Ritorno a Semele

La Bartoli nell’opera di Händel a Salisburgo

Recensione
classica
Salzburger Festspiele/Pfingsten
G.F. Haendel
23 Maggio 2015
Dopo l’austera severità del Gluck inaugurale, la diva si diverte. Antidoto festoso alle arcaiche violenze dell’Ifigenia, la “Semele” occupa per una sola serata la scena del Festival di Pentecoste a Salisburgo. Per Cecilia Bartoli non è un debutto, avendo già affrontato qualche anno fa questa strana “opera after the manner of an oratorio” nel teatro di Zurigo in una spiritosa produzione firmata da Robert Carsen. A Salisburgo la “Semele” è concertante ma non ha davvero nulla della ieratica fissità dell’oratorio. Invece, in piena sintonia con la disinvolta inventiva händeliana, è opera vera, animata dalle spiritose gag di interpreti e direttore. Evidentemente con questo Händel la Bartoli gioca in casa, liberando finalmente la sua tipica esuberanza vocale prima nelle infinite variazioni “di vanità” allo specchio di «Myself I shall adore if I persist in gazing» (che esasperano Giunone e lo stesso direttore nel gioco scenico) e quindi nel trionfo di colorature dell’aria «No, no! I take no less», prima del patetico lamento che precede il suo incenerimento. Come a Zurigo, nei panni di Giove seduttore impenitente si ritrova l’elegante Charles Workman per una interpretazione stilisticamente impeccabile. Ai furori della gelosa Giunone presta voce e importante presenza, Birgit Remmert, altra interprete di rodata esperienza. Presenza di lusso, Andreas Scholl è un Athamas un po’ sottotono in recupero sul finale. Buone le prove di Peter Kálmán e Rebeca Olvera, molto opaca invece Liliana Nikiteanu. Equipaggio ridotto ma duttilissimo quello dei Barocchisti, guidati con mano sicura e gusto infallibile da Diego Fasolis, che dirige quasi danzando, e ordina perentorio gli interventi del coro in gran spolvero. Una festa musicale salutata con gran calore dal folto pubblico presente.

Note: Esecuzione in forma di concerto per il Festival di Pentecoste di Salisburgo.

Interpreti: Cecilia Bartoli (Semele), Charles Workman (Jupiter/Apollo), Birgit Remmert (Juno), Liliana Nikiteanu (Ino), Rebeca Olvera (Iris), Andreas Scholl (Athamas), Peter Kálmán (Cadmus/Somnus)

Orchestra: I Barocchisti

Direttore: Diego Fasolis

Coro: Coro della Radiotelevisione Svizzera, Lugano

Maestro Coro: Gianluca Capuano

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