Fetonte vola basso

L’opera di Jommelli apre modestamente il festival "Winter in Schwetzingen"

Recensione
classica
Schwetzinger Winteroper Schwetzingen
28 Novembre 2014
Il trecentesimo compleanno di Niccolò Jommelli non passa inosservato in luoghi prossimi a quelli dove servì per vari anni il duca di Württemberg. Su iniziativa del Teatro di Heidelberg per il festival “Winter in Schwetzingen”, torna il “Fetonte”, opera dell’addio al Württemberg, composta per il teatro di corte di Ludwigsburg. Se il soggetto offre spunti spettacolari (perfetti per la scenotecnica all’epoca avanzatissima del teatrino di corte di Ludwigsurg), tuttavia questo “Fetonte” vola piuttosto basso per la parsimonia di mezzi impiegati nel nuovo allestimento che pesano sia sulla resa scenica che sull’esecuzione musicale. Già ballerino del Balletto di Stoccarda, coreografo e ora al debutto nella regia, Demis Volpi riesce a costruire immagini di impatto, come la gigantesca Teti che si solleva lentamente dalle profondità del palcoscenico o il tragico volo di Fetonte risolto con elegante contrasto di luci, ma stenta a trovare un disegno coerente e una convincente caratterizzazione drammatica, per tacere del tedioso procedere della narrazione scenica. Ai momenti spettacolari della trama fa il paio una certa grandiosità nella concezione musicale che coglie nell’elaborato tessuto musicale e nella complessità delle arie che anticipano il Mozart più maturo. Anche qui, tuttavia, i conti non tornano del tutto, specie per un comparto vocale inadeguato sia per stile che per mezzi all’altezza delle asperità vocali della scrittura jommelliana, salvo rare eccezioni (una è Antonio Giovannini nei panni di Fetonte). Quanto all’orchestra, il lavoro di ripulitura del suono dei Filarmonici di Heidelberg è apprezzabile e il merito va al direttore Felice Venanzoni, molto attento anche al fragile equilibrio con la scena. Operazione riuscita solo a metà ma accolta con calore dal pubblico.

Note: Nuova produzione del Theater Heidelberg per il festival „Winter in Schwetzingen“. Altre rappresentazioni: 30 novembre, 8, 11, 19, 21, 27 dicembre 2014, 15, 20 e 23 gennaio 2015.

Interpreti: Antonio Giovannini (Fetonte), Jeanine de Bique (Climene), Elisabeth Auerbach (Libia), Rinnat Moriah (Teti/La Fortuna), Namwon Huh (Orcane), Artem Krutko (Epafo), Philipp Mathmann (Proteo/Il Sole)

Regia: Demis Volpi

Scene: Katharina Schlipf

Costumi: Katharina Schlipf

Orchestra: Philharmonisches Orchester Heidelberg

Direttore: Felice Venanzoni

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

I poco noti mottetti e i semisconosciuti versetti diretti da Flavio Colusso a Sant’Apollinare, dove Carissimi fu maestro di cappella per quasi mezzo secolo

classica

Arte concert propone l’opera Melancholia di Mikael Karlsson tratta dal film omonimo di Lars von Trier presentata con successo a Stoccolma nello scorso autunno

classica

Piace l’allestimento di McVicar, ottimo il mezzosoprano Lea Desandre