100° Arena di Verona Opera Festival: “Madama Butterfly”

100° Arena di Verona Opera Festival 2023
MADAMA BUTTERFLY
Tragedia giapponese in tre atti su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, dal dramma omonimo di David Belasco
Musica di 
Giacomo Puccini
Cio-Cio-San ALEKSANDRA KURZAK
Suzuki 
ELENA ZILIO
Kate Pinkerton CLARISSA LEONARDI
F. B. Pinkerton
ROBERTO ALAGNA
Sharpless GEVORG HAKOBYAN
Goro MATTEO MEZZARO
Il Principe Yamadori ITALO PROFERISCE
Lo Zio Bonzo GABRIELE SAGONA
Il Commissario Imperiale GIANFRANCO MONTRESOR
L’Ufficiale del registro STEFANO RINALDI MILIANI
La madre di Cio-Cio-San FEDERICA SPATOLA
La cugina VALERIA SALADINO
Orchestra, Coro e Ballo della Fondazione Arena di Verona
Direttore 
Daniel Oren
Maestro del coro Roberto Gabbiani
Regia e Scene Franco Zeffirelli
Costumi Emi Wada
Movimenti coreografici Maria Grazia Garofoli
Verona, 12 agosto 2023
Ottavo ed ultimo titolo ad andare in scena al 100° Opera Festival, Madama Butterfly viene riproposta nell’allestimento a firma di Franco Zeffirelli già presentato nel 2004 per il centenario della prima rappresentazione e forse il suo lavoro più cinematografico creato per il teatro d’opera. L’imponente scenografia riproduce il quartiere dei piaceri sul porto di Nagasaki brulicante di persone e di vita ma tramite il già noto espediente teatrale di Zeffirelli, la scenografia si apre svelando la casa sulla collina; in questo modo lo spettatore viene guidato per mano all’interno della vicenda e costantemente coinvolto nell’azione scenica tanto nell’impianto immaginifico quanto sul piano emotivo. L’evoluzione umana e psicologica di Cio Cio San viene inoltre sottolineata dai costumi di Emi Wada, già premio Oscar nel 1986 col film Ran di Kurosawa. Uno spettacolo dunque visivamente godibile e nel solco creativo del maestro fiorentino, ben integrato dai movimenti coreografici di Maria Grazia Garofoli, sempre discreti e mai invasivi. Se la regìa, le scene ed i costumi erano ampiamente collaudati, grazie anche alle riprese nel corso degli anni, la parte musicale ha destato qualche perplessità soprattutto nell’insieme e negli equilibri tra buca e palcoscenico: in particolare Daniel Oren è parso decisamente in carenza di concentrazione con attacchi imprecisi (quando li dava) ed un gesticolare poco chiaro e funzionale che ha mandato sovente l’orchestra fuori tempo, specialmente nell’intermezzo sinfonico che apre la seconda parte del secondo atto. Venendo al cast vocale, veniva riproposta la coppia artistica e di vita formata da Roberto Alagna ed Aleksandra Kurzak, già ascoltati in Tosca due settimane prima. Nei panni di Pinkerton il tenore è parso meno convincente rispetto a Cavaradossi e non sempre impeccabile nell’intonazione ma resta comunque un grande interprete che può, a ragione, dare una lettura interpretativa efficace  nel delineare il problematico ufficiale della Marina statunitense. Cio Cio San è divenuta per mezzo della Kurzak una passionale e  fiera eroina, più che la tenera e piccola fanciulla disillusa ed abbandonata: una rassegnazione sofferta e spesso costellata di dardi lanciati a trecentosessanta gradi verso chiunque tentasse di riportarla alla cruda realtà. Il soprano ha una voce di bel timbro e dotata di un ampio fraseggio, e prova ne è la celebre Un bel dì vedremo (accolta con un lungo applauso). Forse la Butterfly si avvicina un po’ troppo a a Floria Tosca. Bene anche Gevorg Hakobyan quale Sharpless, ago della bilancia nell’intera vicenda, sospeso nell’imbarazzante mediazione tra i due protagonisti: persuasivo nel bonario rimprovero a Pinkerton nel primo atto quanto nel confronto emotivo con Cio Cio San nel secondo: ha perciò ben declinato il suo canto ad un fraseggio dal tono paterno e rassicurante. Allo stesso modo, la fenomenale (a 82 anni!) Elena Zilio ha saputo infondere a Suzuki l’essenza umana ed empatica della premurosa cameriera sempre pronta a gioire quanto a soffrire insieme alla sua signora, cercando di risparmiarle il triste momento della verità. Nell’antipatico e petulante ruolo del nakodo è stata positiva anche la prova di Matteo Mezzaro (già Ismaele in Nabucco) abile ad incardinarsi nei meccanismi della vicenda: il suo Goro è scaltro ed odioso allo stesso tempo. Il resto del cast annoverava, con piena sufficienza, Clarissa Leonardi (Kate Pinkerton), Italo Proferisce (Yamadori), Gabriele Sagona (Lo zio Bonzo), Gianfranco Montresor (Il commissario imperiale), Stefano Rinaldi Miliani (L’ufficale del registro), Federica Spatola e Valeria Saladino (madre e cugina di Cio Cio San). Corretto l’apporto del coro della Fondazione Arena, con un cenno particolare alle sezioni femminili, applaudito nel suggestivo e celebre interludio notturno a bocca chiusa. Un pubblico particolarmente numeroso (ma ancora non del tutto disciplinato nel rispetto dovuto agli spettacoli) ha tributato alla recita generosi applausi. Repliche il 25 agosto, il 2 e il 7 settembre. Foto Ennevi per Fondazione Arena