Firenze: Acis et Galatée strega il Maggio

L’ultimo titolo operistico del cartellone dell’84esimo Maggio Musicale Fiorentino, allestito dal teatro stesso, è stato la felice conclusione di un festival che ha ripreso lo stile qualitativo che gli è consono.

La scelta – certamente apprezzata dal Sovrintendente Pereira – si deve a Federico Maria Sardelli, che definire direttore d’orchestra è riduttivo. Questo poliedrico genio è, sì, direttore d’orchestra, ma anche musicista (ottimo flautista), musicologo, pittore e scrittore. Come dicevo, un genio (“uomo di multiforme ingegno” per citare Omero che parlava di Odisseo/Ulisse). Sardelli ha scelto di riproporre a Firenze un autore barocco che era nato proporio sulle rive dell’Arno nel 1632, ma che da adolescente, nel 1646, era emigrato a Parigi al servizio della Duchessa d’Orléans, cugina di Luigi XIV e persona che lo introdusse alla corte del Re Sole.

Naturalizzato francese nel 1661, Lulli diventò Lully, fece una carriera straordinaria divenendo Surintendent de la musique du Roi e   contribuì a creare uno stile musicale francese anche nell’opera: in lingua francese, di argomento rigorosamente serio, ispirata alla mitologia e alla tragedia e con inserti di danza. Eccezione al catalogo fu proprio Acis et Galatée, che fu anche l’ultima opera composta da Lully: il musicista concludeva la sua lunga carriera teatrale con una pastorale-héroïque, un genere intermedio, che combinava sulla scena personaggi divini e mortali, nobili e pastori. Occasione per quest’ultimo lavoro fu il desiderio del duca di Vendôme di commissionarla  per omaggiare il Delfino di Francia ospite nel castello di Anet. Ebbene, Sardelli ha scelto, scientemente, di proporre questo titolo, che si compone di un prologo e tre atti – contro prologo e cinque atti delle tradizionali tragédies en musique – per “riportare a casa” un autore che Firenze dovrebbe conoscere di più e che avrà un suo riconoscimento, come dice lo stesso Sardelli: “la creazione dell’istituto Gianbattista Lulli a Palazzo Vecchio, nella Sala dei Gigli, la sala che meglio identifica questo connubio tra Firenze e la Francia. Insieme al Sindaco e al sovrintendente Pereira, al Centre de Musique Baroque de Versailles, all’Istituto francese qui a Firenze, all’Università, studiando la sua vita e le sue partiture, ed eseguendo le sue opere, vogliamo creare un connubio virtuoso di enti culturali che si dedicheranno a questo progetto.”

E Acis et Galatée è stata propizia. Sardelli ha diretto non tanto à la maniére de Lulli, ma potremmo azzardare dicendo che era  Lulli stesso: l’uso del bastone con cui il musicista dirigeva l’orchestra dei Violons du Roi (bastone che gli causò anche la morte, dato che con quello si ferì e si procurò un’infezione che gli fu letale) lo ha subito fatto capire.

L’orchestra del Maggio ha suonato (magnificamente) su strumenti originali, mantenendo l’intonazione in maniera eccellente e asssecondando le dinamiche, il fraseggio, insomma la lettura di questa difficile, complessa partitura, che Sardelli ha condotto.

Molto buono anche il cast, caratterizzato da numerosi debutti. Jean François Lombard, voce inconsueta per il nostro pubblico (tenore sulla carta ma controtenore naturale) nel ruolo di Acis è stato assai apprezzato,  come anche Elena Harsányi nel ruolo di Galatée. Il basso Luigi De Donato (Polyphème) ha riscosso i maggiori consensi, ma sono stati molto bravi anche Sebastien Monti (Apollon/ Télème/ Le Prêtre de Junon), Guido Loconsolo (Neptune) Mark van Arsdale (Comus/Tircis), Valeria La Grotta (Diane/Deuxième Naïade/ Scylla), Francesca Lombardi Mazzulli (L’Abondance/Aminte/ Première Naïade), Francesca Longari (Une Dryade) e Davide Piva (Un Sylvain).

Anche il Coro, diretto da Lorenzo Fratini, è stato eccellente, facendosi apprezzare nonostante la collocazione in buca insieme all’orchestra. Il Coro ha un ruolo importantissimo nella partitura e, dunque nella storia, che si dipana con una alternanza fra recitativi  (alcuni già vicinia  veri e propri duetti)  e arie che si affranca dalla consuetudine del genere e che rende Lulli degno di essere meglio conosciuto. La regia di Benjamin Lazar non ha fatto che valorizzare la bravura dei musicisti e dei cantanti, che si sono mossi sulla scena – bellissima, di Adeline Caron -, abbigliati con costumi originalissimi e assai raffinati, curati da Alain Blanchot e supportati dalle luci di Christophe Naillet. Come il genere richiede, l’opera è arricchita da molti episodi di danza, affidati alla coreografa Gudrun Skamletz, impegnata anche come danzatrice insieme a Caroline Ducrest, Robert Le Nuz, Alberto Arcos. Pereira ha già, fortunatamente, annunciato, che è sua intenzione ripristinare un corpo di ballo del teatro, così auspichiamo che le parti danzate delle opere siano in futuro di natura autoctona. La Skamletz, pur dall’alto della sua vasta esperienza, ha creato coreografie talvolta monotone, nelle quali i più apprezzabili sono stati la Ducrest e Arcos, di contro a un improbabile Le Nuz e alla stessa Skamletz, che non ha più il phisique du role che la danza, ancor più dei cantanti d’opera, richiede.

Un apprezzamento anche ai sopratitoli in italiano e inglese a cura di Prescott Studio, Firenze, che hanno favorito il godimento di questo gioiello della storia dell’opera barocca, che verrà replicato il 6 luglio alle 20, il 9 luglio alle 18 e l’11 luglio alle 20, sempre nella Sala Zubin Mehta del Teatro del Maggio, che si è rivelata funzionalissima e musicalmente eccellente (per l’acustica) anche per allestire un’opera con questo organico.

Donatella Righini
(4 luglio 2022)

La locandina

Direttore Federico Maria Sardelli
Regia Benjamin Lazar
Scene Adeline Caron
Costumi Alain Blanchot
Luci Christophe Naillet
Coreografia Gudrun Skamletz
Personaggi e interpreti:
Acis Jean François Lombard
Galatée Elena Harsányi
Polyphème Luigi De Donato
Apollon, Télème, Le Prêtre de Junon Sebastien Monti
Neptune Guido Loconsolo
Comus, Tircis Mark van Arsdale
Diane, Deuxième Naïade, Scylla Valeria La Grotta
L’Abondance, Aminte, Première Naïade Francesca Lombardi Mazzulli
Une Dryade Silvia Spessot
Un Sylvain Davide Piva
Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del coro Lorenzo Fratini

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