Spettacoli 2022

Cenerentola

La Cenerentola di Gioacchino Rossini è l’ultima opera in scena al teatro Petruzzelli, prima della pausa estiva. L’allestimento scenico è quello del teatro dell’Opera di Roma, con la regia di Emma Dante, le luci di Christian Zuccaro e i costumi di Vanessa Sannino. Il dramma giocoso in due atti, su libretto di Jacopo Ferretti è tratto dalla celebre fiaba Cendrillon di Charles Perrault e andò in scena per la prima volta il 25 gennaio del 1817 al teatro Valle di Roma. Come detto, Cenerentola è una fiaba e, come tale, il luogo e tempo dell’azione non vengono precisati. A parere di chi scrive, stupisce spiacevolmente la scelta, forzata e pretestuosa di taluni registi di stravolgere una drammaturgia e ambientazione di rimando favolistico, con palazzi e principesse, ricorrendo a interpretazioni personali e arbitrarie. Come la stessa Emma Dante ha dichiarato, la sua Cenerentola è un personaggio fragile, una straniera in cerca di integrazione e di una propria dimensione. In scena è possibile osservare pistole e continue comparse, le quali, insieme ai cantanti, danzano fin dalla sinfonia, col rischio di affaticare questi ultimi, già gravati dall’impegno di sostenere ruoli impegnativi e che, sia detto per inciso, avrebbero intrapreso la strada della danza, non del canto, se solo l’avessero voluto. I costanti movimenti coreografici hanno inoltre arrecato disturbo alla meravigliosa musica rossiniana, al punto da far desiderare di godere di questa produzione in forma concertante.

Sul fronte musicale la serata non si potrà certamente ricordare tra quelle al calor bianco. La direzione del maestro Francesco Quattrocchi è priva del guizzo e dell’espressività che valorizza e dà luce alla briosa e fresca melodia rossiniana. La bacchetta del direttore non è particolarmente travolgente e di tanto in tanto l’intesa col palcoscenico viene meno soprattutto nei vorticosi sillabati e nei concertati. Lascia poi amareggiati la scelta di tagliare molta parte dei recitativi. Poche battute per ognuno che inevitabilmente tolgono efficacia alla resa musicale del capolavoro rossiniano. L’orchestra non è compatta, ma alcune sezioni come i fiati prevalgono. Orchestra e cantanti sembrano essere impegnati a svolgere ciascuno il proprio compito. Il risultato è una generale mancanza espressiva. Chiara Amarù è un’ottima Angelina, il mezzosoprano possiede una voce di bel colore chiaroscuro, l’emissione è sicura e la gamma omogenea e sonora in ogni registro. La Amarù affronta il ruolo con disinvoltura, gli acuti sono luminosi e le agilità precise nel temibile rondò finale. La dizione è sempre nitida anche nei tremendi sillabati. Pavel Kolgatin come Don Ramiro ha una voce di buono squillo, ma alcuni suoni risultano nasali e qualche acuto nell’aria Si, ritrovarla io giuro mancano di squillo, la voce non gira correttamente. L’artista tratteggia nel complesso un principe espressivo vocalmente, anche se la sua interpretazione non coinvolge a pieno.

Di bel colore, squillo e presenza vocale è il Don Magnifico di Pablo Ruiz, assolutamente meschino e perfido nella sua resa vocale e interpretativa, spesso il suo personaggio sorride con somma perfidia e baldanza nel duetto con Dandini, Un segreto d’importanza. La voce si espande in sala ed è dotata di bel colore scuro e ottima tecnica. Anche nel suo caso, le parole sono perfettamente intellegibili nei veloci sillabati. Davide Giangregorio ha indossato i panni di Alidoro, sostituendo il titolare del ruolo previsto per la prima. Il cantante tratteggia un Alidoro di bello squillo, vocalmente adatto al ruolo e interpretativamente convincente. Michela Guarrera e Antonella Colaianni si amalgamano perfettamente nei panni delle due perfide, vanitose e insolenti sorellastre, entrambe in possesso di uno strumento vocale imponente e scuro. La Guarrera si era già da qualche mese rivelata un’interessante sorpresa in una delle serate del concorso Voci in Barcaccia e anche adesso conferma la sua tenuta vocale pastosa e rotonda, il colore e caldo e brunito. Il Dandini di Christian Senn possiede una bella e grande voce di baritono brillante e chiaro. Il suono è proiettato e ben sfogato in acuto. Il coro del Petruzzelli, sotto la guida del maestro Fabrizio Cassi, supera brillantemente la prova. La compattezza di suono è massima e lo squillo potente e sonoro. Applausi convinti per tutti, nel pubblico presenti molti giovani e anche qualche bambino, complice senza dubbio la fiaba musicata dal genio pesarese. La Cenerentola si replica fino al 30 giugno.

LA CENERENTOLA
Gioachino Rossini
Dramma giocoso in due atti, su libretto di Jacopo Ferretti,
tratto dalla fiaba “Cendrillon” di Charles Perrault della seconda metà del XVII secolo

INTERPRETATO DA
Don Ramiro
Pavel Kolgatin

Dandini
Christian Senn

Don Magnifico
Pablo Ruiz

Clorinda
Michela Guarrera

Tisbe
Antonella Colaianni

Angelina
Chiara Amarù

Alidoro
Davide Giangregorio



direttore Francesco Quattrocchi
regia Emma Dante
regia ripresa da Federico Gagliardi
scene Carmine Maringola
costumi Vanessa Sannino
costumi ripresi da Concetta Nappi
disegno luci Cristian Zucaro
movimenti coreografici Manuela Lo Sicco
maestro del coro Fabrizio Cassi

ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO PETRUZZELLI

Produzione | Teatro dell’Opera di Roma

Foto: Clarissa Lapolla