Les Chorégies d’Orange: “Der Fliegende Holländer”

Les Chorégies d’Orange, Stagione 2013
“DER FLIEGENDE HOLLÄNDER”
Opera romantica in tre atti da Aus den Memoiren des Herrn von Schnabelewopski di Heinrich Heine.
Libretto e musica di Richard Wagner
Daland, navigatore norvegese STEPHEN MILLING
Senta, sua figlia ANN PETERSEN
Erik, cacciatore ENDRICK WOTTRICK
Mary, nutrice di Senta MARIE-ANGE TODOROVITCH
L’Olandese EGILS SILLINS
Il timoniere di Daland STEVE DAVISLIM
Chœurs des Opéras de Région
Orchestre Philharmonique de Radio France
Direttore Mikko Franck
Regia Charles Roubaud
Scene Emmanuelle Favre
Costumi Katia Duflot
Video Marie-Jeanne Gauthé
Luci Jacques Rouveyrollis
In coproduzione con l’Opéra di Marsiglia
Orange, 12 luglio 2013

Richard Wagner scrisse il libretto del Fliegende Holländer tra il 1840 e il 1841, mentre la composizione vera e propria lo impegnò per circa sei settimane, nella primavera del 1842 a Meudon. Nel Fliegende compaiono per la prima volta le tematiche care al compositore  tedesco: la maledizione, la redenzione e la morte come raggiungimento di una stabilità interiore. Tutti  elementi che Wagner svilupperà nelle opere successive, così come avrà un altro importante sviluppo l’uso del “leitmotiv”, il motivo conduttore, che proprio qui trova la sua importante collocazione.
Nell’anno del bicentenario wagneriano, la partitura sbarca nel vasto spazio de Les Chorégies, uno spazio sicuramente di non facile gestione. La regia di Charles Roubaud è semplice e lineare e, soprattutto non cerca chiavi di lettura astruse. Una grande prua di una nave, arenata da tempo,  delle  cime di ormeggio calate dalle mura e utilizzate da marinai, ci fanno chiaramente capire che ci troviamo in un porto. Un uso intelligente di cieli in tempesta e mare, creano l’adeguata atmosfera all’opera. Qui tutto combacia visivamente con la storia e la musica di Wagner. I costumi di Katia Duflot sono eleganti e di buon gusto.
I ruoli maschili dell’opera sono dominati dal Daland di Stephen Milling. Un cantante di grande personalità scenica, perfettamente calato nel tratteggiare l’avidità e insensibilità del personaggio. La dizione è perfetta e la voce rotonda, robusta, omogenea in tutta la tessitura.
Valida l’interpretazione di Steve Davislim (il timoniere), tenore dalla voce chiara e svettante. Canta con sensibilità e delicatezza e con un convincente carisma scenico che lo ha fatto emergere. Ha convinto di meno Endrick Wottrich (Erik), tenore dalla vocalità poco adatta allo spazio di Orange. La sua voce manca di potenza, nonostante la bella linea di canto. Infine il basso Egils Silins, un Olandese di indubbia presenza scenica, ma con evidenti limiti di proiezione vocale e di fraseggio, che risulta piuttosto oscuro.  È un peccato perché il colore e la qualità timbrica sarebbero degne di interesse.
Ann Petersen è una Senta piena di delicatezza, l’aspetto fisico e la recitazione sono perfetti per il ruolo. La Petersen canta con bel fraseggio e con una vocalità sufficientemente ricca di colori e sicura su tutta l’ampia tessitura del ruolo. Senza essere eccezionale, ci ha dato una Senta ricca di sentimenti e di emotività. Marie-Ange Todorovitch (Mary) si conferma una solida professionista. Attrice consumata, ha supplito con l’interpretazione i limiti di una vocalità qua e là povera di smalto. Ottima, per omogeneità e potenza,  la prova  del Coro des Opéras de Région. Di altissimo livello la prova dell’Orchestre Philharmonique de Radio France diretta da Mikko Franck. Una concertazione che ha privilegiato dei tempi piuttosto ampi ma che ha saputo, al contempo, dare corpo al suono ed evidenziare ogni singola famiglia degli strumenti. Ottimo l’equilibrio con i cantanti, qualche discrepanza invece con il Coro. Nel complesso uno spettacolo di qualità che soddisfa e  appaga.