Babelica Babylon

A Monaco l'opera di Widmann

Recensione
classica
Nationaltheater München
27 Ottobre 2012
Il soggetto è degno del grand opéra. Siamo a Babilonia durante l’esilio del popolo di Israele. Tammu è un giovane ebreo innamorato corrisposto della sacerdotessa Inanna. La donna, non solo gli fa provare la passione erotica, ma gli dischiude il segreto del fiume Eufrate, adirato contro il cielo per l’obbligo gravoso di esondare seminando morte. Dopo una disputa con Ezechiele sul senso del diluvio universale, Tammu è scelto come vittima sacrificale per le celebrazioni per il nuovo anno. Inanna convince la Morte a sospendere la regola universale per l’eccezione del suo amore e Tammu torna in vita. I due si allontanano nello spazio, mentre la grande torre di Babilonia crolla e l’uomo scorpione, unico sopravvissuto, si moltiplica sulle sue rovine. Del grand opéra, “Babylon” ha il gusto per i grandiosi tableaux storici nei quali si svolgono le vicende dei singoli. Manca però un centro narrativo forte che consenta un’incisiva presa drammaturgica. Se ci si aggiunge pure un’esagerata verbosità, si capisce perché una parte del pubblico ha contestato il librettista Peter Sloterdijk. Dal suo canto, Jörg Widmann compone il suo personale omaggio al genere nel segno di un’eterogeneità di linguaggio molto marcata, con non poche scivolate nel kitsch. Orchestratore eccellente e abile nel combinare generi diversi, anche Widmann tuttavia manca di incisività tranne in alcuni passaggi riusciti. Chi meglio di tutti interpreta il genere con immagini di tecnologica spettacolarità, sono gli artisti della Fura dels Baus. La materia è perfetta per tableaux complessi, che aprono qualche finestra sull’attualità tragica. In scena un cast con poche debolezze e in buca Nagano dirige con polso smussando e levigando suoni e ritmi. Teatro esauritissimo, buona accoglienza nel complesso.

Note: Commissione dell'Opera di Stato Bavarese. Prima rappresentazione assoluta. Altre rappresentazioni: 31 ottobre; 3, 6, 10 novembre 2012; 21 luglio 2013.

Interpreti: Claron McFadden (Seele), Anna Prohaska (Inanna), Jussi Myllys (Tammu), Willard White (Priesterkönig/Tod), Gabriele Schnaut (Euphrat), Kai Wessel (Skorpionmensch), August Zirner (Ezechiel), Iulia Maria Dan, Golda Schultz, Silvia Hauer, Dean Power, Kenneth Roberson (Septette), Tim Kuypers (Septette/1. Pförtner), Tareq Nazmi (Septette / Der Schreiber / 2. Pförtner), Solista del Tölzer Knabenchor (Ein Bote / Utnapischtim), Joshua Stewart (Priester), Frauke Burg, Isabel Becker, Franziska Wallat, Ulrike Wagner, Katalin Cziklin, Jennifer Crohns, Annette Beck-Schäfer (Sieben Vulven), Jochen Schäfer, Harald Thum, Gintaras Vysniauskas, Tobias Neumann, Yo Chan Ahn, Klaus Basten, Werner Bind (Sieben Phalloi)

Regia: Carlus Padrissa – La Fura dels Baus

Scene: Roland Olbeter

Costumi: Chu Uroz

Orchestra: Bayerisches Staatsorchester

Direttore: Kent Nagano

Coro: Chor der Bayerischen Staatsoper

Maestro Coro: Sören Eckhoff

Luci: Urs Schönebaum (video: welovecode / Tigrelab)

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