Troiani rosso sangue

L’opera di Berlioz apre la nuova stagione alla Staatsoper di Amburgo

Recensione
classica
Hamburgische Staatsoper
Hector Berlioz
19 Settembre 2015
Occasione speciale all’Opera di Amburgo: dopo dieci stagioni la sovrintendente e direttore musicale Simone Young passa il testimone a Georges Delnon e Kent Nagano. Per la nuova gestione che si annuncia di elevate ambizioni, difficile immaginare apertura migliore: “Les Troyens”, opera monumentale di Berlioz, poco frequentata in area germanica (ad Amburgo l’unico allestimento risale al 1982) ma vicina al gusto filo-francese del neo-direttore musicale del teatro Nagano. Se il motivo principale che ne ostacola da sempre la circolazione è la sua eccessiva lunghezza, a Amburgo si è cercato di ovviare presentando una versione di poco più di tre ore a cura di Pascal Dusapin, priva di episodi minori ma più compatta sul piano drammatico. Michael Thalheimer, grande firma della regia soprattutto di prosa, firma il riuscito allestimento, che non delude sul piano della spettacolarità principalmente per il monumentale dispositivo scenico di Olaf Altmann. Lo spazio fisso di arcaica linearità – due alte pareti lignee laterali e un’altissima parete girevole sul fondo – è la scena dove si compie il destino inesorabile che colpisce i singoli: è su di loro che si fissa l’occhio del regista, in modo particolare sulle due eroine tragiche Cassandra e Didone, spesso sole in scena. Le grandi scene di massa sono risolte invece con effetti di grande impatto visivo, come la vera e propria cascata di sangue che inonda la grande parete di fondo e cola sui corpi dei troiani vinti nel secondo atto, oppure la fitta pioggia nella pantomima del quarto atto che lava quel sangue come l’amore di Didone lenisce, almeno per poco, le ferite di Enea. Altrettanto riuscita la realizzazione musicale a firma di Nagano, che trattiene l’orchestra fin troppo nella prima parte e finalmente lascia l’ottima orchestra del teatro libera di esprimersi in un suono bello e pieno nella seconda parte. Quanto al terzetto dei protagonisti, sicuro ma un po’ monocorde l’Enea di Torsten Kerl, la Cassandra di Catherine Naglestad ha la giusta dimensione tragica ma vocalmente manca di incisività, mentre Elena Zhidkova è la migliore in campo per slancio vocale e aderenza al personaggio. Di buon livello i numerosi altri interpreti e buona la prova del coro. Accoglienza calorosa, ottimo inizio.

Note: Nuovo allestimento dell’Opera di Stato di Amburgo. Date rappresentazioni: 19, 23, 26 settembre, 1, 4, 9, 14 ottobre 2015; 11 e 14 maggio 2016.

Interpreti: Torsten Kerl (Enée), Kartal Karagedik (Chorèbe), Alin Anca (Panthée), Petri Lindroos (Narbal), Markus Nykänen (Iopas), Christina Gansch (Ascagne), Catherine Naglestad (Cassandre), Elena Zhidkova (Didon), Katja Pieweck (Anna), Julian Prégardien (Hylas), Stanislav Sergeev (Priam), Zak Kariithi (Un chef grec), Bruno Vargas (L'ombre d'Hector/Mercure), Daniel Todd (Helenus), Marta Swiderska (Hécube), Catrin Striebeck (Andromaque)

Regia: Michael Thalheimer

Scene: Olaf Altmann

Costumi: Michaela Barth

Orchestra: Philharmonisches Staatsorchester Hamburg

Direttore: Kent Nagano

Coro: Chor der Hamburgischen Staatsoper

Maestro Coro: Eberhard Friedrich

Luci: Norman Plathe

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