Tre donne sole a Spoleto

Tre monologhi di Berlioz, Poulenc e Schoenberg

Recensione
classica
Festival dei due Mondi Spoleto
29 Giugno 2014
Tre monodrammi - oltretutto non destinati alla scena, non tutti almeno - per poco più un'ora di musica: è quel che resta dell'opera al Festival di Spoleto, di cui un tempo era la regina. L'idea era presentare una piccola galleria di ritratti di donne sole e disperate, dipinti da tre autori molto diversi tra loro per epoca, stile, mentalità: scelta indubbiamente raffinata e nient'affatto popolare, che tuttavia ha richiamato un pubblico abbastanza folto e, alla fine, plaudente. Con la sua alternanza di recitativi, arie (o piuttosto spezzoni di arie) e "meditazioni", la "scena lirica" La Mort de Cléopâtre di Berlioz è - nonostante il linguaggio paludato - un modernissimo flusso di coscienza: dei tre monodrammi è quello più difficile da portare in scena e quindi Frédéric Fibach può essere giustificato se ha fatto solo un flebile e poco convinto tentativo di regia. Meno comprensibile è che la georgiana Ketevan Kemoklidze abbia smussato il vigore drammatico del declamato neogluckiano e le allucinazioni romantiche delle arie e delle meditazioni di Berlioz e che il direttore John Axelrod abbia condotto la valida orchestra milanese in una placida passeggiata, sterilizzando totalmente la tragicità della situazione, fino a spianare i sussulti degli ultimi battiti cardiaci della protagonista, che sono tra le pagine più angosciose di tutta la storia della musica. Non molto meglio è andata a La Dame de Montecarlo, per quel che riguarda la direzione, che non ha colto la tragica ironia con cui Poulenc presenta questo "monologo lirico" di una vecchia signora che ha perso tutto al gioco e pone fine alla sua vita gettandosi in mare. Ottima l'interpretazione di Kathryn Harries, che ha voce un po' sfiorita ma gran classe di interprete, e giusta l'idea registica di evocare toni da spettacolo di varietà. Come spesso accade, la partitura più complicata si è rivelata la più facile: basta eseguire tutto quel che è scritto per realizzare una buona parte di Erwartung di Schoenberg. È quel che hanno fatto sia Axelrod che Fisbach, ma quest'ultimo ha sbagliato proprio quando ha aggiunto qualcosa in più, come la materializzazione dell'uomo tanto atteso e una macchina gialla in scena. Intensa l'interpretazione di Nadja Michael, ma tradizionalmente melodrammatica più che espressionisticamente stravolta.

Interpreti: La Mort de Cléopâtre: Ketevan Kemoklidze La Dame de Montecarlo: Kathryn Harries Erwartung: Nadja Michael

Regia: Frédéric Fisbach

Scene: Laurent P. Berger

Costumi: Luisa Spinatelli

Orchestra: Orchestra Sinfonica di Milano "Giuseppe Verdi"

Direttore: John Axelrod

Luci: Laurent P. Berger

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