L'incoronazione va storta

"Pop'pea", di Michael Torke in prima mondiale a Parigi. Senza il cast giusto.

Recensione
classica
Théâtre du Chatelet Parigi
29 Maggio 2012
Ancora un’idea brillante è uscita dal cilindro di Jean-Luc Choplin, il vulcanico direttore dello Châtelet. Questa volta è andato a cercare Ian Burton per chiedergli di rimettere mano al libretto dell’"Incoronazione di Poppea”, poi affidato alla riscrittura di Michael Torke. Ne è uscito un Monteverdi trasposto in un universo post-moderno con vari stili, dal blues al rock, che si succedono e con un’orchestra di batteria, chitarre, bassi, percussioni e tastiere (per questa prima assoluta sotto la guida del bravissimo Peter Howard). Se si sta al gioco, ci si lascia coinvolgere. Torke cita le melodie originali rimpastandole completamente. E soprattutto traduce lo spirito del testo monteverdiano, barocco per contrasti ed eccessi: geniale l’idea di far cantare i soldati davanti al palazzo di Poppea in stile rap, ovvero la lingua della strada opposta all’universo dei potenti. Ma purtroppo le buone idee non bastano. Ci vogliono pure i cantanti. E qui cominciano i guai. Valérie Gabail se la cava, ma lei, l’unica presa in prestito dall’opera, è a disagio. Carl Barât è un Nerone senza fiato. Benjamin Biolay è un Ottone senza voce e con un accentaccio in inglese da portiere d’albergo. E quando si pensa di avere toccato il fondo, arriva Marc Almond: a lui manca tutto e, tra l'altro, la voce e l'intonazione. Per fortuna, ci sono Anna Madison (una bella voce rauca da soul) e soprattutto la prodigiosa Fredrika Stahl: un’Ottavia folgorante, una vera prestanza da musical, che illumina la scena. La coppia Barberio Corsetti e Sorin riscalda quanto già fatto per "La pietra del paragone". Tra le rare scintille: l’arresto di Drusilla, girato come un film muto doppiato dai cantanti. Pochino per tutta la sera. E i vestiti, firmati dal costumista di Lady Gaga, fanno quello che possono.

Interpreti: Valérie Gabail (Poppea), Carl Barât (Nerone), Benjamin Biolay (Ottone), Marc Almond (Seneca), Fredrika Stahl (Ottavia), Anna Madison (Drusilla), Joel O'Cangha (Lucano)

Regia: Giorgio Barberio Corsetti

Costumi: Nicola Formichetti

Direttore: Peter Howard

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Bologna: il nuovo allestimento operistico dell’Orchestra Senzaspine ha debuttato al Teatro Duse

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo