“Amleto” di Franco Faccio in prima nazionale al Teatro Filarmonico di Verona

Verona, Teatro Filarmonico, Stagione Lirica 2023
AMLETO”
Tragedia lirica in quattro atti su libretto di Arrigo Boito
Musica di 
Franco Faccio
Amleto SAMUELE SIMONCINI
Il Re DAMIANO SALERNO
Polonio 
FRANCESCO LEONE
Orazio ALESSANDRO ABIS
Marcello DAVIDE PROCACCINI
Laerte SAVERIO FIORE 
Ofelia ELEONORA BELLOCCI
Gertrude MARTA TORBIDONI
Lo spettro ABRAMO ROSALEN
Un Araldo ENRICO ZARA
Re di Gonzaga FRANCESCO PITTARI
Regina di Gonzaga MARIANNA MAPPA
Un Sacerdote MAURIZIO PANTÒ
Luciano NICOLÒ RIGANO                                                                Primo BecchinoVALENTINO PERERA                                                Orchestra e  Coro della Fondazione Arena di Verona
Direttore 
Giuseppe Grazioli
Maestro del Coro Roberto Gabbiani
Regia Paolo Valerio                                                                       
Scene e projection design Ezio Antonelli
Costumi
 Silvia Bonetti
Luci Claudio Schmid
Nuovo allestimento della Fondazione Arena di Verona                       
Prima esecuzione italiana in tempi moderni
Verona, 27 ottobre 2023                                                                 
Debutto attesissimo quello del veronese Franco Faccio e del suo Amleto, in prima assoluta nella città natale del compositore e direttore d’orchestra. Esponente di spicco, con l’amico Boito, di quella Scapigliatura che non risparmiò dai suoi feroci strali nemmeno Giuseppe Verdi, presentò la sua seconda ed ultima opera con discreto successo a Genova nel 1865, appena venticinquenne. L’ardore giovanile e il desiderio di stupire trovano esito in una dimensione sinfonica nuova e senza precedenti ma che non addita la strada alle generazioni successive; l’inesperienza è tangibile nell’alternanza tra pagine di bellezza raffinata ed interessante e momenti prolissi, sospesi tra la tradizione italiana e l’innovazione delle esperienze d’oltralpe. Pur segnata da una strumentazione elegante, la partitura dovette subire i continui ripensamenti del dubbioso Faccio che vi mise mano, ripresentandola al pubblico milanese sei anni dopo con esito nefasto; da qui la drastica decisione di dedicarsi definitivamente alla sola direzione d’orchestra. Dobbiamo arrivare ai giorni nostri, con le riprese a Baltimora, Albuquerque e Bregenz (oltre ad un’incisione in studio della Naxos) per poter dunque scoprire quest’opera che al Filarmonico si giova di un nuovo allestimento della Fondazione Arena. Per l’occasione firma la regia Paolo Valerio, anch’esso veronese, profondo conoscitore di Shakespeare; la sua lettura prende forma proprio dalle linee guida di Boito e Faccio e dal loro progetto di un nuovo teatro musicale che mette in luce il dualismo tra passato e futuro e l’eterna lotta tra il bene e il male, declinandoli in azione che vorrebbe essere viva, ma che mostra buchi narrativi, non sempre di facile comprensione e con personaggi che rimangono trincerati in un modus espressivo alquanto manierato. I pochi ed essenziali elementi scenici di Ezio Antonelli creano uno spazio indefinito ed allusivo nel quale le innovazioni poetica e musicale di Boito e Faccio si incrociano in una sorta di sinestesia che genera immagini da ascoltare e musica da vedere per uno spettacolo in equilibrio tra verità e finzione, quasi in una dimensione fiabesca. Allo stesso modo i costumi di Silvia Bonetti si ispirano ad un ‘900 indefinito attraverso i suoi tormenti, conflitti ed inquietudini per mezzo di velate citazioni, stili e colori attraverso la ricerca di un percorso avanguardista contraddistinto dalla nascente scienza della psicanalisi; peccato però che tutte queste citazioni non forniscano un’immagine unitaria dello spettacolo finendo solo per confondere le idee, con esiti di dubbio gusto (particolarmente infelice il costume di Ofelia). Di buon impatto visivo la partitura manoscritta di Faccio proiettata durante i cambi di scena. Venendo al cast, interamente italiano, il ruolo del protagonista era sostenuto da Samuele Simoncini che lo affronta con vocalità univoca e e priva di dinamiche; come attenuante gli riconosciamo un ruolo decisamente impervio sul piano tecnico e, trattandosi del secondo cast, la probabile esiguità di prove con orchestra e direttore. Eleonora Bellocci, Ofelia di singolare intensità, malinconica e poetica ma anche adeguatamente drammatica sfoggia una linea di canto drammatica ed emozionante allo stesso tempo mentre il personaggio di Gertrude aveva in Marta Torbidoni un’interprete di rilievo con una bella voce vellutata unita al forte pathos richiesto dal ruolo. Anche Damiano Salerno ha saputo dare incisività drammatica e ricchezza di contrasto interiore al re usurpatore con la sua arroganza, i suoi sensi di colpa, la disperazione e la cupa malinconia. Nel resto del cast da segnalare la garbata eloquenza di Saverio Fiore, Laerte, con i suoi difficili e veloci recitativi, e il tenebroso Abramo Rosalen (Lo Spettro), Francesco Leone (Polonio), Alessandro Abis e Davide Procaccini (Orazio e Marcello), Enrico Zara (Un Araldo), Francesco Pittari (Il Re di Gonzaga), Marianna Mappa (La Regina), Nicolò Rigano (Luciano), Maurizio Pantò (Un sacerdote), Valentino Perera (Primo becchino). Giuseppe Grazioli trae dalla singolare ed eclettica partitura un’interpretazione convincente ma talvolta gravata da un appesantimento timbrico che entra spesso in conflitto con il palcoscenico; riesce comunque a trovare una una certa varietà dinamica e di fraseggio musicale assecondando musicalmente il fluire delle situazioni sceniche mantenendo sempre in ordine il bilanciamento tra golfo mistico e palcoscenico. Bene il coro che ha offerto una prova di notevole qualità per intonazione ed impasto sonoro; non sempre preciso negli attacchi e sempre in inferiorità di suono rispetto all’orchestra. Si può dire che questo Amleto sia uno dei migliori spettacoli mai dati al Filarmonico per capacità esecutiva e per il coraggio della proposta; una scommessa vinta dalla Fondazione Arena ed avallata dagli applausi generosi e calorosi di un folto pubblico. Ultima replica il 29 ottobre. Foto Ennevi per Fondazione Arena