprete , un cantante che non ha la fama che meriterebbe per la sua classe e la sua impeccabile linea di canto. Molto valido in qualsiasi ruolo interpreti: è stato abile nel disegnare un personaggio innamorato ma capace di rinunciare al suo amore per Adriana quando apprende che lei è innamorata di un altro ..cavaliere.E’ un personaggio che conosce il mondo e i suoi segreti: infatti mette in guardia Adriana conto i potenti, gli dice che loro sono povera gente, di stare attenta che la vendetta dei superbi è feroce. E purtroppo ha ragione, Adriana la subirà proprio quando poteva coronare il suo sogno d’amore. Ma la Principessa non perdona, se Maurizio non è suo, non lo sarà di nessuna altra.

Il Principe di Bouillon era interpretato dal basso Adriano Gramigni che avevamo già ammirato recentemente nel ruolo di Briano nell’Aroldo. E’ un giovane con grandi doti vocali e sceniche, molto bene nel personaggio, capace di sottolinearne le molteplici sfaccettature. Complimenti vivissimi anche a lui per questa bella ed emozionante interpretazione.

E arriviamo a Maurizio, il tenore Samuele Simoncini, salito in corsa sul treno dell’Adriana. Ha dimostrato coraggio, forza di carattere, e ovviamente bravura vocale nell’affrontare un ruolo per niente facile e soprattutto, non molto interpretato. E’ stato capace di sottolineare gli stati d’animo del protagonista con il tono della voce e di trasmettere le sue paure, ansie, intrighi politici, l’affetto per Adriana a chi era presente. A lui applausi croscianti meritatissimi come ringraziamento della sua arte e della sua bravura.

Bravi gli altri interpreti, a cominciare dall’Abate di Chazeuil di Saverio Pugliese, Mademoiselle Dangeville di Shay Bloch, Mademoiselle Jouvenot di Maria Bagalà, Poisson di Stefano Consolini, Quinault di Steponas Zonys.

Magnifico il suono dell’orchestra dell’Emilia Romagna diretta magistralmente dal Maestro Aldo Sisillo che si è trovato ad accompagnare il tenore senza nessuna prova. Ma la musica è un linguaggio universale e saperla , permette di parlare tutti insieme senza nessuna difficoltà ed incomprensioni. All’altezza della situazione il Coro del Teatro Lirico di Modena diretto dal Maestro Stefano Colò: il coro è stato preciso nei suoi interventi e bravo scenicamente e vocalmente.

Stupendi i costumi di Artemio Cabassi che ormai ci ha abituato… troppo bene. Ogni sua creazione è da ricordare. Essenziali le scene di Emanuele Sinisi che ha rappresentato il retro palco e la festa con pochi arredi ma molto congruenti. Belle le luci di Fiammetta Baldisserri e le coreografie di Danilo Rubeca, benissimo eseguiti dai danzatori. La regia di Italo Annunziata ha voluto evidenziare i due aspetti della vita di Adriana: il teatro e la vita reale. Il teatro nel primo e ultimo atto, la vita nel secondo e terzo. E ha voluto sottolineare come Adriana fosse più a suo agio in teatro, dove conosceva le parti piuttosto che nel ..teatro della vita, dove si rappresentavano commedie e tragedie dove altri erano più capaci di lei di ..muovere i fili.

Che dire, un’altra scommessa vita dal Teatro di Piacenza, un’ altro magico pomeriggio da ricordare!