Milano

IL CASO

Scala, fischi per il ritorno
dell'Aida firmata Zeffirelli

Contestazioni dal loggione per l'opera riproposta a 49 anni dalla prima sul palcoscenico
scaligero. E nell'intervallo un professore d'orchestra va nel foyer per spiegare l'accaduto

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Pochi, tiepidi applausi e tre sole uscite del cast al proscenio, mentre dal loggione qualcuno gridava "vergognatevi!". E' finito così l'omaggio della Scala a Franco Zeffirelli - che domenica scorsa ha compiuto 89 anni - con la riproposta, 49 anni dopo, della sua prima Aida scaligera. Fin dall'inizio la compagnia di canto - con Oksana Dyca (Aida), Marianne Cornet (Amneris), Jorge De Leon (Radames) - denuncia qualche pecca, ma la sensazione che il pubblico non avrebbe reagito bene la si ha netta al ritorno sul podio del direttore, Omer Meir Wellber, dopo l'intervallo del secondo atto: dal loggione piovono le contestazioni, mentre uno spettatore in palco grida che "non è colpa del maestro, ma dell'orchestra poco professionale".

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E nel successivo intervallo è proprio uno dei professori d'orchestra a recarsi nel foyer per difendere l'operato della compagine scaligera, affermando davanti ai giornalisti che, al contrario, l'orchestra avrebbe aiutato molto il direttore e coperto anche alcune defaillance dei cantanti. Per il resto lo spettacolo era ben noto agli spettatori scaligeri più anziani, che ricordano questo allestimento del 1963 con le scene e i costumi di Lila De Nobili: un'Aida oleografica, "con i fondali dipinti - come afferma lo stesso Zeffirelli nel programma di sala - che rievocavano in un'onirica visione i templi nilotici", con i "costumi rutilanti di ori, per quella vertigine di emozioni cui aderivo pienamente".Un lavoro che naturalmente oggi denuncia tutti i suoi 49 anni e che va guardato con gli occhi di quell'epoca del Novecento in cui vide la luce. Ma che deve essere apprezzato per la sua valenza storica e per l'omaggio al grande maestro di tante regia d'opera.