Recensioni - Opera

Magnetica Butterfly per Asmik Grigorian all’Arena di Verona

Prova convincente per il soprano lituano affiancata da un ottimo cast

In chiusura del centesimo festival all’Arena di Verona arriva un’altra star della lirica internazionale Asmik Grigorian, chiamata per due serate ad interpretare Madama Butterfly di Giacomo Puccini nello storico allestimento di Franco Zeffirelli.

Le aspettative non sono andate deluse, infatti la Grigorian ha regalato al pubblico una Butterfly magnetica, calibrata, scenicamente e vocalmente convincente. All’interno dell’ormai datato e oleografico allestimento di Zeffirelli, il soprano lituano ha disegnato credibilmente la figura di una bambina innamorata, volitiva, decisa, secca nei movimenti, spigliata e sicura nell’utilizzo dello spazio scenico.

La voce è di ampio volume, di splendido timbro e sorretta da una tecnica che ha permesso alla Grigorian di attaccare in pianissimo il celebre “Un bel dì vedremo”, meritandosi una valanga di applausi e numerose richieste di bis. La parola viene scolpita nel fraseggio, rendendo chiaro e intellegibile ogni passaggio e piegando la voce alle esigenze sceniche in maniera magistrale: dalle asprezze della disperazione, fino allo zuccheroso corteggiamento del primo atto, riuscendo sempre a giungere in fondo alla grande cavea areniana. Una prova superba e una grande conferma per una voce che ha davanti un futuro notevole.

Al suo fianco una buona compagnia di canto con il Pinkerton di Piero Pretti che si difende vocalmente e convince soprattutto nel finale del primo atto. Il tenore è dotato di un timbro particolare, ma modula con professionalità e ha un ottimo canto sul fiato. Meno spigliato scenicamente accanto alla collega, riesce comunque a tenere degnamente la scena insieme alla fuoriclasse.

Sharpless era il baritono armeno Gevorg Hakobyan, che canta con gusto e recita con misura il complesso e psicologico personaggio del console. Una ricercata modulazione vocale sulle mezze voci per lui con opportune e facili ascese al forte, che ne fanno un cantante da tenere d’occhio. Sofia Koberidze disegna una Suzuki calibrata e partecipe senza mai forzare una vocalità forse non adattissima agli spazi areniani. Matteo Mezzaro è un Goro efficace e sonoro.

Ottimo e professionale il resto del cast: Marta Pluda, Italo Proferisce, Gabriele Sagona, Gianfranco Montresor, Stefano Rinaldi Miliani, Federica Spatola e Valeria Saladino.

Daniel Oren dirige con la sicurezza del veterano e con il consueto coinvolgente trasporto.

Dell’allestimento di Franco Zeffirelli, con i bei costumi di Emi Wada, si è già detto più volte. Sicuramente resta un contenitore classico ed efficace al netto di qualche eccesso e macchinosità. L’Arena del resto è un grande teatro di repertorio per cui questo tipo di allestimento sono spesso funzionali, spettacolari e opportuni.

Asmik Grigorian ha saputo poi creare un personaggio personalissimo, inserendosi senza timore reverenziale nel contenitore scenico. La consapevolezza e il taglio contemporaneo della sua interpretazione hanno dato nuova efficacia anche alle oleografiche scene di Zeffirelli.

Raffaello Malesci (Giovedì 7 Settembre 2023)