“Le nozze di Figaro” al Festival di Aix-en-Provence

Aix-en-Provence, Théâtre de l’Archevéché, Festival International d’Art Lyrique d’Aix-en-Provence 2012
“LE NOZZE DI FIGARO”
Commedia per musica in quattro atti di Lorenzo Da Ponte dalla commedia La folle journée ou le mariage de Figaro di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Il Conte di Almaviva PAULO SZOT
La Contessa di Almaviva MALIN BYSTRÖM
Susanna PATRICIA PETIBON
Figaro KYLE KETELSEN
Cherubino KATE LINDSEY
Marcellina ANNA MARIA PANZARELLA
Bartolo MARIO LUPERI
Basilio JOHN GRAHAM-HALL
Don Curzio EMANUELE GIANNINO
Barbarina MARI ERIKSMOEN
Antonio RENÉ SCHIRRER
Orchestra Le Cercle de l’Harmonie
Coro Les Arts Florissants
Direttore Jérémie Rhorer
Regista Richard Brunel
Scene Chantal Thomas
Costumi Axel Aust
Luci Dominique Borrini
Drammaturgia Catherine Ailloud-Nicolas
Nuovo allestimento con Opéra de Dijon; Opéra-Théâtre de Saint-Etienne
Aix-en-Provence, 17 luglio 2012

“Le nozze di Figaro”, prima opera di Mozart, sono tratte da una commedia e come tale viene elaborata e messa in scena dal regista Richard Brunell, che ritrova in questa un percorso che va dalla commedia classica fino a Čechov. L’impatto visivo con questa regia è sconcertante: un ufficio d’avvocati riempito di cartelle e aperto sulle altre stanze della casa. Ci si chiede perché trasporre ad ogni costo questo capolavoro dove tutto concorre a rappresentare un’epoca. La storia a grandi linee è sicuramente senza tempo, ma ancora segnata dallo ius primae noctis che il Conte ha appena abolito: purtroppo la freschezza che troviamo in tutte le opere di Mozart qui si perde. Il principale elemento scenico è composto da un blocco girevole, che si muove ruotando e si ferma solo nell’intervallo. Girando ci introduce nelle diverse stanze, fino alla scena finale nel giardino e offre l’illusione dello scorrere di una pellicola cinematografica. Si pone l’accento sull’autorità giudiziaria che il Conte attua sui suoi possedimenti e viene quindi rappresentato alternativamente come giudice e podestà, con potere di unire in matrimonio Susanna a Figaro. Matrimonio che qui viene accompagnato, purtroppo, da un balletto scarno e dai movimenti rallentati veramente scandaloso! Il legame tra tutti gli atti resterà il velo da sposa che passa da Susanna a Marcellina e poi dalla Contessa a Cherubino. Un po’ confuso ma talmente ben gestito nel ritmo della regia scenica, che riusciamo ad astrarci trattenendo solo la musica e il canto. Un plauso ai cantanti-attori di primordine che hanno saputo interpretare le esigenze del regista con ottimi risultati.
Fin dall’ouverture il direttore d’orchestra Jérémie Rhoer adotta un tempo rapido che guiderà lo spettacolo fino al finale serrato. Dirige con un gesto ampio un’orchestra al meglio della propria forma mescolando scioltezza e precisione. I musicisti barocchi, suonando su strumenti d’epoca, riescono ad ottenere un suono rotondo, dal legato morbido, eseguendo con estrema pulizia le note in staccato.
Il successo di una rappresentazione d’opera è dato dall’omogeneità dei cantanti con l’orchestra, tutto ciò grazie ad un eccellente maestro concertatore. Scommessa qui vinta. Patricia Petibon, mette in scena una Susanna viva, i suoi atteggiamenti ci rivelano l’ambivalenza dei suoi sentimenti. Pur non avendo una gran voce è una mozartiana, tutto è nello stile, giusti gli accenti e l’intonazione. La perfetta dizione proietta la voce dal timbro puro, che “passa” senza forzare concorrendo a dar fluidità all’opera. Gli acuti sono sicuri e l’esecuzione dei recitativi ci rivela la sua musicalità. Il suo personaggio è interpretato con malizia e fascino. Paulo Szot, è un Conte magnifico: bella presenza, viso espressivo, passa dallo humor alla collera con l’agio e la scioltezza date dal suo rango. La capacità di attenersi al perfetto stile mozartiano ci permette di farci capire i recitativi sia parlati che cantati. La voce dal timbro caldo ricca di armonici nel grave passa all’acuto con disinvoltura e sicurezza senza mai peccare nel gusto. Malin Byström è una bella Contessa, il timbro della voce è piacevole e gli acuti corretti, ma risulta sfuocata la zona grave impedendole una chiara dizione del testo. Ciò non toglie che rimanga una Contessa molto apprezzata, interpretando con purezza ed emozione l’aria del perdono. Kyle Ketelsen è un Figaro rimarchevole dall’inizio alla fine. Spumeggiante, interpreta con agio il personaggio passando dal dubbio alla rassicurazione. La voce ha buona impostazione, è sonora e il timbro caldo non perde mai in rotondità. Canta e recita in modo naturale rendendo il personaggio piacevole e commovente. Kate Lyndsey mezzosoprano, fa di Cherubino un ruolo di primo piano: porta l’impertinenza, la febbrilità e l’agitazione dell’adolescenza. La voce dallo stile impeccabile e dagli acuti sicuri mantiene la freschezza in tutta la tessitura. E’ un Cherubino molto innovativo e pieno di energia. AnnaMaria Panzarella, è una Marcellina spiritosa, perfetta nel ruolo, ineccepibile nella disputa con Susanna: la voce chiara “corre” e fa del personaggio un ruolo di primordine. Mario Luperi, è un Bartolo imponente, dagli interventi precisi e divertenti. La voce ampia lascia risuonare le note gravi, come le acute con facilità. John Graham-Hall, è un Basilio convincente. Avvertiamo la duplicità del suo gioco scenico e la voce meriterebbe l’ascolto in un ruolo più importante. Anche se giovane Mari Eriksmoen, è già in possesso di un grande repertorio. L’interpretazione di Barbarina merita gli applausi ricevuti. Buona l’intonazione, la voce è cristallina, grazioso lo stile. Il coro delle Arts Florissants molto coinvolto e di grande qualità partecipa al successo delle “Nozze”. Il pubblico conquistato ha lungamente applaudito. Spettacolo riuscito sotto tutti i punti e diretto da un giovane direttore che lascerà un segno nella sua generazione.Foto Pascal Victor/ArtComArt