Recensioni - Opera

Bologna: La Forza del Destino al Comunale Noveau

L’opera lirica con la O e la L maiuscole!

Il 18 giugno ho assistito a una magnifica edizione dell’opera La forza del destino al Teatro Comunale Nouveau di Bologna.

Per assistere a una rappresentazione degna di nota, di spessore sia musicale che registico, io, milanese, devo girovagare per i teatri sia in Italia che all’estero. Fatta questa dolorosa premessa parliamo del pomeriggio di gioia pura trascorso a Bologna

Si rappresentava la seconda recita dell’opera verdiana, una recita da ricordare sotto tutti gli aspetti. L’edizione è quella che abbiamo visto a Parma nello scorso Festival Verdi con regia, scene e costumi di Yannis Kokkos.

Sarà stato il palcoscenico differente, ma devo ammettere di averla gustata maggiormente.

Tutto molto armonico, forse poco curata la scena del balletto che precede l’entrata di Melitone e il Rataplan con le coreografie di Marta Bevilacqua. Per il resto una regia efficace, d’effetto, molto curata a cominciare dalle luci di Giuseppe Di Iorio, dal Projection Designer Sergio Metalli e dai tre assistenti: alla regia Stephan Grogler, alle scene Cleo Laigret e ai costumi Paola Mariani.

Passiamo ora alla musica e al canto. Il direttore d’orchestra Asher Fisch ha saputo destreggiarsi con l’acustica di questo nuovo teatro sottolineando i passaggi musicali chiave della vicenda in modo corretto. In alcuni momenti l’orchestra era un pò forte ma in ogni caso l’esecuzione è stata convincente. All’altezza della situazione l’orchestra del teatro Comunale di Bologna, i tecnici ed il Coro ben preparato dal maestro Gea Garatti Ansini.

Gli interpreti della recita del 18 giugno a cui ho assistito erano quasi tutti debuttanti nel ruolo, il basso Cristian Saitta, il tenore Angelo Villari, il soprano Erika Grimaldi, il baritono Stefano Meo. Non credo che Sergio Vitale debuttasse il ruolo di Fra Melitone ed ignoro se il basso Padre Guardiano lo debuttasse anch’esso.

Li elenco in ordine di entrata sul palcoscenico. Cristian Saitta nel ruolo del Marchese di Calatrava potrà ricordarsi con piacere il suo debutto. Questo giovane basso in carriera da 11 anni è maturato tantissimo. Cura il canto, è sempre preciso e corretto con le sottolineature che caratterizzano il personaggio. Ha dato una prova molto convincente e spero di poterlo ascoltare in altri prestigiosi debutti.

Donna Leonora era interpretata dal soprano Erika Grimaldi, voce bellissima e ben calibrata, anche lei debuttante: è da sottolineare che la sera prima aveva cantato lo stesso ruolo: e aver fatto due recite di questo personaggio un giorno dopo l’altro non è sicuramente cosa da poco, soprattutto se sono state due bellissime recite, da quello che mi hanno riferito del giorno prima, spettacolo a cui non ho assistito. Ha confezionato una esecuzione che mi ha fatto pensare alle grandi voci del passato sia per la carica emotiva trasmessa, sia per la forte presenza scenica, sia per la parte vocale. È stato per me “un primo incontro” in quanto non l’avevo mai ascoltata, ...ma è amore a primo ascolto!!

Don Alvaro era quel tenore magnifico che porta il nome di Angelo Villari. Lo sto seguendo da poco ma ogni volta che l’ho ascoltato mi ha sempre stupito ed entusiasmato. Nella recita di ieri sembra un giovane Del Monaco per potenza, agilità, timbro di voce.

Ha una linea di canto e voce potente, con pianissimi ben tenuti ed esplosioni di voce e tono perfette negli acuti. “La vita è inferno all’infelice” e la successiva aria hanno scatenato l’entusiasmo del pubblico con un applauso di 5 minuti ininterrotti e la richiesta di bis da ogni parte del teatro, richiesta che purtroppo non è stata soddisfatta per il diniego del direttore. Questo tenore mi sorprende sempre piacevolmente tanto che ormai cerco il suo nome e vado ad ascoltare i cast dove c’ è lui...e non sono i secondi cast...almeno questo di oggi era un eccellentissimo cast primo tra i primi.

Don Carlo di Vargas era il baritono Stefano Meo voce purtroppo poco ascoltata in Italia ma che delizia il pubblico europeo. È un baritono che ha carisma e che si ascolta quasi sempre nei secondi cast...che spesso sono meglio dei primi. Lui ne è la conferma. Molto centrato vocalmente e scenicamente ha cantato dimostrando di avere molte frecce al suo arco. Bravo in “Son Pereda” e nel recitativo e aria del terzo atto. Da ricordare i suoi duetti col tenore, due giganti che si fronteggiavano sia vocalmente che scenicamente.

Preziosilla era Cristina Melis brava scenicamente ma meno convincente vocalmente.

Fra Melitone era Sergio Vitale molto bravo nella sua prima entrata, ha avuto qualche incertezza nel terzo atto per poi riprendersi nella scena del pasto ai poveri e nel duetto col Padre Guardiano. Anche per lui una interpretazione convincente Il Padre Guardiano era Abramo Rosalen basso che non avevo mai ascoltato prima d’ora ma che mi è piaciuto molto nella parte sia scenica che vocale. Carico di tensione il duetto con Leonora, bravo nel finale. Ci ha fornito un Padre Guardiano da " vero superiore" come canta Fra Melitone.

Interessanti le voci dei comprimari a cominciare da Curra di Federica Giansanti, dal Mastro Trabucco di Orlando Polidoro, dall’ Alcade di Fabrizio Brancaccio e dal chirurgo di Tong Liu.

Applausi scroscianti per tutto il cast alla fine dell’opera. Concludendo: mani rosse per gli applausi, orecchie rosse per le voci fantastiche ascoltate, cuore in apprensione per le emozioni provate.

Insomma un pomeriggio di Opera Lirica veramente maiuscolo!!!