La stagione d'opera 2024 al Teatro Comunale Nouveau di Bologna inizia con la musica di Giacomo Puccini, in occasione del centenario della morte del compositore.
Ritorna in cartellone un'opera assente da ventidue anni e che non capita spesso di ascoltare: Manon Lescaut.
La regia del nuovo allestimento è affidata a Leo Muscato, una delle figure più interessanti del teatro contemporaneo.
Nella messa in scena si decide di tenere insieme i quattro luoghi diversi con una terra che scotta, un deserto metaforico dove è impossibile mettere radici. Le scene di Federica Parolini si adattano bene agli spazi più ristretti del Nouveau. Nel primo atto c'è un clima festoso con bandierine e lampadine, come in un quadro di Renoir. Nel secondo atto lunghi tendaggi floreali, due scale in legno dove si appoggia il guardaroba e si costruisce un set fotografico. Nel terzo e quarto troviamo un ambiente sempre più povero, prima con le valige e la pedana per l'imbarcazione, poi con la landa sterminata. Le luci di Alessandro Verazzi nei primi due atti sono limpide e gelide, negli altri due assumono tonalità diverse tra rosso, ocra e marrone. I costumi di Silvia Aymonino sono ricercati, raffinati, sinonimo di qualità.
La direzione di Oksana Lyniv è meticolosa, equilibrata, con attenzione alle voci. Fatta di gesti misurati, tesi a sottolineare la modernità della partitura pucciniana e l'orchestra del comunale brilla di colori, di dinamiche, di solidità. Il preludio al terzo atto, eseguito con grande gusto, viene ricambiato da un caloroso applauso. Eccellente e delicato il coro, diretto come sempre con professionalità e passione da Gea Garatti Ansini.
Erika Grimaldi debutta felicemente nel ruolo della protagonista. Il soprano mostra una voce sicura negli acuti, morbida, un buon fraseggio e un'interpretazione credibile, passionale, coinvolgente, che si coglie nella delicata romanza "In quelle trine morbide" del secondo atto e nella sofferenza dell'aria "Sola... perduta... abbandonata" del quarto atto.
Altro debutto significativo è quello di Luciano Ganci con Des Grieux. Una voce tenorile piena, robusta, di bel colore, sonora, con acuti brillanti e ben proiettata. C'è anche una ricerca di sfumature e mezzevoci che si colgono sia nella romanza “Donna non vidi mai" al primo atto, che nei vari duetti. Un'interpretazione credibile anche scenicamente, che lo attesta come un futuro punto di riferimento per questo ruolo.
Ben definito il Lescaut di Claudio Sgura, che coglie bene la sua spavalderia, grazie ad un canto sempre corretto e una magnetica presenza. Giacomo Prestia delinea un Geronte ben cantato, nobile, elegante e severo. Da segnalare anche l’ottimo Edmondo di Paolo Antognetti, Il maestro di ballo del valido Bruno Lazzaretti, l’efficace musico di Aloisa Aisemberg.
Completavano degnamente il cast: Cristiano Olivieri (un lampionaio), Costantino Finucci (un comandante di marina), Kwangsik Park (l’oste / Un sergente degli arcieri).
Pubblico entusiasta, calorosi applausi e ovazioni per Ganci e Grimaldi.
Marco Sonaglia
Manon Lescaut
Dramma lirico in quattro atti
Libretto di Ruggero Leoncavallo, Domenico Oliva, Giulio Ricordi, Luigi Illica, Marco Praga, Giuseppe Giacosa e Giacomo Puccini
Musica di Giacomo Puccini
Direttrice Oksana Lyniv
Regia Leo Muscato
Maestro del Coro Gea Garatti Ansini
Scene Federica Parolini
Costumi Silvia Aymonino
Luci Alessandro Verazzi
Personaggi e interpreti
Manon Lescaut Erika Grimaldi
Lescaut Claudio Sgura
Renato Des Grieux Luciano Ganci
Geronte Di Ravoir Giacomo Prestia
Edmondo Paolo Antognetti
Il maestro di ballo Bruno Lazzaretti
Un musico Aloisa Aisemberg
Un lampionaio Cristiano Olivieri
Un comandante di marina Costantino Finucci
L’oste / Un sergente degli arcieri Kwangsik Park
Nuova produzione del Teatro Comunale di Bologna
Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Comunale di Bologna
(Teatro Comunale Nouveau-Bologna 28 gennaio 2024)