Recensioni - Opera

A Piacenza il Farnace di Antonio Vivaldi

Cultura: fatti e non parole!

 Operazione culturale: il Teatro Municipale la fa veramente con la stagione 2022: senza troppe parole altisonanti, ma con i fatti! Il cartellone della stagione 2022 è composto da titoli poco rappresentati e quindi, riscoperti: Aroldo, La Favorita, Adriana Lecouvreur.

Ma la chicca è andata in scena venerdì 8 e domenica 10 aprile: Il Farnace di Antonio Vivaldi. Quanti di noi appassionati sapevano dell’esistenza di questo gioiello? Confesso la mia ignoranza….Per fare scelte culturali vere come queste riscoperte ci vuole un bel coraggio: coraggio perché si rischia di avere il teatro semivuoto, di non venire seguiti in queste scelte controcorrente, di trovarsi isolati. Ma la crescita culturale si raggiunge facendo cose “fuori dal coro”, scelte differenti ma che hanno uno scopo: la riscoperta di tesori perduti. E di cose diverse, di ascolti inusuali ci siamo beati fino ad ora. Anche Il Farnace ha seguito questa scia: fare una cosa bella , portandola alla conoscenza del pubblico, facendola scoprire.

La musica era meravigliosa come pure stupendo il cast e la messa in scena. L’edizione era quella del 1738 priva del terzo atto, che è andato perduto. Bravissimi gli interpreti, cominciando da Raffaele Pe, Farnace. Tecnica invidiabile, capacità scenica, presenza importante, un vero Re. Gilade era Francesca Lombardi Mazzulli, soprano esperta del repertorio barocco, perfettamente a suo agio in questa produzione. Tamiri era Chiara Brunello, belcantista, completa scenicamente e vocalmente. Berenice era Elena Biscuola che dobbiamo ringraziare per aver partecipato alla recita nonostante una improvvisa indisponsizione. Molto sensuali i tre …amanti , Pompeo interpretato da Leonardo Cortellazzi, Selinda di Silvia Alice Gianolla e Aquilio di Mauro Borgioni.

Vero esperto il Direttore d’orchestra Federico Maria Sardelli, abile e geniale nella guida dell’Orchestra dell’Accademia dello Spirito Santo, composta da espertissimi musicisti.  Perfetto nei suoi interventi il coro, sempre della stessa accademia, diretto dal Maestro Francesco Pinamonti.

La regia di Marco Bellussi ha evidenziato, con pochi oggetti ..non d‘epoca, il carattere dei personaggi valorizzando soprattutto i costumi, senza tempo anch’essi, ma creati proprio per questo scopo. Le scene erano di Matteo Paoletti Franzato, ben valorizzate dai giochi di luce di Marco Cazzola. Ben confezionati i costumi di Carlos Tieppo e intensi e coerenti i video Creative.

Per supplire alla perdita del terzo atto il regista ha creato un immagine in movimento nella quale Farnace incontra suo figlio e sua moglie che lui credeva morti, e si ricongiungono.

Ritornando al discorso culturale, nel gioco d’azzardo in cui sul piatto c’è la cultura e sull’altro il rischio di… trovarsi senza seguito, la Direzione del teatro ha vinto un’altra mano!!! Non importa se qualche poltrona era vuota, chi c’era ha potuto gustare e scoprire una parte della cultura musicale che ha le sue radici in Italia. E di questo ce ne siamo dimenticati, visto che abbiamo tolto lo studio della musica dalla scuola….

Complimenti per la temerarietà ed evviva chi ci porge queste partiture bellissime, che ci dona in cambio di un pò di fiducia nel seguire le scelte che la direzione del teatro ha fatto. E domenica c’erano a Piacenza tantissimi frequentatori assidui del Teatro alla Scala.

E questo dato di fatto parla da sé della intelligenza, bravura, capacità di gestione e meravigliosa stagione che il teatro Municipale di Piacenza ci sta donando.