Recensioni - Opera

La Rondine di Puccini arriva a Jesi

La stagione lirica del teatro Pergolesi di Jesi giunge al termine, con un omaggio anticipato al centenario della morte del maestro Giacomo Puccini.

In cartellone "La rondine" , un'opera poco frequentata e tutta da riscoprire.

Originariamente concepita come operetta, Puccini insoddisfatto la trasformò in una vera e propria opera, attraverso un lungo lavoro che lo portò a scriverne tre versioni differenti.

A Jesi è stata scelta la prima edizione, quella del 1917, andata in scena al Grand Théâtre de Monte Carlo. La nuova produzione insieme al Teatro Verdi di Pisa e Opéra-Théâtre de l’Eurométropole de Metz, si avvale della regia Paul-Émile Fourny, che ritorna a Jesi dopo la Tosca dello scorso anno.

Uno spettacolo rispettoso del libretto, elegante e raffinato. Il regista decide di svolgere la storia all'Interno di un teatro quasi diroccato, dove si incastrano le scene affidate alla consueta maestria di Benito Leonori. Tre ambienti diversi ( il nobiliare salotto di Magda a Parigi, il ritrovo notturno di Bullier, la riviera francese della Costa Azzurra), illuminati con classe da Patrick Méeüs, arricchiti dai sontuosi costumi di Giovanna Fiorentini, in stile Belle Époque.

Valerio Galli alla guida della FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana ha saputo trovare i giusti colori, passando con naturalezza dai momenti delicati, cantabili a quelli più concitati. Inoltre il maestro ha seguito con cura le varie voci e si è notato nel perfetto bilanciamento tra buca e palcoscenico. Notevole Il Coro Arché, ben diretto da Marco Bargagna , che riceve un lungo applauso a scena aperta dopo il quartetto “Bevo al tuo fresco sorriso” del secondo atto.

Claudia Pavone ha interpretato Magda, la protagonista, con grande passione.Ottimo controllo del mezzo vocale, bel colore, buon fraseggio e acuti cristallini. Risolve bene le impegnative “Sogno di Doretta” e “Ore dolci e divine di lieta baraonda” del primo atto. Anche scenicamente risulta molto credibile, nei vari stati d'animo del personaggio.

Matteo Falcier è un convincente Ruggero, dal timbro chiaro e squillante, che si muove bene nel "canto di conversazione" pucciniano e nel dolore finale.

Vassily Solodkyy delinea un validissimo Prunier, frizzante e vitale, a suo agio nei continui sbalzi della partitura. Bravo attore, si cimenta anche con naturalezza al pianoforte nel primo atto.

Maria Laura Iacobellis è una riuscita Lisette, tratteggiata con la giusta verve e sempre vocalmente sicura. Francesco Verna è un Rambaldo severo e aristocratico, dal timbro solido e scuro. Il resto del cast è brillante e ben amalgamato, con Giorgio Marcello (Périchaud), Mentore Siesto (Gobin), Tommaso Corvaja (Crébillon), Benedetta Corti (Yvette), Sevilay Bavoz (Bianca) e Michela Mazzanti (Suzy).

Grande successo a fine recita, con applausi generosi per tutto il cast, in particolare per la Pavone e per Galli.

Si chiude così una stagione lirica particolarmente significativa, dove alcuni titoli di tradizione si sono affiancati ad una prima assoluta e ad un titolo di nicchia. Merito di un grande lavoro di squadra , guidato dal direttore artistico Christian Carrara che riesce sempre a portare alta qualità a quel gioiello di teatro, che è il Pergolesi di Jesi.

Marco Sonaglia