L’Ape musicale

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Cantare Schubert

di Susanne Krekel

Schuberts Reise nach Atzenbrugg di Johanna Doderer debutta al Gärtnerplatztheater di Monaco e merita successo

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  • MONACO di BAVIERA, 30 marzo 2023 - Scrivere un'opera su un compositore (e non un compositore qualsiasi: scrivere su Schubert) è un'impresa rischiosa, ma la serata appena trascorsa dimostra che è possibile.
    "Non è forse nella natura dell'arte riportare in vita tutto ciò che è morto?" si chiede uno dei personaggi dell'opera, e in effetti l'arte di Peter Turrini (libretto) e Johanna Doderer (musica) porta in vita questo Schubert. La storia è semplice e complessa allo stesso tempo: con un gruppo di amici, Schubert va in gita di piacere ad Atzenbrugg. Tra gli ospiti c'è Josepha von Weisenborn, di cui è follemente innamorato. Lei lo ama a sua volta? Possiamo forse indovinare, ma alla fine lei si fidanza con un altro Franz, Franz von Tassié, un uomo bello e dalla parlantina disinvolta. Durante il viaggio ci vengono proposti sogni di Schubert, discussioni sull'arte e sulla musica, momenti di gioia e momenti di profondo sconforto. L'atmosfera è ben lontana dall'idillio Biedermeier: gli invalidi, vittime delle guerre napoleoniche, si aggirano per la campagna, chiedendo l'elemosina e talvolta minacciando; gli amici non possono discutere liberamente, una parola detta al momento sbagliato potrebbe far finire in prigione l'intera banda. La scenografia rimane piuttosto scura e astratta, mostrando solo foresta, città, campagna sullo sfondo.
    Come a volte una melodia schubertiana inizia a farsi sentire sempre più chiaramente tra le composizioni di Johanna Doderer, così Schubert inizia a emergere sempre più chiaramente tra gli altri personaggi fino a essere al centro della scena, musicalmente e teatralmente. È il tenore Daniel Prohaska a interpretarlo con un effetto sorprendente. All'inizio è timido e discreto, appena percettibile accanto ai suoi compagni di viaggio, ma poi, a poco a poco, si apre al suo amico, il pittore Kupelwieser, interpretato dal baritono Mathias Hausmann, anch'egli molto efficace. Schubert gli chiede dapprima di fare un ritratto lusinghiero di sé, perché non si ritiene bello. In seguito parla anche della cura all'argento vivo a cui si è sottoposto e spiega perché Beethoven sarebbe un compositore migliore di lui: "Dopo la cura, ho le note nella mia testa, ma stanno scomparendo, mentre Beethoven ha ancora tutte le sue note nella testa.
    In un sogno, si vede salvare la bella Josepha dal pericolo, vestito come Superman, compresa la grande S sul petto - ma sì, ha senso. In un altro sogno, un violinista pazzo balla in un'aula, maltrattando i suoi allievi, ed è facile immaginare la vita del piccolo Franz in quell'atmosfera. Così, a poco a poco, emerge un'immagine realistica e nitida del compositore, fino a vederlo, alla fine, nudo nella sua umanità torturata, infinitamente toccante, infinitamente ammirevole, che scompare nella sua musica. Daniel Prohaska, come abbiamo detto, incarna questo Schubert, ed è assolutamente grandioso. Dedito in ogni sua fibra, si abbandona completamente, pur padroneggiando con precisione la partitura a volte complessa.

    Gli altri personaggi rimangono un po' nella sua ombra, anche se sono altrettanto interessanti. L'altro Franz è un altro tenore, interpretato da Alexandros Tsilogannis, che stasera sembra un po' stanco. Mária Celeng, soprano, è una Josepha affascinante e giocosa. Fanno parte del cast anche il cantante Vogl, Timos Sirlantzis, la violoncellista Caroline Helmer, interpretata da Anna-Katharina Tonauer, la macellaia Dorothea Tumpel (Florine Schnitzel), una fischiatrice artistica con il suo uccello meccanico (Andreja Zidaric), e il commerciante di spartiti Nepomuk Feder (Daniel Gutmann). L'incubo del padre di Schubert è interpretato, cantato e danzato con grande energia da Holger Ohlmann. Un ensemble ammirevole, un libretto accurato, credibile e profondo, una partitura complessa, drammatica e variegata, sempre in contatto con le parole, un direttore appassionato, energico e attento ai dettagli (è Michael Brandstätter sul podio dello Staatstheater am Gärtnerplatz): c'è tutto per un momento memorabile. Il pubblico stasera è poco numeroso, le acclamazioni piuttosto sommesse, e auguriamo a questo splendido pezzo in futuro il pienone e gli applausi scroscianti che merita.


     

     

     
     
     

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