Milano: i fantasmi di Peter Grimes

Coi primi freddi autunnali la Scala riporta in scena, in una nuova produzione, Peter Grimes, primo lavoro operistico di Benjamin Britten. 

La vicenda, tratta da un poema di George Crabbe, si incentra sul tema dell’emarginazione. Peter Grimes, di cui non conosciamo nulla del suo vissuto, è un personaggio psicologicamente complesso sopratutto agli occhi degli abitanti del Borgo, villaggio di pescatori sulle coste orientali dell’Inghilterra. La situazione si complica in seguito alla morte di un giovane mozzo di Grimes avvenuta in circostanze poco chiare che aumenta i sospetti circa la natura violenta del protagonista. Altri incidenti amplificheranno le tensioni all’interno del Borgo divenuto un branco feroce e coalizzato nell’escludere definitivamente dalla comunità Peter Grimes il quale, preso il largo, affonderà con la sua stessa barca. 

Una storia atroce, attualissima, nonostante il tema dell’inclusione sia più che riconosciuto a apparentemente rispettato all’interno della nostra civilissima società.

Britten, per rendere il clima torbido del racconto, lavora su più livelli utilizzando diversi registri stilistici. La parte di Peter Grimes, ad esempio, alterna una scrittura violenta a momenti di affettuosa cantabilità che rivelano una natura psicologica certamente instabile ma anche un lato umano inaspettato. Al contempo il coro, molto presente, diviene sempre più esasperato ed esasperante. Poi c’è il contesto naturalistico, il mare, presenza costante dove l’orchestra è protagonista in un caleidoscopio di stati d’animo, colori, ombre e silenzi di forte impatto.

Il mare in questa nuova edizione scaligera lo percepiamo ma scenicamente viene celato dall’abilissimo Robert Carsen che, insieme allo scenografo e costumista Gideon Davey, crea una ambiente punitivo, privo di orizzonti e vie di fuga in cui i personaggi agiscono su diversi piani ma sempre all’interno di una condizione estremamente chiusa.

Questo senso di crescente claustrofobia lo percepiamo maggiormente ad ogni apertura di sipario dove per tutti e tre gli atti la scena, prevalentemente buia ma sapientemente illuminata da Carsen e Peter van Praet, rimane volutamente immutata lasciando così spazio alla musica nel suo drammatico divenire. A sottolineare maggiormente lo stato emotivo di Peter Grimes sono una serie di angosciosi video proiettati nella cornice superiore della scenografia che ricordano il cinema pulp britannico degli anni Cinquanta.

In ottima simbiosi è la concertazione di Simone Young, al suo debutto operistico alla Scala, la quale mostra una profonda conoscenza della partitura estraendo dall’orchestra interessanti e suggestive sonorità. Mai prevaricatrice delle voci, sempre alla ricerca dell’espressione in tutte le sfaccettature che questa partitura richiede, non sempre chiara gestualmente con la compagine corale talora scollata, la Young realizza bene quel climax drammatico richiesto da Britten con particolare attenzione ai quattro interludi orchestrali durante i quali si sono avverate le tragiche coreografie di Rebecca Howell.

Nel ruolo del protagonista Brandon Jovanovich incarna perfettamente l’instabilità di Peter Grimes con un uso sapiente della voce nel suo repentino mutare di scrittura. 

Al suo fianco Nicole Car rende molto comprensibile la non facile parte di Ellen Orford, una donna mossa a pietà nei confronti dell’emarginato personaggio ma al tempo stesso spaventata dalle ultime vicende che la porteranno a unirsi definitamente al branco del Borgo.

Perfettamente in parte Ólafur Sigurdarson (Captain Balstrode), Peter Rose (Swallow) e Natascha Petrinsky (Mrs. Sedley).

Ottimo, come sempre il coro istruito dal maestro Alberto Malazzi, qui alla prese con una partitura di non facile esecuzione soprattutto laddove è richiesto un certo tipo di dinamismo scenico.

Peter Grimes, un’opera che apre molti spunti di riflessioni su condizioni umane attualissime.

Gian Francesco Amoroso
(18 ottobre 2023)

La locandina

Direttrice Simone Young
Regia Robert Carsen
Scene e costumi Gideon Davey
Luci Robert Carsen e Peter Van Praet
Drammaturgia Ian Burton
Video Will Duke
Coreografia Rebecca Howell
Personaggi e interpreti:
Peter Grimes Brandon Jovanovich
Boy Tommaso Axel Versari
Ellen Orford Nicole Car
Captain Balstrode Ólafur Sigurdarson
Auntie Margaret Plummer
First niece Katrina Galka
Second niece Tineke Van Ingelgem
Bob Boles Michael Colvin
Swallow Peter Rose
Mrs. Sedley Natascha Petrinsky
Rev. Horace Adams Benjamin Hulett
Ned Keene Leigh Melrose
Hobson William Thomas
A lawyer Ramtin Ghazavi
A fisherwoman Eleonora de Prez
Orchestra e coro del Teatro alla Scala
Maestro del coro Alberto Malazzi

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