Roma, Teatro dell’Opera di Roma: “Madama Butterfly” (cast alternativo)

Teatro dell’Opera di Roma – Stagione Lirica 2022/2023
“MADAMA BUTTERFLY”
Tragedia giapponese in tre atti. Libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa da John Luther Long e David Belasco

Musica di Giacomo Puccini
Madama Butterfly (Cio Cio San)  MARIA TERESA LEVA

Suzuki  ANNA MARIA CHIURI
Kate Pinkerton  EKATERINA BUACHIDZE*
B.F. Pinkerton LUCIANO GANCI
Sharpless  GIOVANNI MEONI
Goro CARLO BOSI
Zio Bonzo LUCIANO LEONI
Il Principe Yamadori EDUARDO NIAVE*
Yakusidè MAURIZIO CASCIANELLI
Il Commissario Imperiale MATTIA ROSSI*
L’Ufficiale del registro ANTONIO TASCHINI
La madre di Cio Cio San ANGELA NICOLI
La Zia STEFANIA ROSAI
La Cugina CRISTINA TARANTINO
*dal progetto “Fabbrica” young artist program del Teatro dell’Opera di Roma
Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma
Direttore Roberto Abbado
Maestro del Coro Ciro Visco
Regia  Alex Ollé (La Fura Dels Baus)

Scene Alfons Flores
Costumi Lluc Castells
Luci Marco Filibeck
Video Franc Aleu
Allestimento del Teatro dell’Opera di Roma in collaborazione con l’Opera Australia/Sidney Opera House
Roma,22 Giugno 2023
Dopo il sorprendente successo della prima , sono state messe in scena ulteriori recite con un secondo cast di grandissimo livello. L’allestimento è merito di Àlex Ollé de La Fura dels Baus, in collaborazione con Opera Australia e la Sydney Opera House. Nata per la stagione estiva del Caracalla nel 2015, l’opera si è adattata prima al Circo Massimo nel 2021 e ora al Teatro Costanzi.La visione registica di Àlex Ollé, (La Fura dels Baus) si distingue per la sua essenzialità: con precisione chirurgica, rimuove ogni dettaglio superfluo, rivelando il cuore pulsante dell’opera. Malgrado le sue modifiche siano discrete, esse risaltano e onorano l’anima drammatica dell’opera, senza mai sviarne l’essenza. L’ambientazione attuale non pone più in contrasto due culture, bensì due classi sociali: da un lato l’opulento Pinkerton, speculatore immobiliare americano, dall’altro l’umile Cio-Cio-San, emblema del sottoproletariato urbano, costretta a vivere in periferia mentre Pinkerton erige grattacieli. Tali contrasti, tra estremo benessere e povertà, sono un fenomeno concreto in molte metropoli contemporanee, rendendo l’opera universalmente pertinente. Ollé mette in luce come, nonostante il mutare dei tempi e dei luoghi, le dinamiche di potere e le disparità sociali rimangano immutate, donando all’opera un’attualità e un fascino ancora più pregnanti per il pubblico odierno. Il regista si immerge con maestria in un racconto ricco di sfumature, utilizzando la sua sensibilità artistica per far risaltare le emozioni più nascoste dei personaggi. Coniuga un approccio audace e innovativo con un profondo rispetto per l’opera originale, riuscendo a colmare efficacemente qualsiasi distanza tra il libretto e la sua effettiva rappresentazione scenica. La sua regia, infatti, non si limita a narrare una storia; essa penetra l’anima dell’opera, svelando i sentimenti e le tensioni nascoste sotto la superficie. Lluc Castells ha magistralmente fuso l’audacia e la tradizione nei suoi costumi, abilmente intrecciando materiali di pregio con tagli contemporanei. La sua paletta cromatica, varia e innovativa, onora il contesto storico-culturale dell’opera, arricchendolo con sfumature inaspettate. L’eleganza del lusso tradizionale coesiste armoniosamente con il ritmo vibrante dello stile urban contemporaneo, creando un’esperienza estetica di rilievo. Parallelamente, l’abilità di Marco Filibeck nel plasmare un’atmosfera intensa e coinvolgente con il suo gioco di luci è ineguagliabile. Il suo uso straordinario delle tonalità, oscillando tra le luci calde e fredde, amplifica le emozioni sulla scena. Filibeck si distingue per l’uso di luci direzionali, strumenti che creano un effetto drammatico e mettono in risalto i personaggi principali. L’uso artistico di luci diffuse contribuisce a creare un panorama suggestivo, esaltando l’ambientazione esotica dell’opera. Altrettanto affascinanti sono le splendide proiezioni realizzate da Franc Aleu, che aggiungono un ulteriore livello di profondità e complessità alla rappresentazione. La direzione d’orchestra di Abbado è stata un vero e proprio viaggio emotivo, guidando l’ascoltatore attraverso i tortuosi sentieri dell’amore, del tradimento e della disperazione che caratterizzano la Butterfly. Il Maestro Abbado ha brillantemente incarnato vivacità ed emozioni profonde mediante la sua maestria nell’orchestrare dinamiche musicali, trasformando l’intera orchestra in un solo strumento esprimendo la ricchezza dell’animo umano. La sua direzione ha superato il semplice coordinamento tecnico, trasformandosi in un linguaggio interpretativo che ha reso le note sulla partitura vivide e tangibili. Il culmine di questa direzione magistrale è stato raggiunto nella scena finale drammatica, in cui Abbado ha guidato l’orchestra in un crescendo di tensione che ha lasciato il pubblico senza parole. Maria Teresa Leva (Cio Cio San) ha guidato l’ascoltatore ben oltre i confini dell’ordinario spettacolo, incarnando con autenticità e forza il proprio personaggio. La sua voce, vellutata e potente, è stata il culmine di una recita ricca di sfumature e di profonda sensibilità. Il merito di aver dipinto un affresco sonoro di rara bellezza le appartiene, grazie alla sicurezza del suo registro acuto e alla precisione del suo fraseggio. Tuttavia, il vero elemento di fascino è stato la sua abilità raffinata di soffiare un palpito emozionale vibrante in ogni singola nota, catturando l’attenzione e trasformando la sua esibizione in un’esperienza musicale intensamente apprezzata dagli spettatori, fin dalle prime, delicatamente intonate battute. Luciano Ganci (Pinkerton) ha dimostrato una volta di più la sua eccezionale abilità vocale. La sua voce calda e avvolgente ha conquistato l’ascoltatore, sorprendendo per eleganza e intensità. In particolare, il suo timbro chiaro e potente si è distinto nei momenti di maggiore espressività, rivelando una profonda comprensione del personaggio e un’innata capacità di trasmettere emozione attraverso il canto. La precisione del suo fraseggio ha dato poi vita alla musica con una palpabile ed impattante intensità. Giovanni Meoni nel ruolo di Sharpless si è distinto per la sua interpretazione centrata e per il suo timbro baritonale pastoso. Attraverso gesti, espressioni facciali e movimenti scenici accurati, ha reso il suo personaggio credibile e pienamente sviluppato. Allo stesso modo, il resto del cast si è dimostrato all’altezza della sfida, fornendo interpretazioni di notevole spessore emotivo e drammatico, in linea con l’eccellenza già evidenziata nella recensione della prima. L’entusiasmo manifestato dal pubblico alla fine dello spettacolo, attraverso fragorosi applausi e una partecipazione calorosa, è testimonianza dell’impatto emozionale che la direzione musicale del Maestro Abbado e la scelta di un cast eccellente hanno avuto sull’esperienza complessivaPhoto credit: Fabrizio Sansoni. Repliche fino al 25 Giugno. Qui per tutte le informazioni.